Vicenza, zampilla la fontana degli Alpini: miracolo idraulico o maquillage pre inaugurazione del bicipark in stazione? Saltata per la “solita” GPS

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Nella città del Palladio, dove ogni sasso dovrebbe raccontare bellezza, a parlare oggi è stata… una fontana. Sì, proprio quella fontana sotto un monumento eretto nel 2022 nel piazzale della stazione di Vicenza per onorare gli Alpini ma dal profilo fortemente divisivo non per la loro celebrazione ma per la sua (in)estetica. Una presenza a lungo muta, che negli anni ha sostituito lo scroscio dell’acqua con un eloquente silenzio e un certo imbarazzo visivo.

E invece oggi, forse non ce n’eravamo accorti prima, come per magia – ma più probabilmente per strategia – eccola lì: viva, gorgogliante, quasi baldanzosa. Il getto è tornato. Per caso? Ma no, mica siamo ingenui. Domani (ops, doveva essere domani…) si sarebbe dovuto inaugurare il bicipark della stazione. Tutto pronto, o quasi: cronisti pronti a scattare, sindaco e assessori lustrati, dichiarazioni già scritte. E proprio per l’occasione – toh – anche la fontana zampilla nella gioia condivisa dell’ennesima opera pubblica da mostrare, anche se magari solo per un giorno perché se il tempo (di gorgoglio) fosse più lungo, e magari fosse iniziato col passaggio del giro, saremmo stati subissati di comunicati con fasce tricolori al vento come la “Penna con il mondo”, il nome del monumento.

Peccato che GPS, la società incaricata, non si sia presentata al ritiro dei locali. Salta così l’evento, dopo che è già saltato l’incasso di 5 milioni per la vertenza con la società del gruppo del principe Filippo Lodetti Alliata, su cui avevamo espresso… “dubbi” inascoltati fin da maggio 2023, mentre l’acqua – ignara del flop – continua per ora a scorrere, come se niente fosse. Ma per quanto? Scommettiamo che, archiviata la delusione e evitato di issare gli striscioni, il rubinetto verrà richiuso con la solita discrezione?

La fontana cementificata di fronte al Giardino Salvi
La fontana cementificata di fronte al Giardino Salvi

Certo, questa città ha uno strano rapporto con le fontane: anche quella davanti ai Giardini Salvi è stata prima “spenta”, poi tumulata sotto una colata di cemento. Il tutto proprio a due passi da piazza Castello. Un’altra “nota muta” nel pentagramma urbano.

E dire che siamo a Vicenza, patria del grande “scalpellino” Andrea Palladio, ma povera, sembrerebbe, di bravi idraulici comunali. Oggi allora, mentre l’orologio della stazione è ancora un concetto astratto e le biciclette aspettano un tetto promesso, siamo positivi con queste amministrazione “immaginifica” e commuoviamoci per una fontana che finalmente fa ciò per cui era stata pensata: versare due lacrime, magari di compassione.

Sarà la nuova normalità vicentina? Monumenti che piangono a tempo determinato, in attesa di tagli di nastro saltati? O solo una strategia comunicativa idraulico-emotiva?

In fondo, in una città dove persino il tempo si è fermato (vedi orologio mancante da quel dì), che almeno scorra l’acqua della fontana degli Alpini. Anche solo per illuderci, anche solo per un giorno e prima che aumentino i cantieri Tav Tac, che tutto funzioni.