Viabilità silvopastorale: il Consiglio Veneto approva modifiche alla legge tra sostenitori e critiche

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Il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato ieri, a maggioranza, le modifiche alla legge regionale 14/1992, “Disciplina della viabilità silvopastorale”.

L’aggiornamento, illustrato in aula dal primo firmatario, il consigliere Gianpiero Possamai (Lega-LV), con il correlatore Renzo Masolo (Europa Verde), mira a rivedere le modalità di circolazione sulle strade silvopastorali regionali. L’obiettivo è consentire, a determinate condizioni, l’accesso anche a privati per interventi emergenziali o di interesse pubblico.

Questa modifica aveva suscitato un acceso dibattito nelle scorse settimane, in particolare dal Vicentino, con le istituzioni locali dell’Altopiano di Asiago e dei Sette Comuni che avevano sollevato preoccupazioni sulle possibili ripercussioni per l’economia e il turismo montano.

Al termine dei lavori, sono stati approvati alcuni ordini del giorno. In particolare, due, sottoscritti dalle minoranze, chiedono un potenziamento dei controlli sulla viabilità silvopastorale e sull’ambiente montano. Un altro ordine del giorno, a firma del consigliere del Gruppo Misto Stefano Valdegamberi, riguarda l’autocertificazione dei requisiti per l’accesso alla suddetta viabilità.

Viabilità silvopastorale in Veneto: le voci dopo l’approvazione

Dopo l’approvazione delle modifiche, diversi consiglieri si sono espressi in merito, offrendo visioni differenti sull’impatto della nuova normativa.

Per il consigliere regionale dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, Gianpiero Possamai, relatore della legge, l’aggiornamento non comporterà un aumento di transito, ma piuttosto una regolamentazione più chiara. “Quello approvato è un aggiornamento che consente di regolamentare l’accesso alle strade silvo pastorali e non porterà alcun aumento di transito. La legge ‘Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 31 marzo 1992, n. 14 Disciplina della viabilità silvo pastorale’ non porterà a una invasione in queste strade ma offre una tutela in più a chi vi transita per interessi pubblici”.

Possamai ha aggiunto che le modifiche consentono ai sindaci di autorizzare interventi di interesse pubblico con un percorso legislativo più idoneo, offrendo maggiore chiarezza e uniformità. Nello specifico, ha citato l’accesso per volontari che supportano interventi di miglioramento ambientale e tutela della fauna, conduttori di cani da recupero, soggetti abilitati al contenimento di specie selvatiche invasive (come i cinghiali) e operatori CAI per manutenzione sentieri. Ha infine chiarito che le modifiche non sono attinenti all’attività venatoria e che il Consiglio ha approvato ordini del giorno per una revisione completa della legge 14.

Di parere opposto i consiglieri regionali di Europa Verde, Renzo Masolo e Andrea Zanoni, che hanno criticato duramente il provvedimento. “Dalla legge regionale che consente ai fuoristrada dei cacciatori di scorrazzare tra i sentieri montani alla caccia-fai-da-te del ministro Lollobrigida, le destre confermano la loro vocazione contro gli animali e la passione per le armi da fuoco. La legge regionale approvata dalle destre in Consiglio regionale costituisce un vulnus per le nostre montagne, consentendo ai fuoristrada dei cacciatori di scorrazzare per i sentieri montani, così fragili e frequentati da escursionisti e villeggianti”. Hanno inoltre evidenziato come, nonostante un emendamento approvato dia ai sindaci il potere di limitare l’impatto, la legge si inserisca in una “strategia complessiva di deregulation in materia di caccia”.

Il consigliere regionale del Gruppo Misto, Stefano Valdegamberi, ha invece lamentato un’occasione persa per semplificare la burocrazia per chi lavora in montagna. “Ho presentato con ordine del giorno una proposta di modifica alla Legge Regionale 14/1992, volta a semplificare l’accesso alla viabilità silvopastorale nelle zone montane del Veneto. Attualmente, la normativa impone agli agricoltori, allevatori e manutentori del territorio l’obbligo di ottenere un permesso formale per accedere ai fondi agricoli con mezzi propri, pena sanzioni amministrative. Questo obbligo è spesso scollegato dalla realtà operativa dei territori montani, appesantendo inutilmente il carico burocratico”. Valdegamberi ha proposto l’autocertificazione dei requisiti per il transito, in linea con i principi di semplificazione, per tutelare l’economia montana e contrastare l’abbandono del territorio.