Vincenzo Consoli condannato al processo Veneto Banca, ex giudice Schiavon: capro espiatorio per “dimenticare” (in)azioni Bankitalia?

Superman Vincenzo Consoli
Superman Vincenzo Consoli

Non è ancora il momento di esprimere un serio giudizio sulla sentenza con la quale il Tribunale di Treviso ha inflitto a Vincenzo Consoli la pena di quattro anni di reclusione per i presunti reati collegati alla liquidazione di Veneto Banca: è, infatti, necessario attendere la redazione delle motivazioni e, solo allora, dopo averla letta, si sarà in grado di capire il ragionamento dei giudici di primo grado  (per tutte le udienze e notizie sul processo Veneto Banca clicca qui, a breve ViPiu.it pubblicherà su Bankileaks.com i verbali delle udienze, ndr)

Ciò precisato, è però possibile, fin d’ora, prospettare alcune, pur sommarie, considerazioni sulla credibilità dell’impianto accusatorio e sulla probabile linea argomentativa seguita dal Tribunale.

Anzitutto, desta sempre più stupore e perplessità, il presupposto di fondo secondo il quale Consoli sarebbe stato il deus ex machina di sconsiderate manovre gestionali che avrebbero portato Veneto Banca al fallimento: il padre- padrone dell’Istituto, despota decisionista e prevaricatore sistematico di tutte le figure professionali appartenenti al Consiglio di Amministrazione, al Collegio sindacale, ai quadri dirigenti della banca ecc. Insomma, un uomo capace di condizionare, da solo, le sorti dell’azienda bancaria, di depistare il mercato, di ingannare gli azionisti risparmiatori (tra i quali lui stesso e la sua famiglia), di mettere nel sacco Banca d’Italia, Consob e fors’anche BCE… Insomma, un genio del male, unico autore di un disastro che ha travolto  decine di migliaia di ingenue persone e tutte le Istituzioni deputate a governare il sistema bancario, a deciderne le linee direttive e le sorti ed a controllarne tempestivamente le eventuali devianze.

Tutto questo è già poco verosimile e lascia intravvedere la scelta dei giudici di primo grado di accreditare, senza titubanze, l’idea dell’uomo solo al comando, bypassando tout court le diffuse perplessità che hanno destato le tante distrazioni dei controllori e, soprattutto, le distorte strategie del sistema bancario, determinanti nell’aver causato, quasi contemporanea, la fine  di molte banche italiana- Tutte per carenze gestionali?

Si ha l’amara impressione (salvo capirne di più dopo la lettura della motivazione) che il Tribunale abbia pedissequamente seguito il superficiale schema dell’impianto accusatorio costruito dalla Procura della Repubblica, che non ha fatto il minimo sforzo intellettuale per ricercare seriamente le vere cause del disastro, approfondendo le indagini. Si ha la sensazione che nessuno si sia neppure posto il problema dell’effetto disastroso della cosiddetta riforma delle banche popolari o abbia capito la mistificazione dei dati diffusi dai controllori sulle cosiddette operazioni baciate in Veneto Banca o abbia avuto qualche dubbio sul vero (scontato e prevedibile) ruolo, in questo processo, di Vincenzo Consoli: quello del capro espiatorio, destinato a mitigare la cattiva coscienza di tutti gli altri protagonisti e dei soggetti che, in questa storia, hanno pur avuto un ruolo determinante: Visco, Barbagallo, Terrinoni ecc. ..

L’importante era passare la mano ai giudici di secondo grado, per evitare che la mannaia della prescrizione cadesse già in primo grado… La delusione è enorme, soprattutto per me che del Tribunale di Treviso sono stato anche Presidente.

Speravamo tutti in un sussulto della verità, ma, evidentemente, si dovrà ancora aspettare: non è (e non deve essere) finita.