Inchiesta tamponi rapidi Veneto, Lanzarin difende la Sanità veneta e le scelte fatte a tutela dei cittadini

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Inchiesta tamponi Veneto medici in agitazione

Sull’inchiesta relativa ai tamponi rapidi in Veneto c’è chi vuole concentrarsi su quanto fatto concretamente per salvare vite umane.

Tra questi, l’assessore al ramo della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, che – affidando il suo pensiero sulla vicenda tornata d’attualità – evita di esprimere un’opinione sugli aspetti “politici”, ovvero sul contrasto tra il governatore del Veneto Luca Zaia e Andrea Crisanti, microbiologo ex UniPd e senatore del Partito democratico (leggi qui).

E del resto – è bene sottolinearlo – l’inchiesta della Procura di Padova sulle presunte irregolarità nelle commesse di tamponi rapidi fatte da Regione Veneto alla Abbott sono in una fase nella quale non si è ancora verificato un pronunciamento per il rinvio a giudizio degli indagati. 

Queste, allora, le parole dell’assessore alla Sanità del Veneto: “C’è un’intera categoria di professionisti della sanità, fatta di manager, medici, infermieri e altri professionisti che per mesi si è trovata a fronteggiare una pandemia senza precedenti, misurandosi con scelte organizzative, preventive e cliniche di rilevanza estrema per la salute pubblica – dice la Lanzarin -.

Questo, in una situazione del tutto nuova, in cui lo stesso approccio richiedeva coraggio. L’individuazione precoce di tutti i soggetti positivi è stata la stella polare dell’attività regionale per poter dare risposte tempestive in un’emergenza senza precedenti.

Il sistema sanitario veneto non può essere tenuto sotto scacco da dubbi e da illazioni – attacca -. Tutte le posizioni sono legittime e rispettabili in democrazia, ma non possono ingenerare confusione nei cittadini, soprattutto se contengono il rischio di arrecare discredito sull’impegno massiccio che la sanità veneta, a tutti i suoi livelli, sta portando avanti da oltre due anni per contrastare il Coronavirus e tutelare la salute pubblica.

Un impegno che la Regione Veneto ha fatto proprio da subito. È profondamente avvilente vedere che questo sforzo immane non solo viene messo in discussione, ma viene dipinto come dannoso e controproducente per la salute pubblica.

Provo grande tristezza – conclude Lanzarin – a vedere come in nome del dibattito politico si possa insistere sul concetto che le decisioni in materia di test antigenici hanno favorito la mortalità. Un’accusa infamante e gravissima, più volte smentita da autorevoli studi internazionali, che nessun amministratore o nessun professionista della sanità si merita dopo essersi impegnato senza sosta per contrastare una sciagura che ha attraversato il mondo con milioni di morti. Sforzi che hanno salvato migliaia di vite”, conclude Manuela Lanzarin.