
VicenzaPiù Viva N. 301 a soli 3 euro, nonostante i… dazi e con L’Altra Vicenza inclusa, dal 6 settembre è in edicola oltre che ricevibile dagli abbonati per posta e sfogliabile anche online per gli abbonati web.
Ecco l’editoriale di lancio di questo numero di VicenzaPiù Viva incentrato sul “Venale festival dell’incoerenza”, l’Italia-Ameriva Friendship Festival…
La politica non è certo più la casa della coerenza, ecco perché a Vicenza i nostri vertici politici, una volta tanto uniti tra centrosinistra (?) del Pd e della Lista Possamai, con le loro appendici, non presenti in Consiglio comunale ma solo nei cda…, e il centro destra e a parte qualche timida critica di Sinistra Italiana, Coalizione Civica e Movimento 5 Stelle, neanche informati dell’iniziativa ma costretti (perché?) ad ingoiarla senza sufficiente coraggio, ci regalano, in coincidenza con la settimana di Monte Berico e con la festa dei Oto con il giro della Ruetta, un Italia-America Friendship Festival per celebrare, “culturalmente etc. etc.”, l’amicizia tra tricolore e stelle e strisce grazie ai 70 anni delle basi militari dello United States Army Africa (USARAF). Prima una, la Carlo Ederle, poi la seconda, Luigi Dal Molin, convertita con un colpo di mano Usa, in Renato Del Din.
Nel 2004, quando gli Stati Uniti, chiedono di ampliare la base militare di Vicenza, il governo italiano, allora presieduto da Silvio Berlusconi, coinvolge il sindaco di Vicenza Enrico Hüllweck che esprime parere favorevole. La cittadinanza ne venne a conoscenza solo nel 2006, manifestando una forte opposizione che portò alla nascita del movimento No Dal Molin. Nonostante le proteste, il 16 gennaio 2007 il governo Prodi, che aveva vinto le nuove elezioni, diede il via libera definitivo al progetto col cosiddetto “editto di Bucarest”: anche qui una convergenza che dovrebbe far riflettere.
Alle amministrative del 2008 il centrosinistra conquista il Comune di Vicenza, puntando sulla contrarietà alla nuova base USA. Il sindaco Achille Variati propone un referendum cittadino, ma quattro giorni prima del voto il Consiglio di Stato lo blocca, definendo l’approvazione della base un «atto politico» non sindacabile. In risposta, il movimento No Dal Molin organizza una consultazione autogestita il 5 ottobre 2008: quasi 25 mila cittadini partecipano (il 28% degli aventi diritto) e il 95% vota contro la nuova base.
Ecco, quindi, che i figliocci politici di Variati, il neo sindaco del PD Giacomo Possamai, eletto anche con i voti di chi ha nel cuore le lotte dei No Dal Molin e la pace, non solo anziani, e, anche se ideologicamente ben poco vicino ai suoi mentori, Jacopo Bulgarini d’Elci decidono di abiurare almeno quei 25mila vicentini, che molti di più sarebbero stati se la chiamata alle urne non fosse stata solamente simbolica. E, invece di coltivare una (ri)avvicinamento tra i vicentini e i militari delle basi, da sempre totalmente estranei alla vita della città, magari iniziando con economiche e coinvolgenti sagre a base di bruschette da una parte e hamburger dall’altro, allietate da canti popolari proprio dei festivalieri, cosa fanno i due? Vanno a caccia di finanziamenti, a stelle e strisce e locali con simpatie per i classici “poteri” per pagarci conferenzieri e troupe (non truppe) a vantaggio di una platea selezionata, tra i vicentini, e di certo non tra i marines che sanno che andranno a giocarsi la vita nelle aree di guerra, da Gaza a dove la democrazia Usa vuole esportarsi con gli esiti, tragici, visti ovunque siano andati le loro armi, non certo intellettuali, dalla Seconda guerra mondiale in poi.
Sia ben chiaro che il focus che vi proponiamo in questo numero, con la firma dello storico Emilio Franzina e di chi vi scrive, non ha nulla di anti-americano, inteso come relazioni umane tra il popolo italiano e quello Usa, ma dovrebbe aiutarvi a capire i motivi reali, venali e geolopolitici, del festival.
Ma, per sollevarvi un po’ il morale dopo l’altro flop locale, quello che espropria di milioni di euro i residenti con le inadempienze annunciate, da noi, della GPS, durante il mese di “godimento” di VicenzaPiù Viva n. 301, speriamo, e dopo il festival “a trasparenza zero”, a soli 3 euro vi proponiamo tanti altri articoli, che vi allieteranno l’avvicinamento alle placide ore notturne.
Indice VicenzaPiù Viva n. 301, 1° settembre 2025
