
Oggi, la Commissione europea ha presentato al Parlamento europeo l’accordo commerciale tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur (il Mercato Comune dell’America Meridionale), aprendo ufficialmente la strada alla firma da parte del Consiglio e al successivo processo di ratifica. La notizia ha scatenato immediatamente forti opposizioni: l’eurodeputata veneta Cristina Guarda (Verdi/ALE) ha espresso tutta la sua preoccupazione per le possibili conseguenze dell’accordo: «Comprendo benissimo la rabbia degli agricoltori, essendo io stessa un’imprenditrice agricola», ha affermato Guarda. «Per mesi hanno chiesto prezzi equi e una giusta remunerazione. La nuova Commissione, invece, firma un accordo basato su un mandato di vent’anni fa, favorendo l’importazione di prodotti che non rispettano gli standard europei. Questo accordo è un regalo ai giganti dell’agro-business e una minaccia sia per gli agricoltori europei sia per la foresta amazzonica e le popolazioni indigene».
L’eurodeputata ha sottolineato come l’accordo non sia solo un problema di concorrenza sleale per gli agricoltori, ma rappresenti un rischio per la salute pubblica e la sicurezza alimentare di tutti i cittadini europei. «L’apertura del mercato rischia di aumentare l’esposizione a pesticidi vietati in Europa e a carni trattate con ormoni provenienti dai Paesi del Mercosur, con gravi conseguenze per la salute e la fiducia dei consumatori», ha aggiunto.
Sulla posizione del governo italiano, Cristina Guarda ha criticato aspramente il cambio di atteggiamento del premier Giorgia Meloni. «Meloni prima diceva di essere contraria al Mercosur, ora invece si dice favorevole perché avrebbe ricevuto rassicurazioni dalla Commissione su aiuti agli agricoltori colpiti e sull’importanza di occupare lo spazio lasciato dagli Stati Uniti. Ma da dove vengono queste rassicurazioni? La stessa Commissione e la presidente Von der Leyen hanno appena mostrato quanto tengano agli agricoltori proponendo tagli oltre il 20% alla futura Politica Agricola Comune. Come può Meloni fidarsi? E in più, la chiusura del mercato americano non farà che aumentare le merci destinate a riversarsi in Europa, peggiorando la situazione dei nostri produttori. Altro che sovranità alimentare: siamo davanti all’ennesimo sovranismo di cartapesta», ha concluso Cristina Guarda.
L’opposizione all’accordo è sostenuta anche da altri gruppi politici, che intendono approfondire le conseguenze legali e ambientali di questo trattato, valutando anche la possibilità di ricorrere alla Corte di Giustizia dell’UE per verificarne la conformità ai Trattati europei, in particolare in tema di tutela ambientale e protezione dei consumatori.