
Caso Valbruna, la Giunta della Provincia Autonoma di Bolzano non demorde, o meglio, non decide sul ritiro del bando indetto con delibera n. 648 del 26 agosto scorso, che prevede una gara per l’assegnazione del diritto di superficie dei compendi industriali di sua proprietà attualmente locati ad Acciaierie Valbruna e per i quali l’azienda aveva esercitato, senza riscontro, l’opzione di acquisto. La questione aveva suscitato da subito grande preoccupazione sono solo per il futuro dell’impianto bolzanino e per i suoi 571 addetti ma anche per i 1.197 lavoratori dello stabilimento di Vicenza. Il caso è arrivato fino al Ministero dell’Industria e del Made in Italy: al tavolo del 4 novembre, dove erano presenti le istituzioni locali vicentine e venete e le parti sociali, il ministro Urso ha confermato il riconoscimento di strategicità delle inerenti produzioni siderurgiche da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dell’istruttoria sul Golden Power e l’eventuale esercizio di poteri speciali da parte dello Stato.
Regione del Veneto, dal Comune di Vicenza e delle Parti sociali presenti al tavolo ministeriale avevano richiesto alla Provincia di Bolzano di ritirare il bando. Alla richiesta si sono associati un gran numero di rappresentanti politici e istituzionali bolzanini e veneti, ma anche nazionali ed europei senza distinzione di colore politico. La Regione del Veneto, che al tavolo ministeriale aveva comunicato la possibilità di proporsi a fianco dell’azienda nel ricorso proposto al TAR di Bolzano per l’annullamento del bando, nei prossimi giorni valuterà la costituzione in giudizio a tutela dell’attività aziendale, ritenuta strategica per il tessuto economico – produttivo regionale e per l’occupazione.
Fim Cisl: “Bolzano non decide e i lavoratori vivono nell’incertezza”
È decisamente deluso il commento della Fim Cisl sulla scelta della Giunta della Provincia Autonoma di Bolzano riguardo la questione Acciaierie Valbruna: “Invece di assumersi la responsabilità politica di sospendere l’Iter del bando – si legge nel comunicato diffuso poco dopo l’aggiornamento su quanto deciso della Giunta bolzanina – ha scelto di rimandare ancora. Si è scelto di “dare incarico all’avvocatura”, non di decidere.”
Il fatto è, continua il sindacato, che nel frattempo i giorni corrono e le scadenze si avvicinano: il 14 novembre per manifestare l’interesse al sopralluogo del sito di Bolzano, di cui non abbiamo ricevuto chiarezza nemmeno dall’azienda; il 17 dicembre l’udienza al TAR per la diffida. Intanto i lavoratori continuano a vivere nell’incertezza.
Maurizio Montini della segreteria FIM CISL di Vicenza ribadisce che le intenzioni non sono sufficienti: “Seppure la Giunta bolzanina ribadisca di voler tutelare il sito siderurgico, la produzione e l’occupazione – dichiara – le parole non bastano. La continuità industriale non si difende solamente con la tattica politica e burocratica; si difende con atti chiari”.
Oltretutto, le filiere e gli investimenti che devono programmare il 2026 non hanno chiarezza. La competitività si gioca ora, non a fine anno. Oggi, conclude laconico il comunicato, si poteva decidere.






































