Volksbank, Cda a ViPiu, GdV e Sole 24 Ore: siamo 5ª banca nel Veneto. E poi: “Valore patrimoniale doppio dei titoli, palazzo Thiene non nei nostri piani”

2036

Volksbank presente e futuro con proiezioni ottimistiche. Il 10 febbraio 2023 (leggi «Volksbank continua a migliorare la redditività e la solidità: anche nel 2022 utile netto e dividendo in crescita. Il video integrale e biligue della conferenza stampa», di seguito quello con “estratti” i contenuti in italiano), il Cda ha approvato gli schemi del bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2022. In questo articolo torniamo sull’argomento concentrnandoci su quanto risposto ai cronisti, a margine della conferenza stampa di presentazione dei dati, a cui era fisicamente presente il nostro direttore Giovanni Coviello.

Per seguire le risposte fornite dai vertici di Volksbank ai giornalisti in sala e collegati da remoto è possibile consultare il video in copertina di questo articolo o, come sempre, navigare nel canale Youtube di LaPiù Tv, raggiungibile cliccando questo link, oppure scaricare gratuitamente in ambiente iOs e Android l’App LaPiù Tv .

Di seguito riportiamo una versione un po’ sintetizzata ma in gran parte testuale di quanto detto . 

Il direttore di ViPiu.it, Giovanni Coviello, ha chiesto su come venga determinato il valore delle azioni sulla piattaforma attivata per la compravendita delle stesse: “Sulla piattaforma – ha risposto Lukas Ladurner, presidente di Volksbank – attualmente il prezzo minimo di scambio è di 8,3 euro. Purtroppo in piattaforma c’è ancora una scarsa movimentazione in acquisto … nonostante i buoni risultati dell’azienda. Da dove nasce questa volontà di vendere?  Purtroppo, secondo noi questo nasce da una serie di eventi del passato,
parlo del 2019 e prima, è andata persa tanta fiducia. Proprio per questo è stato indirizzato
l’impegno a cercare di ricostruire questa fiducia, guadagnandola con i risultati e non promettendo cose che non possiamo mantenere, ma cercando con professionalità e con fatica di far andare bene l’azienda, perché è la base di tutto:  tranquillizzare le persone che le azioni in Volksbank hanno un buon controvalore e che quando l’azienda va bene ci sono anche i soldi per i dividendi“.

Quanto alla quotazione attuale, a fronte di una originaria di più del doppio “a titolo personale – ha aggiunto il presidente di Volksbank – oggi la quotazione rispecchia solo circa 5 volte l’utile netto, c’è una quotazione piuttosto bassa, pertanto io sono sempre il primo a dire che non è il momento di vendere ma di comprare. È necessario che questi risultati l’azienda riesca a farli in maniera costante anche in futuro.

Proprio per questo abbiamo approfondito con voi questi dati per mostrare l’andamento e
sottolineando che è una maratona, che non è finita. Non ci vogliamo riposare, anzi la
fatica deve continuare. Il contesto è molto sfidante: ad oggi fare previsioni di come andrà a
finire l’anno è difficilissimo e, come stiamo facendo ormai da tre anni prima col Covid, poi con la guerra, poi coi mercati finanziari, stiamo navigando a distanza non ottimale, sarebbe bello avere più visibilità su alcuni indicatori macroeconomici più lunghi. La coda (di chi vuol vendere, ndr) negli anni si è accorciata e noi speriamo che pian pianino questa coda prima o poi si risolverà, che si torni alla normalità, che ci sia uno scambio normale e che poi ci sia un apprezzamento dell’azione in linea con quello che è il valore vero“.

Sull’assenza in Veneto di grandi banche e sulle intenzioni di Volksbank di recitare, in questo senso, un ruolo da protagonista, colmando questa lacuna, così ha risposto a Coviello Alberto Naef, Direttore Generale Volksbank: “Se mi è consentita una piccola battuta, visto che le grandi banche in Veneto non ci sono più, meglio diventare una grande banca del Veneto.

Noi non ci facciamo un cruccio della dimensione e dimostriamo con i dati che non deve essere la dimensione il nostro obiettivo. Alle volte la dimensione nasce più dall’ego dei manager,  che non da una esigenza reale dell’azienda. Vogliamo restare una banca grande, quindi come visto cresciamo anche in termini di sportelli. Il nostro approccio è, però, quello di avere una banca multicanale, in cui i clienti possano avere sempre un posto dove trovare i colleghi che ci mettono la faccia. Noi siamo la quinta banca del Veneto ed è anche merito delle BCC che si accorpano.

Cresciamo cercando di essere non una grande banca, ma una banca grande, intesa come un istituto che fa bene il suo mestiere e che dà un beneficio ai comuni dove è presente. In Veneto abbiamo 3 delle nostre 6 sedi: abbiamo la sede qui di Bolzano Merano, la sede di Bressanone e Brunico, due sedi in Alto Adige, la sede di Trento che segue il Trentino, e poi abbiamo le tre sedi di Vicenza-Marostica che segue la provincia di Vicenza, la sede di Belluno che ha Conegliano, Treviso e Padova e Pordenone e la sede di Venezia Mestre che segue Venezia e Padova. Come volume, ormai siamo quasi arrivati a quel livello (delle grandi banche, ndr). Il nostro obiettivo è dare alle singole sedi sempre più autonomie, facoltà di operare e indipendenza“.

Sulla possibilità, nell’ambito di Vicenza, di affittare Palazzo Thiene, ex storica sede della Banca Popolare di Vicenza e per la quale il comune, che l’ha, lodevolmente, acquistata per “ridarla” ai vicentini, ha avviato la procedura di affidamento, richiedendo manifestazioni di interesse, tra le quali si è appena concretizzata quella della Banca Popolare di Sondrio, presente a Vicenza e in Veneto ma non originaria del Nordest: “Non reputo che palazzo Thiene – ha risposto Naef – sia nell’ambito della nostra strategia, nel senso che la nostra strategia è quella di San Giacomo al Palladio, dove abbiamo la nostra direzione di sede, e delle nostre sedi. In questo senso, cerchiamo di essere snelli perché l’unico modo per essere efficienti è essere una banca grande ed avere le giuste professionalità, che oggi servono in tutte le funzioni nevralgiche dell’azienda. Non si può più avere un’azienda oggi che si basa sull’estro di poche persone. Contesti come quello (Palazzo Thiene, ndr) sarebbero un lusso troppo grande per noi“.

Roberta Bassan del Giornale di Vicenza ha chiesto, in video collegamento, lumi sul perché dell’aumento degli utili e del dividendo a 62 centesimi rispetto all’anno precedente e alle previsioni e se questi numeri non siano una compensazione del calo del prezzo delle azioni e/o, con una “domanda-insinuazione” un po’, diciamo, superficiale (visto che presentare numeri non veritieri sarebbe a dir poco sanzionabile a vari livelli, ndr), se non volessero essere un biglietto da visita per il presidente in vista del rinnovo delle cariche.

“Questo bilancio – ha risposto seccamennte Lukas Ladurner, presidente di Volksbank – è fatto con criteri molto prudenziali, nel senso che questi numeri sono molto solidi e sono anche corredati da valutazioni molto prudenti. Il risultato non è un risultato costruito, ma pienamente operativo e gestionale e questo ci tengo tanto a sottolinearlo.

Perché il risultato è così alto? Anche noi all’inizio dell’anno scorso, quando abbiamo
presentato il bilancio 2021, non avevamo evidenza che fosse possibile avere un risultato così alto. Sono successe sostanzialmente tre cose: la prima è che parecchi progetti di efficientamento che avevamo già ipotizzato all’inizio del Piano industriale sono andati a buon fine prima del previsto e ci hanno fatto risparmiare da vecchie risorse economiche sul lato dei costi operativi.

C’è un grosso tema del costo del rischio, nel senso che grazie alla bravura della nostra struttura siamo stati in grado di recuperare parecchi soldi su posizioni incagliate o in sofferenza: 30 milioni di differenza. Questa è una grossa differenza. La seconda fetta più grande sta lì …  una gestione oculata del rischio… crediti che abbiamo sistemato da vecchie pratiche che erano in difficoltà.

Il terzo tema è che, soprattutto nella seconda metà del 2022, sono cambiati i mercati finanziari e, come abbiamo mostrato, nel nostro caso l’aumento degli interessi non deriva da 5 milioni di interessi da clienti in più, ma dal portafoglio che noi abbiamo, all’incirca 3 miliardi di euro che è stato gestito dalla nostra struttura di investimento molto bene, avendo fatto la scelta giusta di investire in titoli, siamo riusciti a beneficiare di questo scenario dei tassi generali in rialzo e questo ci ha permesso di fare questi risultati. Pertanto il risultato è un risultato industriale, non di cosmesi per farsi più belli di quello che si è, questo ci tengo a sottolinearlo.

Per quanto riguarda la scadenza del mandato, questo consiglio è alla scadenza con l’approvazione di bilancio. Il patto di sindacato che aveva proposto questo consiglio nel 2020 ha fatto al suo interno una preselezione di nove candidati. Il numero dei consiglieri si ridurrà da 12 a 9 e io ho dato disponibilità per un ulteriore prossimo mandato“.

In coda alla risposta del presidente Ladurner, Naef ha inoltre aggiunto: “I 62 centesimi sono il 40% di distribuzione dell’utile, che è la nostra politica di payout dei dividendi da piano industriale. Quindi, la politica di dividendo non ha nulla a che fare con la scadenza del mandato“.

Paolo Varonetto de Il Sole 24 Ore e Radiocor, collegato anche lui a distanza, ha poi chiesto sul tema del valore delle azioni in relazione alle valutazioni del mercato e sul gap, oggi eliminato, tra banche piccole e grandi in tema di requisiti patrimoniali minimi richiesti e se questo ha comportato, e con quale impatto, un inasprimento delle richieste prudenziali.

Della risposta si è incaricato ancora il presidente di Volksbank Ladurner: “Non come presidente della banca, ma come imprenditore le rispondo che c’è una situazione veramente un po’ bizzarra: aziende che sono sane e che hanno dimostrato nel tempo
la capacità di generare reddito stabilmente valgono meno del patrimonio netto. Difendo da
sempre la linea che le aziende che vanno bene devono valere più del patrimonio netto. Pertanto l’obiettivo del sottoscritto a titolo personale è di far vedere ai nostri azionisti che l’azienda è sana e che riesce a produrre in maniera costante una buona reattività in
funzione dei contesti in cui ci troviamo, puntando nel medio e lungo termine a che ci siano le fasi nella nostra azione, sperando che questa possa essere di nuovo su un livello
sopra 1 (il prezzo di oggi è di circa la metà del valore patrimoniale, ndr)…

Se guardiamo la situazione globale dei prezzi delle banche internazionali vediamo che negli
Stati Uniti siamo sopra a 1, in Europa c’è un forte sconto perché negli ultimi anni la vigilanza ha introdotto nuove normative e fatto sì che le aziende abbiano dovuto
capitalizzare.

Sugli effetti delle restrizioni da parte della vigilanza le dico che le regole hanno fatto sì che il rendimenti delle banche europee, di riflesso anche le banche di medie e piccole dimensioni come noi, hanno dovuto aumentare gli accantonamenti per avere il portafoglio crediti in sofferenza e in difficoltà su delle soglie più basse rispetto al 2015.

… chiaramente dovendo fare queste rettifiche i risultati sono minori e questo ha comportato che l’aspettativa di ritorno del capitale è stato più alto di quello che aveva la reattività che le banche tradizionali...

Questo ha creato un differenziale tra il patrimonio netto e il valore delle azioni. Però ci stiamo avvicinando. Intesa è un buon modello perché è stata molto virtuosa su questo fronte, a mio avviso. È stata una tra le prime banche ad adattarsi molto velocemente a questo nuovo contesto e lo dimostra la quotazione di Intesa in quanto banca molto solida, ma anche molto ben gestita, ma anche Volksbank… può di nuovo tornare al livello di quotazione del patrimonio netto“.

Sui requisiti prudenziali è intervenuto anche Georg Mair am Tinkhof, Chief Operating Office di Volksbank: “… per eventuali aumenti dei requisiti da quel punto di vista siamo assolutamente tranquilli e assolutamente possiamo confermare che questa è proprio della solidità di cui dicevamo prima“.

Lukas Ladurner, presidente di Volksbank, ha ripreso parola sul tema: “…abbiamo adottato una politica potenziale che continuerà in futuro anche così. È giusto che ci sia il giusto ritorno anche per i nostri azionisti sotto forma di capitale, ma noi con la strategia dei lungo termine dobbiamo avere le spalle ben coperte in tempi duri come questi, aver eventualmente le giuste riserve per poter sostenere la crescita, perché crescere vuol dire aver capitale e dall’altra parte avere anche le spalle larghe in caso ci siano scenari generali molto avversi e per non avere difficoltà sui livelli di energia elettrica“.

Poi è stata posta una nuova domanda da Coviello circa il sistema che viene adottato da Volksbank per dare un valore ai propri titoli.

La riposta di chiusura è stato fornita dal presidente: “Una volta anche la nostra piattaforma
seguiva la logica dell’approvazione da parte dell’assemblea di un prezzo di riferimento, che era il prezzo minimo di scambio. Dal 2017… la banca non c’entra più niente su quello che è il prezzo di scambio di un’azione. Non incidiamo noi su una determinazione interna“, ha concluso Lukas Ladurner.