Ex Cinema Corso, si fa sul serio. Al via il Concorso ad incarico per il progetto di riqualificazione

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Ex cinema Corso Vicenza
L'ex Cinema Corso torna a vivere

Era forse dai tempi della programmazione di Grease che non si vedeva così tanta gente in attesa di entrare al Cinema Corso, giornalisti, addetti ai lavori, ma anche tante persone comuni, curiose di vedere che cosa stesse succedendo all’ex Sala cinematografica, chiusa nel 1996 e che ora sembra finalmente riuscire a tornare in vita grazie al progetto che coinvolge la Fondazione Roi, proprietaria dell’immobile, la Fondazione Monte di Pietà, con cui a inizio mese è stata sottoscritta un’intesa per lavorare in sinergia a diversi progetti, a partire appunto da quello che riguarda l’ex cinema di Corso Fogazzaro, l’amministrazione Comunale di Vicenza, e la Banca delle Terre Venete intervenuta concretamente a sostenere l’iniziativa.

sala cinema corso
La sala dell’ex Cinema Corso (foto di Marco Zorzanello)

Operata la messa in sicurezza dell’immobile, cosa che ha permesso la presentazione del progetto nell’ingresso dell’ex cinema – invero troppo piccolo per contenere il grande afflusso di persone intervenute, ma è stato bello poterci rientrare – ora tocca al progetto per la riqualificazione dell’edificio e alle idee per gestirlo una volta che tornerà fruibile.

La presidente della Fondazione Roi Francesca Lazzari ha fatto gli onori di casa nel corso della presentazione odierna, ringraziando tutti gli attori del progetto e in particolare l’Engim che prenderà in carico il restauro della facciata, che essendo vincolata non potrà subire particolari cambiamenti nell’aspetto, e l’Ordine degli architetti che coordina il concorso ad incarico che porterà a scegliere il progetto per la riqualificazione della parte interna.

Possamai: ancora una rigenerazione urbana

Il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai ha salutato con piacere la rinascita del cinema Corso, sottolineando l’importanza di un progetto che da operazione immobiliare diventa operazione culturale, dando alla città un nuovo spazio di crescita e confronto. “Mi fa piacere che sia in un luogo al quale i vicentini sono affezionati. Un altro caso di recupero e di rigenerazione urbana, come sta già avvenendo anche altrove in città, in controtendenza a quanto avvenuto fino a poco tempo fa, con gli edifici che venivano via via abbandonati”. Il Sindaco poi ha sottolineato l’importanza del dialogo con la Bertoliana, per fare sempre di più questa parte della città un luogo di cultura.

Il presidente della Banca delle Terre Venete Gianfranco Sasso ha sottolineato il ruolo dell’istituto di credito di banca del territorio che deve sostenere l’economia reale, ma anche pensare più in generale al bene delle comunità locali, sostenendo la cultura, la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile. «In questo senso – ha agigunto – vanno letti il nostro impegno, lo scorso anno, con l’apertura della Filiale di consulenza di Piazza dei Signori e con il sostegno dato per il restauro del Cinema Odeon e, quest’anno, nell’essere a fianco della Fondazione ROI per far rivivere un luogo storico della città di Vicenza, trasformandolo in motore culturale della nostra provincia e punto di aggregazione giovanile.” Su questo punto Sasso ha poi sottolineato l’importanza di creare iniziative che trattengano l’interesse dei giovani, per non rischiare di vederli andarsene dalla città cercando fortuna all’estero.

Anche Giovanni Diamanti, presidente della Fondazione Monte di Pietà, ha espresso l’emozione di vedere finalmente concretizzarsi la riapertura di un luogo che «è da quando avevo 15 anni che era chiuso e si parlava di che cosa se ne sarebbe potuto fare».

Il vice presidente della Fondazione Roi Giuseppe Nardin ha poi spiegato che cosa concretamente accadrà all’edificio. L’impegno, anche economico, segue due linee: la riqualificazione dell’edificio e il suo utilizzo. Per ridisegnare la struttura la fondazione ha fatto un accordo con l’Ordine degli architetti per presentare un concorso ad incarico, ovvero un concorso che selezionerà i 5 migliori progetti, sceglierà tra questo il vincitore e questo automaticamente avrà l’incarico dei lavori, senza ulteriori passaggi.
Per quel che riguarda l’utilizzo, ha dichiarato, «ciò che la Fondazione si propone di realizzare è uno spazio flessibile, dedicato alle arti del contemporaneo nelle diverse accezioni sia espositive che performative, con forti intersezioni coi linguaggi tecnologici attuali. La Presidente, nell’intervento che seguirà, illustrerà le linee di indirizzo su cui la Fondazione sta lavorando in dialogo con tutti gli interlocutori disponibili a collaborare. Ciò a cui puntiamo è la mobilitazione di energie, interessi e saperi culturali che faticano ad affacciarsi con continuità e incisività sulla scena vicentina sia come produttori che come fruitori, e al contempo proporre questo spazio come luogo di attrazione anche di forze e pubblici nazionali e internazionali».

Cinque progetti, che vinca il migliore
Hanno poi parlato Lisa Borinato, già presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Vicenza, e Nicola Tracanzan, attuale Presidente dell’Ordine, che hanno descritto la struttura del concorso che porterà alla selezione del progetto.

«Avviare un concorso non è semplice – ha esordito Borinato – servono serietà e impegno nella stesura del bando per garantire trasparenza e pari opportunità. Per la città sarà occasione di grande arricchimento, perché il concorso raccoglierà il meglio della progettazione a livello anche internazionale.»

Tracanzan ha sottolineato la concretezza del concorso, che essendo ad incarico e non di idee promette di non essere solo fatto di buone intenzioni. Seguirà due fasi, una in cui i partecipanti proporranno le idee, poi le cinque idee più meritevoli dovranno invece proporre un progetto dettagliato. «A dicembre di quest’anno avremo i vincitori. Ricordo poi che grazie alla tecnologia, ai 5 progettisti finalisti forniremo documentazioni accurate sui volumi, sulle strutture, sulle caratteristiche del luogo, perché è chiaro che più dati ci sono più i progetti saranno pertinenti a quanto ci aspettiamo.»

Uno sguardo al mondo giovanile

La presidente Lazzari ha poi ripreso la parola, sottolineando come tutto il progetto del cinema Corso sia rivolto ai giovani: «Nessun cambiamento però sarà possibile senza l’energia dei giovani. Dai giovani – ha detto – nascono percorsi inesplorati.»

Lazzari ha poi dettato i tempi per grandi linee: nel 2025 c’è il concorso ad incarico con il vincitore, e verrà realizzata anche una mostra dei 5 progetti finalisti. A inizio 2026 partiranno i lavori che dovrebbero trionfalmente concludersi nel 2027. Nel frattempo però è importante capire come gestire i nuovi spazi: «Da oggi – ha infatti concluso la presidente della Fondazione Roi – il nostro lavoro è dedicato alla definizione e costituzione del Modello di Governance e del Soggetto Giuridico. Stiamo studiando la struttura organizzativa e il business plan di start up e di consolidamento con una proiezione di 5 anni dal 2027 al 2032. La redazione del piano economico e finanziario, in coerenza con il piano d’offerta, dovrà assicurare la sostenibilità e la gestione efficace del nuovo spazio.»

Forse più facile a farsi che a dirsi, ma intanto oggi è stato fatto il primo passo e rivedere le porte del cinema non più nascoste da impalcature è stato bello.