
Il ddl approdato in Consiglio dei Ministri prevede il trasferimento al “risorgendo” Tribunale di Bassano di personale da Vicenza, Padova e Treviso. Il Comitato: «Altro che parole mantenute, è una truffa istituzionale. Parlamentari vicentini, ora dite da che parte state»
Il Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza, guidato dall’avvocato Gaetano Crisafi, lancia un durissimo atto d’accusa contro i vertici istituzionali veneti e il governo Meloni: «Zaia, Ostellari e Nordio hanno mentito. Il nuovo Tribunale di Bassano si farà, ma senza personale in più: lo si toglierà da Vicenza, Padova e Treviso».

Il 22 luglio il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema del disegno di legge sulla nuova geografia giudiziaria, e secondo il Comitato la verità è ora nero su bianco: nessuna assunzione prevista, solo autorizzazione esplicita a trasferimenti di personale da altri tribunali veneti.
Una scelta che smentisce le rassicurazioni fornite in questi mesi. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario Andrea Ostellari e il presidente della Regione Luca Zaia avevano assicurato che non sarebbe stato tolto nulla agli uffici esistenti e che l’attivazione del tribunale a Bassano avrebbe portato un potenziamento netto della giustizia di prossimità.
Oggi il Comitato grida allo scandalo: «Quella sbandierata come “giustizia vicina ai cittadini” è una manovra populista, che svuota il già fragile sistema giudiziario vicentino per creare un doppione inefficace». Il testo del ddl autorizza infatti esplicitamente i trasferimenti di operatori da Vicenza e dalle province vicine. Una dinamica che secondo Crisafi e i promotori della protesta «sancisce un esproprio d’organico, una truffa istituzionale vera e propria».
Ma non è solo una denuncia. Il Comitato chiama in causa i parlamentari vicentini di ogni schieramento: «Il loro silenzio è complice. È il momento di prendere posizione: sostenete chi ha già firmato per lo stralcio del ddl, o schieratevi con chi ha mentito. Non ci sono vie di mezzo. Se non vi opponete, avete perso ogni legittimazione politica».
L’appello è anche concreto: fermare gli articoli 2 e 5 del disegno di legge, quelli che autorizzano i trasferimenti e non prevedono alcun rafforzamento delle sedi esistenti, in primis il Tribunale di Vicenza, già da tempo in difficoltà sul fronte delle risorse umane e organizzative.
«Basta annunci vuoti e proclami populisti – conclude la nota –. La giustizia non si fa con le inaugurazioni elettorali, ma con risorse vere e strategie coerenti. E Vicenza merita di più che un teatrino di promesse tradite».