Crisi Valbruna, allarme per 1.800 posti tra Vicenza e Bolzano: domani manifestazione contro il bando della Provincia autonoma

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Acciaierie Valbruna a Vicenza
Acciaierie Valbruna a Vicenza

Domani, martedì 7 ottobre 2025, le segreterie territoriali di FIM CISL, FIOM CGIL e UILM UIL hanno indetto una grande manifestazione che partirà dalla Valbruna di Bolzano e terminerà sotto la sede della Provincia autonoma. Oltre 500 lavoratori partiranno dallo stabilimento di Vicenza per unirsi ai colleghi altoatesini.

La vertenza che vede coinvolta Acciaierie Valbruna Spa, azienda siderurgica vicentina e tra i principali produttori italiani di acciai speciali, raggiunge un punto di massima tensione. La decisione della Provincia autonoma di Bolzano di pubblicare un bando di gara per assegnare l’area dove sorge lo stabilimento Valbruna di Bolzano, la cui concessione è scaduta, sta generando un “allarme gravissimo” sindacale per la continuità produttiva e l’occupazione.

I sindacati denunciano che la mancata revoca del bando di gara, unita alla forte incertezza aziendale, mette a rischio l’intera operatività del sito di Bolzano e produce immediate ripercussioni su quello di Vicenza. Il potenziale coinvolgimento è di oltre 1.800 lavoratori diretti e di un indotto molto più vasto.

Secondo le sigle sindacali la Provincia autonoma di Bolzano ha preferito proseguire con l’assegnazione al miglior offerente, anziché aprire una trattativa per il proseguimento della concessione dei terreni, attiva dal 1995. I sindacati ritengono che il bando, nei contenuti, sembri “costruito per impedire la permanenza di un polo siderurgico” in quell’area. L’ente provinciale non si è fermato davanti alle richieste di ritirare la gara.

La mobilitazione di domani vuole sostenere sei richieste chiave indirizzate alle istituzioni:

  1. Ritiro immediato del bando della Provincia sull’area di Bolzano per riaprire il dialogo.
  2. Garanzie scritte sull’operatività e l’occupazione nei siti Valbruna di Bolzano e Vicenza.
  3. Attivazione immediata del Golden Power o altri strumenti legislativi da parte del Governo per tutelare un asset strategico nazionale.
  4. Presentazione di un piano industriale vincolante, dotato di investimenti per l’ammodernamento e l’efficientamento.
  5. Avvio urgente di un tavolo istituzionale nazionale con Ministeri, Regioni e Provincia autonoma per definire un percorso chiaro.
  6. Convocazione di un’audizione parlamentare urgente per rendere Camera e Senato garanti della vertenza.

Le segreterie di FIM, FIOM e UILM hanno dichiarato che la mobilitazione continuerà anche dopo martedì 7 ottobre con “scioperi, presidi e manifestazioni”, finché i posti di lavoro non saranno messi in sicurezza. L’appello è rivolto alla Provincia autonoma, all’Azienda e al Governo, affinché “si assumano le loro responsabilità” e si apra un tavolo per soluzioni che garantiscano l’occupazione e il futuro della Valbruna.

Sulla vicenda è intervenuto anche Alessandro Urzì, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia del Trentino Alto Adige ed eletto a Vicenza. Urzì, pur non potendo partecipare alla manifestazione perché impegnato in Aula alla Camera come relatore della riforma dello Statuto di autonomia del Trentino Alto Adige, ha espresso la sua vicinanza.

Ha dichiarato che lo stabilimento Valbruna a Bolzano è un “tassello di straordinario valore strategico” nel sistema produttivo nazionale e che questo è un riconoscimento dovuto come deputato altoatesino ma eletto a Vicenza, “ove insiste lo stabilimento il cui destino é strettamente connesso alla sorte di quello di Bolzano”. Urzì ha espresso la certezza che il bando sia aperto come prevede la legge, ma che la continuità della produzione siderurgica debba essere garantita “senza strappi o incertezze soprattutto attraverso la continuità aziendale“. La manifestazione di domani, ha aggiunto, deve “rendere manifesta… la vocazione industriale di Bolzano la cui identità é strettamente legata alle industrie pesanti”.

La preoccupazione per la Valbruna non è nuova. Già lo scorso 16 settembre si è tenuto un tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, coordinato dal Ministro Adolfo Urso. All’incontro ha partecipato la Regione Veneto con l’assessore Valeria Mantovan, la quale aveva subito sottolineato l’importanza di un’azienda considerata “eccellente, a matrice familiare e con il cuore e la testa in Italia”. Valbruna, infatti, produce acciai speciali per settori strategici come aerospazio e difesa ed è un’impresa che non è mai entrata in crisi.

Mantovan aveva chiarito che il problema non riguarda investimenti o fatturato, ma la gestione delle aree di Bolzano, espropriate dalla Provincia alle acciaierie Falck e affidate a Valbruna nel 1995 con un’opzione di acquisto. Nonostante la società abbia investito oltre 450 milioni di euro in 30 anni, la convenzione è scaduta.

L’assessore aveva definito “paradossale” che le norme europee costringano a procedere con un bando “senza valutazioni strategiche di ampio respiro”, esprimendo grande preoccupazione anche per lo stabilimento di Vicenza, con circa 1.200 lavoratori che lavorano in sinergia con quello altoatesino. All’epoca, la Regione aveva apprezzato l’annuncio del vicepresidente della Provincia di Bolzano di aver chiesto un parere al Governo per valutare eventuali poteri speciali dello Stato sulla vicenda.