Valpolicella e Prosecco “pieni di veleni”? Valdegamberi e Casali difendono i vini veneti, ma Zanoni accusa: “Qui troppi pesticidi”

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Mentre in Veneto sta iniziando la stagione della vendemmia, che si preannuncia positiva nonostante le bizze del tempo, è esplosa la polemica contro il dottor Franco Berrino, medico epidemiologo e nutrizionista, che nel corso del programma Rai Unomattina Estate ha definito “piene di veleni” le vigne in Valpolicella e Prosecco, due eccellenze della vitivinicoltura veneta. Ovviamente non si è fatta attendere la reazione, oltre che delle associazioni di categoria, anche della politica locale.

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Il consigliere del Gruppo Misto Stefano Valdegamberi

Il consigliere del Gruppo Misto Stefano Valdegamberi ha commentato le affermazioni del dottor Berrino sottolineando il solito autosabotaggio italiano: “A forza di attaccare le nostre produzioni agricole – ha dichiarato – finiamo col promuovere l’importazione di prodotti da Paesi dove si usano pesticidi vietati da anni in Europa. È un paradosso che mette davvero a rischio la salute dei cittadini”. Valdegamberi ha sottolineato come l’agricolura italiana sia in realtà tra le più controllate e sostenibili al mondo: “Denuncio l’incoerenza delle politiche europee che penalizzano i produttori locali, e consentono l’ingresso di merci da Paesi extra-UE con standard sanitari e ambientali inferiori. Chi accusa i nostri agricoltori senza basi scientifiche, fa un favore agli interessi esteri e danneggia il Made in Italy. Serve coerenza: o difendiamo davvero la salute e l’ambiente, oppure smettiamo di raccontare che l’Italia può vivere di qualità se di fatto non siamo in grado di proteggere il nostro Paese”.

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Stefano Casali, consigliere regionale Fratelli d’Italia 

Sulla stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni di Stefano Casali, consigliere di Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni, che si è definito “esterrefatto” per le accuse generalizzate contro Valpolicella e Prosecco: “Chi si è espresso in questi termini, senza fare nomi e cognomi, ha infangato il duro lavoro di tutti i viticoltori veneti di queste due zone che rappresentano un vanto per il Veneto e per l’Italia, con prodotti riconosciuti e apprezzati dai consumatori di tutto il mondo”. Casali ha ricordato che in Italia sono operativi organi di controllo che certificano la qualità dei vini, con verifiche frequenti e rigorose a tutela sia della salubrità del prodotto sia della sua eccellenza. L’esponente FdI, nell’appoggiare le categorie economiche che intendono tutelarsi contro le affermazioni del dottor Berrino, ha concluso con un invito ai veneti ad: “acquistare, sostenere e promuovere sempre di più i nostri straordinari prodotti, vino compreso, frutto di una regione che è leader in Europa nella sana e buona agricoltura”.

Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto
Andrea Zanoni, Consigliere regionale AVS

Di segno opposto i commenti del consigliere di Alleanza Verdi e Sinistra Andrea Zanoni, secondo il quale le reazioni alle dichiarazioni di Berrino sono la conferma della veridicità di quanto affermato dall’epidemiologo: “Invece di attaccare chi ha semplicemente detto la verità – ha ribadito Zanoni -, i produttori e le istituzioni locali dovrebbero fare un serio esame di coscienza. I dati ufficiali della Regione Veneto sono un macigno: la nostra regione è tra le peggiori d’Italia per il biologico e, contemporaneamente, record per l’uso di pesticidi, con effetti devastanti sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.” Secondo Zanoni, i numeri peggiori riguardano proprio le province di Verona e Treviso: “Con un consumo rispettivamente di 6,75 kg/persona e 5,40 kg/persona, sono le due province d’Italia con il maggior quantitativo di pesticidi utilizzati. E non solo, tra il 2022 e il 2023 l’aumento è stato rispettivamente del +20% e +30%, una progressione inarrestabile che la Giunta regionale ignora da tempo. Invece di minacciare vie legali a Berrino, gli esponenti della maggioranza farebbero bene a spiegare perché, mentre l’uso di pesticidi esplode, i controlli da parte delle ULSS sono crollati in modo drastico e incomprensibile.” Il tutto mentre, ha detto ancora Zanoni, per la prima volta in Veneto, Enti pubblici e organismi pubblici quali INAIL e SPISAL hanno accertato un legame tra l’uso dei pesticidi e malattie professionali come il Parkinsonismo, anche a Verona. In conclusione, un attacco diretto all’attuale guida della Regione: “Se la Giunta regionale avesse sostenuto il biologico e promosso un’agricoltura sostenibile anziché proteggere un modello basato sulla chimica, oggi non saremmo costretti a fare i conti con dati così drammatici. La salute dei veneti vale molto di più dei profitti di pochi. La nostra Regione ha il dovere di cambiare rotta, recuperare il tempo perduto e smettere di essere la pecora nera del biologico”.