Aggressioni a personale medico, Funzione Pubblica CGIL Vicenza: “Gravissimo quanto accaduto a Vicenza”

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Ospedale San Bortolo di Vicenza

Anche Funzione Pubblica CGIL Vicenza interviene sul tema delle aggressioni al personale medico, dopo quanto subito da una dottoressa all’ospedale San Bortolo di Vicenza ad opera del parente di un paziente preso in carico dalla struttura (leggi qui).

“L’ennesima, gravissima aggressione nei confronti di una professionista della salute. Non la prima e, purtroppo, non l’ultima.

Innanzitutto vogliamo esprimere la nostra piena, profonda solidarietà alla vittima di questo grave episodio, ma anche a chi ne è stato vittima in passato e al personale tutto che, ogni giorno, è impegnato a garantire il diritto alla salute di cittadine e cittadini.

Ma siamo perfettamente consapevoli che esprimere solidarietà non è sufficiente.

Serve individuare misure a difesa dei lavoratori e delle lavoratrici, impegnarsi davvero sulla prevenzione, ma anche interrogarsi sulle ragioni profonde dell’esplodere di un clima generale, anche nei confronti del servizio pubblico, che sta via via peggiorando. Per provare a trovare soluzioni che non guardino solo all’oggi, ma che provino a tracciare una prospettiva diversa.

Non possiamo quindi che concordare con quanto affermato dal Presidente dell’Ordine dei Medici di Vicenza, quando sostiene che gli atti sconsiderati di chi si permette di aggredire un professionista del servizio sanitario, mentre svolge il suo lavoro, sono anche “espressione di uno stato di difficoltà e sofferenza di ormai molte persone che non vedono più garantita una equa e corretta accessibilità ai servizi”. E questo non certo per mitigare l’estrema gravità di quanto accaduto, ma per provare a non limitarci ad una lettura sul “qui e ora”.

Noi pensiamo che il limite sia stato superato da tempo. Pensiamo che il clima di ostilità dipenda anche da anni di tagli al servizio pubblico e di svalorizzazione e delegittimazione del lavoro pubblico. Un’operazione che da sempre denunciamo, e di cui si raccolgono sempre più gli amari frutti, con aumento liste di attesa, pronto soccorso ingolfati (anche per la carenza di medici di medicina generale), una sanità territoriale sempre più in mano a soggetti privati e personale in fuga. Tagli e disinvestimenti sulla sanità pubblica, con conseguente riduzione dei servizi. Ma anche disinvestimento nel lavoro pubblico, vale a dire sulla principale componente che garantisce la tenuta del servizio.

Da tempo la Fp Cgil sostiene e accompagna i lavoratori e le lavoratrici del servizio socio-sanitario, nella profonda convinzione che la garanzia del diritto alla salute passi attraverso il lavoro di chi sulla salute investe professionalità, tempo, passione. E che merita di più, in termini economici, organizzativi, di rispetto.

La Legge 113/2020 e il recente Contratto Nazionale per il personale del Comparto Sanità Pubblica introducono strumenti per la prevenzione delle aggressioni e consegnano al tavolo sindacale la possibilità di un confronto sull’adozione di misure finalizzate alla loro prevenzione: serve attivare questi tavoli!

Ma non basta.

Condividiamo l’opinione di chi sostiene che serve, anche per lavoratori e lavoratrici, una campagna di sensibilizzazione affinché le denunce vengano fatte, per riuscire a dare l’esatta dimensione di un fenomeno che è in crescita, ben più di quanto non dicano i dati ufficiali.

Ma, ancora, non basta.

Serve un radicale cambio di passo a tutti i livelli. Serve immettere risorse vere nella sanità pubblica, che va rafforzata e non depotenziata. Serve valorizzare il lavoro pubblico, che deve tornare ad essere percepito per quello che è: una lavoro di pregio, proprio per le funzioni che svolge. Serve una campagna di informazione ai cittadini che provi ad invertire una tendenza di cui sono colpevoli i detrattori del lavoro pubblico, che in questi anni lo hanno descritto sempre e solo come costo da abbattere.

Noi pensiamo che i buoi siano scappati da tempo, e proprio per questo serve uno sforzo collettivo per invertire questa tendenza, che ha radici profonde e radicate nel tempo.

Dà speranza vedere come a Vicenza il personale abbia alzato la testa e messo insieme energie, per dire che così non si può andare avanti.

Serve ora continuità nell’iniziativa, serve uno sforzo di tutti i soggetti, a partire dalle istituzioni per passare attraverso la società civile, affinché vi sia un vero cambio di passo. Ne potremo misurare i risultati solo in futuro ma, se non iniziamo ad invertire la tendenza ora, subito, il rischio è quello di un decadimento della nostra sanità, del nostro diritto alla salute, delle condizioni di lavoro di chi lo garantisce”.

Funzione Pubblica CGIL Vicenza
Giulia Miglioranza
Lara Donati