
Giovedì 7 agosto al Bosco di Ca’ Alte (Vicenza), un incontro pubblico in via Ca’ Alte promosso dal Comitato Bosco Lanerossi e Ca’ Alte affronta le contraddizioni legate a WeBuild, gigante delle costruzioni incaricato della TAV/TAC Verona–Padova. Dighe distruttive, comunità dislocate e opere imposte: una serata per guardare oltre la narrazione ufficiale e interrogarsi sul futuro del territorio.
Quando le infrastrutture travolgono i territori
Cosa accade quando lo sviluppo diventa imposizione? Quando la grande opera ignora le piccole comunità? Il Comitato Bosco Lanerossi, impegnato nella difesa del verde e della partecipazione dal basso, propone una serata di approfondimento per rispondere a queste domande.
L’appuntamento è per giovedì 7 agosto alle ore 19.30 presso il Bosco di Ca’ Alte, in Via Ca’ Alte a Vicenza. Il titolo dell’incontro è chiaro: “Grandi dighe a marchio WeBuild nel mondo e le implicazioni in termini di giustizia ambientale”.
Interverrà in collegamento Antonio Bontempi, geografo, ecologista politico e ingegnere edile, che accompagnerà il pubblico in un viaggio attraverso oltre 38 grandi dighe realizzate da WeBuild. Molte di esse sono documentate nell’Atlante globale della giustizia ambientale (EJAtlas.org) per i loro effetti devastanti: distruzione di ambienti naturali, dislocamento di popolazioni locali, insorgenza di conflitti armati.

Dal mondo al Veneto: il caso TAV/TAC e le sue zone d’ombra
Il discorso si sposterà poi sul Veneto, dove WeBuild, tramite il consorzio IRICAV DUE (di cui detiene l’83%), è responsabile del controverso progetto TAV/TAC Verona–Padova. Una linea ad alta velocità promossa come simbolo di progresso, ma che solleva interrogativi su legalità sostanziale, impatto ambientale e trasparenza decisionale.
Il Comitato Bosco Lanerossi, che ha raccolto e verificato le informazioni proposte nella serata, intende offrire strumenti critici a cittadini e cittadine per leggere ciò che spesso resta fuori dal dibattito ufficiale. È un’occasione per chiedersi: chi decide cosa serve davvero a un territorio? E a chi giova?
Pensare, discutere, agire: l’invito è aperto
L’incontro è a ingresso libero e rivolto a tutte le persone interessate a costruire una lettura più completa del rapporto tra grandi opere e diritti collettivi.
In un tempo in cui il linguaggio della sostenibilità rischia di diventare una vetrina senza coerenza, questa serata vuole essere uno spazio di verità, ascolto e connessione tra chi vive i territori e chi li osserva con spirito critico.