Tribunale di Vicenza, Sbrollini (Italia Viva): “Ridicola la promessa del Governo sull’apertura del Tribunale della Pedemontana”

Consigliera parità Vicenza e Daniela Sbrollini tribunale
Daniela Sbrollini

Il Tribunale di Vicenza e quello della Pedemontana: le due sedi sono in queste ore al centro di un dibattito politico dopo che da diverse parti è stato lamentato che, ora, si ha anche la prova del fatto che l’apertura di un foro a servizio di cittadini e imprese del Bassanese e zone limitrofe comporti un sacrificio in termini di personale del foro del capoluogo di provincia.

La circostanza è emersa dopo che il ddl “Disposizioni in materia di circoscrizioni giudiziarie” a firma Nordio è stato depositato alla Camera, rivelando i dettagli che – secondo alcune interpretazioni – indicherebbero che il personale, giudiziario e amministrativo, necessario alla nascente sede giudiziaria sarà preso da Vicenza.

In merito si registra l’intervento della senatrice vicentina di Italia Viva, Daniela Sbrollini. “Sappiamo – ha detto – che il Tribunale di Vicenza è da troppo tempo sotto organico. Questo è oggettivamente un problema e finché non viene risolto rimane una priorità per tutta la nostra Provincia. Ho sempre sostenuto la necessità di rendere più efficiente l’operato del tribunale vicentino prima di definire nuove ipotesi. Purtroppo l’organico nel capoluogo è nettamente insufficiente, come in altre province venete”.

La senatrice riconferma dunque la richiesta fatta al Governo ed al Ministro Nordio. “Le assunzioni nuove all’interno della magistratura italiana non coprono nemmeno il turnover dei magistrati che vanno in pensione. Come possa pensare Nordio di promettere l’apertura di nuovi piccoli tribunali ad invarianza di personale, solo lui lo sa. La promessa dell’apertura del Tribunale della Pedemontana sembra tanto un contentino elettorale fatto alla Lega. Con la promessa che si farà fra tre anni, quando cioè ci sarà un altro Governo e un altro Ministro”. È una presa in giro fatta a danno della buona fede dei portatori di interesse bassanesi. Meglio allora dire la verità e restituire gli immobili della cittadella ristrutturata nella disponibilità del comune perché siano utilizzabili per scopi sociali e culturali”.