Dopo dossier e sondaggi addomesticati “aridatece” Variati: se vince Otello Dalla Rosa lo nomini vice sindaco plenipotenziario

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La parte clou della campagna di Otello Dalla Rosa è stata imperniata non sui cittadini e sulle loro esigenze viste da (centro)sinistra ma su un dossier anonimo su degli sconsiderati, che su FB sparano “like” su simboli fascisti così come in Russia mettono “I love” su Stalin, e pubblicato sul foglio di Confindustria Vicenza, che tanto bene informò i vicentini quando li invogliò per anni a comprare azioni della Banca Popolare di Vicenza (cfr. “BPVi. Bugie Popolari Vicentine“). Dopo il metodo della delazione, tipico delle dittatuer nazifascsite e comuniste per far fuori i propri avversari politici, pensavano che si fosse toccato il fondo.

Ma poi è arrivato anche il sondaggio commissionato da Otello Dalla Rosa (chi lo aveva capito prima che il 25 maggio lo denunciassimo noi o prima che oggi riprendessimo con maggiori dettagli il tentativo di condizionare le scelte degli elettori?) e pubblicato sempre sul quotidiano locale che ai tempi di Mussolini prese il nome di Vedetta Fascista a significare ora come allora che i media di sistema sono sempre col sistema salvo poi cambiare colore se mutano le bandiere issate sui pennoni dei Palazzi.

Provate a immaginare quanto a noi, che per cultura ci sentiamo (sentivamo?) di certo vicini alla sinistra dei Berglinguer e dei Pertini e ammiratori dei Moro, costi denunciare che il peggio, che pensavamo di aver documentato negli anni di depauperamento di Vicenza da parte del sistema al comando, non è arrivato.

Allora, se mai il popolo sovrano domenica 10 giugno dovesse scegliere a Vicenza la continuità di centro(non)sinistra, rivolgiamo un appello ad Otello Dalla Rosa, a quel punto sindaco, e al suo coordinatore (commissario?) politico Giacomo Possamai.

Compiano subito un gesto intelligente che li farebbe ricordare: nominino Achille Variati vice sindaco ma con i pieni poteri e Jacopo Bulgarini d’Elci suo cantore perchè, se continuazione ci deve essere, ci sia con gli originali e non con le loro copie cinesi.

Il livello dei vertici comunali, alemno, non crollerebbe anche perché mai Variati avrebbe usato metodi come i dossier anonimi per vincere, “limitandosi” ad abbracciare cause almeno apparentemente più nobili come quella del “No Dal Molin”, e mai Bulgarini si sarebbe fatto pescare con le mani nella marmellata dei sondaggi amichevoli spacciati per indipendenti tanto più che ora, sbancata Vicenza, la marmellata di un tempo ha assunto la consistenza, gli odori e i sapori dei rifiuti organici in decomposizione.

Duri?

Sì ma per aiutare, come e più di sempre, Vicenza a riconquistare la sua dignità e pronti ad essere ancora più mastini se dovesse vincere uno qualunque degli altri candidati e si facesse beccare in una qualunque delle situazioni maleodoranti che oggi avvolgono come melma i nodi ancora vitali di quel che resta di un capoluogo e di un territorio stuprati da tempo nel silenzio generale.