
Due coniugi della provincia di Vicenza sono indagati con l’ipotesi di omicidio volontario. L’accusa è di aver impedito “cure adeguate” per il loro figlio adolescente, malato di cancro e poi deceduto.
La coppia cinquantenne aveva un figlio morto all’inizio dello scorso anno all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Il caso era stato segnalato alla magistratura dai servizi sociali del Comune in cui risiedono i genitori, con indagini svolte dapprima dalla Procura della Repubblica per i minorenni di Venezia, e poi dalla Procura di Vicenza, quando il giovane era ancora in vita.
Questa vicenda, lanciata nei giorni scorsi da Il Giornale di Vicenza, ha sollevato un profondo dibattito. Dopo la diagnosi della malattia, l’adolescente era stato visitato da un consulente della Procura, il quale avrebbe accertato che non gli sarebbero state somministrate le cure che, secondo l’accusa, sarebbero state necessarie, anche se forse non a guarirlo definitivamente.
Nelle scorse settimane, la polizia giudiziaria ha ascoltato i due genitori in un interrogatorio, ripercorrendo la vicenda e le scelte di cura adottate. Alla luce di quanto emerso dalla consulenza eseguita al San Bortolo e dall’esito dell’interrogatorio, la Procura avrebbe deciso di proseguire su questa linea investigativa, contestando l’accusa di non aver concesso al figlio le cure necessarie per la sua sopravvivenza. Il reato, se confermato, potrebbe portare a un processo in Corte d’Assise, in assenza di riti alternativi.
I legali della coppia hanno commentato la decisione della Procura: “Discuteremo davanti alla Corte d’Assise. Il reato che ci contestano è infatti di competenza della Corte d’Assise e davanti a questi giudici siamo pronti a difenderci. Comunque andremo a discutere davanti alla Corte di un dramma familiare. Questi genitori vivono già una pena che nessun tribunale, nessun giudice, potrà aggravare”. Hanno poi aggiunto: “La contestazione che viene mossa a questi genitori ci sembra un’enormità. Questa coppia sta già scontando il proprio ergastolo. Detto questo, una volta letti i documenti cercheremo di capire con esattezza le accuse che ci vengono mosse”.