Ottobre Rosso del PRC a Santorso chiuso con Acerbo sulla Palestina: molta sensibilità, poco dibattito oltre… l’imperialismo occidentale

Tra le attività della giornata anche gli interventi di Imad Jarrar, originario di Jenin (Palestina) e di Thea Gardellin, insegnante di inglese e interprete

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Palestina a Ottobre rosso a Santorso: Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista
Palestina a Ottobre rosso a Santorso: Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista

Si è conclusa ieri sera la festa provinciale di Rifondazione Comunista – PRC Vicenza alla Casa del Popolo – Circolo ARCI di Santorso con il convegno “PALESTINA: Dalle guerre dei potenti alla resistenza dei popoli, dalla crisi sistemica a un mondo senza guerre”. Relatori previsti della serata Imad Jarrar, originario di Jenin (Palestina), Thea Gardellin, insegnante di inglese e interprete, e Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito Rifondazione Comunista dal 2017.

A moderare il dibattito, al cui tavolo dovevano essere presenti altri invitati, intervenuti, invece, singolarmente in anticipo, era stato chiamato Giovanni Coviello, già presente al vivace confronto a più voci del 3 ottobre.  Il nostro direttore, però, dopo alcune domande, ha constatato che di dibattito c’era ben poco, trattandosi di fatto di un intervento monocorde del segretario, arrivato, peraltro, con notevole ritardo, riservato ai militanti per cui ha lasciato il tavolo rimanendo nella sala per rispetto di chi lo aveva invitato di sicuro in buona fede, Silvia Stocchetti ed Enrico Zogli, segretaria provinciali e cittadino di PRC, e per lasciare libero lo stesso Acerbo di parlare senza contraddittorio.

Palestina a Ottobre rosso a Santorso: Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito Rifondazione Comunista e, prima di lasciare il tavolo, Giovanni Coviello, direttore ViPiù.it e VicenzaPiù Viva
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito Rifondazione Comunista e, prima di lasciare il tavolo, Giovanni Coviello, direttore ViPiù.it e VicenzaPiù Viva

La giornata conclusiva è stata, comunque, ricca: è iniziata la mattina con la presentazione del libro “Il bivio” con l’autore Dino Greco, a cui hanno fatto seguito il pranzo di autofinanziamento e i collegamenti online con il regista Mohammed Alatar da Ramallah, Faisal Saleh direttore del museo Palestinese di Venezia, e con Richard Boyd Barret parlamentare nord Irlandese; al termine, la proiezione del film “No other land”.

Imad Jarrar ha esordito raccontando una parte della storia del popolo palestinese: ad oggi sono 6 milioni i palestinesi rifugiati, 66mila i morti di cui 18mila bambini; Israele ha costruito 916 posti di blocco attorno alle varie città palestinesi. “È ormai chiaro che l’obiettivo del sionismo è il genocidio, vogliono creare uno stato ebraico in Palestina e ritengono non ci sia posto per due popoli. Netanyahu non vuole la pace” ha concluso Jarrar.

Palestina
Imad Jarrar, originario di Jenin non confermato

Thea Gardellin ha preso la parola definendo “compromesso ipocrita” quello che Trump ha proposto – inizieranno ufficialmente nel pomeriggio a Sharm el Sheikh i negoziati sul piano di pace per Gaza – e sperando che Hamas e gli altri gruppi palestinesi coinvolti lo rigetti.

“Con i compagni greci si pensava di organizzare uno sciopero nazionale pro Palestina tra l’8 e il 10 ottobre, combinandolo anche con Francia e Spagna. Se bloccano la Freedom Flotilla, che porta 100 persone tra medici e infermieri in viaggio verso gli ospedali di Gaza, blocchiamo tutto” conclude Gardellin, sottolineando che l’esempio italiano sta avendo seguito a livello internazionale.

“Oramai non c’è più neanche la tendenza a nascondere i reali obiettivi perché il Parlamento israeliano vota apertamente la contrarietà a realizzare lo Stato di Palestina e definisce apertamente che si vogliono prendere tutto. Ma questa tendenza è forte in tutto l’Occidente e corrisponde alla tendenza al riarmo e alla guerra cui assistiamo in Europa e negli Stati Uniti. Credo che il nostro compito sia quello di opporci a questa tendenza imperialistica che sta diventando prevalente” comincia Maurizio Acerbo. Il compito attuale è riconoscere il diritto di autodeterminazione dei popoli ed essere solidali con il popolo in conflitto.

Acerbo, basando sui testi di Marx e Lenin le sue analisi di responsabilità del “capitalismo imperialista occidentale” per il genocidio di Gaza, ritiene necessario “staccare la spina” ad Israele, cessando l’invio di risorse e armi, condizione senza la quale non verranno rivisti i rapporti di forza attualmente a suo favore. Questo fatto dovrebbe dar seguito poi alla questione del non riarmo dell’Europa, strategico per creare un nuovo ordine in cui i conflitti tra le potenze non si risolvano con la guerra.

Poco o nulla, oltre alla enunciazioni di principio e al più che condivisibile invito a proseguire nelle manifestazioni di piazza, è stato proposto, però, per salvare concretamente e nel frattempo le vite dei palestinesi che continuano ad essere vittime, a Gaza e nei territori dilaniati della Palestina, del braccio di ferro tra Hamas e Netanyhau con gli USA di un Trump comunque troppo instabile nelle sue enunciazioni.

Del “comizio” di Acerbo poco di nuovo c’è da riferire sulle posizioni del partito note tramite, essenzialmente, i suoi social (qui il sito) e i suoi incontri visto che “i media quasi mai ne parlano”, si è lamentato Acerbi, “colpevolmente – ha commentato ieri sera il nostro direttore parlando anche con parte dell’uditorio – anche se è difficile farlo quando chi sarebbe ed è disposto a farlo non è neanche ascoltato e capito se fa osservazioni o domande fuori seminato… Peccato perché gli iscritti presenti, almeno stasera, hanno la sensibilità per ascoltare e poter essere più ascoltati per poi tramutarsi in promotori delle idee del PRC e diffonderle fuori da quello che appare un recinto sempre più ristretto”.

“Ottobre Rosso” è stata la prima edizione della festa provinciale di Rifondazione Comunista – PRC Vicenza, tenutasi dal 2 al 5 ottobre presso la Casa del Popolo – Circolo ARCI di Santorso (VI). Quattro giorni all’insegna di resistenza, convivialità e partecipazione popolare, con dibattiti, libri, musica, cucina e socialità, sul filo conduttore dei grandi temi come pace, lavoro e diritti, e con l’obiettivo comune di esprimere solidarietà al popolo palestinese.