
Si è spento ieri, all’età di 78 anni, Elio Marioni, fondatore del gruppo Askoll, imprenditore noto per la sua straordinaria capacità di innovare nei settori dei motori elettrici, degli elettrodomestici e più recentemente della mobilità sostenibile.
A ricordarlo con parole di sincero apprezzamento è il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, che ha espresso il cordoglio della città: «La notizia della scomparsa di Elio Marioni ci addolora profondamente. È stato un imprenditore straordinario, capace di unire visione, innovazione e coraggio, lasciando un segno profondo nella storia industriale di Vicenza.
Con la sua Askoll, fondata a Dueville negli anni Settanta, ha saputo trasformare intuizioni tecniche all’avanguardia in un’avventura industriale di successo, rivoluzionando prima i motori elettrici, poi i sistemi di riscaldamento, gli elettrodomestici e infine la mobilità elettrica.
Un esempio di passione e ingegno che ha ispirato un intero territorio. Alla sua famiglia va il mio pensiero più sincero, e quello della Giunta e di tutta l’Amministrazione comunale di Vicenza.»
Una figura che ha incarnato per decenni lo spirito imprenditoriale del Nordest, anticipando tendenze e bisogni della società, puntando sull’energia pulita quando ancora in pochi ci credevano.
Tra innovazione e zone d’ombra: il caso Castell’Alfero
Tuttavia, come ogni grande storia industriale, anche quella di Elio Marioni, che nei suoi umani eccessi si paragonò anche a Steve Jobs, presenta pagine complesse.
Noi di ViPiu.it e VicenzaPiù, pur unendoci al cordoglio collettivo e riconoscendo appieno il valore imprenditoriale di Marioni — che abbiamo conosciuto anche come appassionato di equitazione, vicino alla carriera sportiva della figlia — riteniamo giusto non dimenticare gli aspetti meno luminosi del suo percorso (anche quello di chi scrive, per capirci, non è irrilevante ma non vorrò essere ricordato solo per il “bene”).
Tra questi, spicca la vicenda dei lavoratori dello stabilimento Askoll di Castell’Alfero, nell’Astigiano, colpiti da licenziamenti legati a scelte di delocalizzazione, che segnarono profondamente la comunità locale.
Una storia che abbiamo seguito con attenzione, sul web (qui i nostri articoli) e sul cartaceo, e che, all’epoca, ci espose anche a pressioni e tentativi di silenziamento da parte dello stesso imprenditore. Vicende che ebbero poca risonanza a Vicenza, nonostante il loro peso sociale.

Marioni, come molti altri imprenditori di successo, ha dovuto affrontare scelte difficili nel bilanciamento tra efficienza industriale e responsabilità sociale. E, in alcuni casi, la spinta all’innovazione e alla crescita ha avuto un costo umano che merita oggi di essere ricordato con rispetto ma anche con onestà, che ora siamo sicuri ci potrà riconoscere anche lui se starà dove sperano i suoi cari nello sconosciuto aldilà.
Un bilancio sincero
Elio Marioni lascia un’eredità importante, fatta di visione, tenacia e capacità di trasformare idee in realtà industriali.
Il suo contributo all’innovazione italiana — dai motori elettrici alla mobilità green — è indiscutibile. Ma è altrettanto doveroso ricordare che dietro ogni successo ci sono anche conseguenze meno celebrate, che riguardano lavoratori, famiglie, territori.
Alle persone che lo hanno amato, alla sua famiglia, ai suoi collaboratori, vanno le nostre condoglianze.
Ma il nostro pensiero va anche ai lavoratori licenziati — non solo quelli di Castell’Alfero — su cui, almeno in parte, si è costruito quel successo.
Come quello, è la verità ricorrente, di tanti imprenditori di successo.