
Il prato spontaneo all’interno del cimitero acattolico di via Fratelli Bandiera a Vicenza non sarà più sfalciato. Lì, dove resiste una straordinaria varietà di erbacee selvatiche, il Comune ha deciso di sperimentare un nuovo modello di gestione del verde urbano, capace di coniugare tutela ambientale e recupero paesaggistico. L’area, infatti, sarà trasformata in “zona di sfalcio selettivo”, diventando potenzialmente un vivaio naturale per la biodiversità regionale. (qui altri dettagli)
L’iniziativa è frutto della collaborazione tra l’assessorato al Verde pubblico del Comune, Amcps e Veneto Agricoltura, i cui esperti raccoglieranno semi delle piante autoctone per poi utilizzarli nei progetti di ripristino ambientale in tutto il Veneto.
«Il cimitero acattolico conserva fioriture selvatiche importanti per gli impollinatori e la biodiversità – spiega l’assessore Cristiano Spiller – ed è la probabile testimonianza dell’antico paesaggio campestre della nostra città. Lo sfalcio eccessivo, che in molti ci chiedono, è invece dannoso: riduce la fioritura, allontana gli insetti utili e desertifica il terreno. Serve una nuova cultura del verde».*
La svolta è nata da un sopralluogo congiunto tra i tecnici del settore Ambiente del Comune, agronomi di Amcps e ricercatori di Veneto Agricoltura, che a fine maggio hanno verificato la presenza di specie erbacee rare e significative per l’ecosistema. Da qui la decisione di sospendere gli sfalci e delimitare con paletti e cartelli l’area interessata, dove si procederà alla raccolta controllata di semi.
“A fine maggio dice l’assessore Spiller – il gruppo ha effettuato un sopralluogo nel cimitero acattolico di via Fratelli Bandiera proprio per verificare l’eventuale sopravvivenza di erbacee importanti per la biodiversità nell’area altrimenti destinata alle operazioni di sfalcio programmate dal Comune di Vicenza. Di qui la decisione di delimitare con appositi paletti e cartelli il prato in cui gli operatori di Veneto Agricoltura andranno poi a prelevare i semi e le piante più interessanti”.
L’operazione ha anche un valore simbolico. In un momento storico in cui il verde urbano viene spesso ridotto a mera questione estetica, Vicenza sceglie una strada più complessa ma lungimirante, capace di fare della città un laboratorio di rigenerazione ecologica. Con un messaggio chiaro: l’erba alta non è trascuratezza, ma cura del futuro.