
È con profondo cordoglio che si apprende della scomparsa, avvenuta questa notte, di Monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo emerito di Torino. La notizia tocca in modo particolare la comunità di Vicenza, dove il prelato aveva svolto il ruolo di vescovo dal 2003 al 2010. Durante il suo ministero vicentino, Nosiglia si era fatto apprezzare per la sua vicinanza ai temi sociali, un impegno che lo ha accompagnato per tutta la vita.
Nato a Rossiglione, in provincia di Genova, Cesare Nosiglia era diventato prete nel 1968. Dopo aver proseguito gli studi a Roma, aveva lavorato per vent’anni nell’Ufficio Catechistico nazionale della CEI, prima di essere consacrato vescovo nel 1991. Vescovo ausiliare e poi vicegerente della diocesi di Roma, era particolarmente impegnato nei settori dei giovani, dell’educazione e della scuola cattolica, con una forte attenzione per gli emarginati, in particolare le persone senza dimora e i nomadi.
Trasferito nel 2020 alla diocesi di Torino, come arcivescovo, Nosiglia ha continuato a mettere al centro del suo ministero la sensibilità sociale, prendendo posizioni pubbliche nelle numerose aree di crisi che hanno caratterizzato le vicende di Torino e del Piemonte. Un “magistero di strada” che lo ha visto spesso schierarsi in prima persona a fianco dei lavoratori e sostenere la dignità delle persone. Tra le sue battaglie più recenti si ricordano quelle per le crisi industriali di Embraco e dell’auto.
Forte anche il suo impegno per la Sindone: Monsignor Nosiglia promosse una prima ostensione dedicata in modo speciale ai malati durante il periodo del Covid e, nel 2015, l’ostensione pubblica in occasione della visita di due giorni di Papa Francesco.