Veneto, sicurezza con Dolfin e giovani con Venturini: braccialetto elettronico ai borseggiatori e patto contro abuso smartphone

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Veneto Elisa Venturini e referendum autonomia differenziata
Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale

Dalla sicurezza urbana all’educazione digitale, il dibattito politico veneto torna a farsi acceso. Due proposte, lanciate oggi da consiglieri regionali di maggioranza, fotografano le priorità di un territorio che si confronta con microcriminalità e nuove emergenze sociali.

Consiglio regionale del Veneto Marco Dolfin - Lega-LV
Il consigliere regionale di Lega-Liga Veneta Marco Dolfin

Il consigliere Marco Dolfin (Lega–Liga Veneta) sostiene con forza l’idea avanzata dal presidente Luca Zaia di introdurre il braccialetto elettronico per i borseggiatori. “È un reato odioso, che colpisce direttamente le persone, non solo turisti stranieri ma anche cittadini veneti – sottolinea Dolfin –. Le bande che operano indisturbate danneggiano l’immagine del nostro Paese. Serve un deterrente efficace: il braccialetto elettonico permetterebbe di sapere in tempo reale dove si trovano i responsabili, segnalando subito eventuali ritorni in aree interdette e consentendo l’intervento rapido delle forze dell’ordine. Basta impunità sui nostri territori”.

Sempre con uno sguardo alla tutela dei cittadini, la capogruppo regionale di Forza Italia, Elisa Venturini, accende i riflettori su un tema educativo: l’uso eccessivo degli smartphone tra i ragazzi. “Un quarto degli studenti manifesta già comportamenti problematici legati al telefono, con effetti su rendimento, ansia e isolamento – osserva –. Dobbiamo agire ora con un grande patto educativo che coinvolga famiglie, scuole e istituzioni. Come per guidare un’auto serve la patente, così per usare smartphone e social serve un’educazione specifica”.

Venturini chiede che il Veneto faccia da apripista a livello nazionale sul tema, seguendo l’esempio di Francia e Finlandia, dove sono stati introdotti divieti e limitazioni all’uso dei cellulari a scuola. “Solo con un percorso culturale condiviso – aggiunge – possiamo aiutare i giovani a crescere con strumenti potenti senza subirne le conseguenze negative”.

Due proposte diverse, dunque, quelle di Dolfin e Venturini, ma che mettono al centro lo stesso obiettivo: costruire un Veneto più sicuro, nelle strade come nelle scuole, attraverso strumenti di controllo da un lato e percorsi educativi dall’altro.