
Sono note a tutti le recenti dinamiche politiche in materia ambientale. Dopo che i movimenti giovanili hanno costretto la politica a prestare attenzione alla questione, la Comunità Europea si è mossa di conseguenza e ne è scaturita una normativa rivolta al settore. Spicca per i suoi risvolti pratici la direttiva 2022/2464/UE sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD).
Tale direttiva ha trovato attuazione con il decreto legislativo 6 settembre 2024, n. 125 che ha affidato ai revisori legali iscritti nel Registro, qualora abilitati, il compito di esprimere con apposita relazione, le proprie conclusioni circa la conformità della rendicontazione di sostenibilità alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione, all’obbligo di marcatura, nonché all’osservanza degli obblighi di informativa di cui al Regolamento UE 2020/852 sulla tassonomia ambientale.
Ma cos’è e di cosa tratta la direttiva CSRD, vediamo le finalità principali : “La presente direttiva mira ad assicurare che le società attive nel mercato interno contribuiscano allo sviluppo sostenibile e alla transizione economica e sociale verso la sostenibilità attraverso l’individuazione, e, ove necessario, l’attribuzione di priorità, la prevenzione, l’attenuazione, l’arresto, la minimizzazione e la riparazione degli impatti negativi, siano essi effettivi o potenziali, sui diritti umani e sull’ambiente connessi alle attività delle società stesse nonché alle attività delle loro filiazioni e dei loro partner commerciali nelle catene di attività cui le società partecipano, e garantendo che le persone colpite dal mancato rispetto di tale obbligo abbiano accesso alla giustizia e ai mezzi di ricorso. La presente direttiva lascia impregiudicata la responsabilità degli Stati membri di rispettare e tutelare i diritti umani e l’ambiente ai sensi del diritto internazionale.”.
Il decreto legislativo 6 settembre 2024, n. 125 applica gli scopi della Direttiva, vediamo alcuni passaggi che specificano sul piano operativo i principi espressi in linea di massima dalla CSRD e come verranno applicati nel nostro paese, due sono gli aspetti fondamentali, la rendicontazione di sostenibilità e le questioni di sostenibilità.
La rendicontazione di sostenibilità è definita dal Decreto Legislativo come “la rendicontazione di informazioni relative a questioni di sostenibilità conformemente agli articoli 3 e 4 del presente decreto.
Le questioni di sostenibilità riguardano invece i “fattori ambientali, sociali, relativi ai diritti umani e di governance, compresi i fattori di sostenibilità quali definiti all’articolo 2, punto 24), del regolamento (UE) 2019/2088 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 novembre 2019;
Gli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità sono stati introdotti gradualmente e di conseguenza anche l’attività di attestazione del revisore della sostenibilità ambientale o ESG (Environmental, Social, Corporate Governance):
- a decorrere dagli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio 2027 per le grandi imprese
- a decorrere dagli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio 2028 per le Piccole e Medie imprese quotate, escluse le micro imprese.
Sulla base di una recente rilevazione le imprese obbligate alla rendicontazione di sostenibilità sono state nel 2024 circa 180.
L’abilitazione a svolgere i compiti di attestazione trova la sua disciplina nell’articolo 6 comma 1 bis del Decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39, poi attuato con decreto ministeriale del 19 Febbraio 2025, in sostanza dopo una prima fase transitoria sarà necessario un tirocinio triennale e l’esame di stato.
In pratica siamo di fronte ad un vero e proprio upgrade nella disciplina dell’attività di revisione, oramai non più solo contabile, ma che rivolge la sua attenzione alle tematiche ambientali e di sicurezza sul lavoro, tematiche che hanno diretta attinenza anche riguardo all’’erogazione del credito e quindi nei confronti delle banche, tenute a valutare il rispetto dei principi in materia ambientale nella concessione dei finanziamenti e delle linee di credito.
È chiaro che l’impatto della Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD sulle realtà più grandi si farà sentire da subito, poi mani a mano su quelle più piccole, ma è bene cominciare a parlarne per non farsi trovare impreparati.






































