Aieta, nel borgo culla del rinascimento calabrese e… dell’amore

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Aieta. Veduta del Palazzo che domina il centro storico

Aieta è un piccolo centro calabrese, nella provincia di Cosenza, e vanta uno dei centri storici meglio mantenuto del territorio che lo ospita. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di conservazione che ha investito le politiche locali tese a mantenere vive le tracce di un passato che meritava di non scomparire.

Ciò è qualcosa che è facilmente avvertibile al visitatore che, magari in estate o in primavera, decida di concedersi una visita e una passeggiata attraverso le sue antiche strade lastricate di pietra e di percorrere vicoli angusti stretti tra le case ancora in larga parte abitate dai residenti.

Questo paesino, oggi abitato da circa 800 persone, e il cui territorio è ricompreso all’interno del Parco nazionale del Pollino, è considerato un punto di riferimento imprescindibile quando si vuol affrontare il tema del periodo rinascimentale in Calabria grazie alla presenza del manufatto architettonico considerato il più significativo dell’intera regione per via della sua integrità.

Il Palazzo rinascimentale – Si tratta del Palazzo rinascimentale Martirano-Spinelli, un palazzo signorile che ha attraversato i secoli giungendo in forma estremamente integra fino ai giorni nostri.

Oggi è sede di molte attività culturali oltre ad essere visitabile ed in parte adibito a sale d’esposizione. Da qualche anno, inoltre, è diventato anche una wedding destination per giovani coppie che scelgono di allestire qui, con il permesso del comune, la cerimonia per il giorno più importante delle loro vite.

Il Palazzo era stato inizialmente costruito come dimora baronale nel XIII secolo e, dopo una serie di passaggi di proprietà, nel 1534 fu venduto per 15 mila ducati al marchese Giovanni Battista Martirano che avviò ristrutturazione e ampliamento, affidando il progetto ad architetti toscani.

Con i lavori lo stile e i dettami estetici rinascimentali modificarono elementi interni ed esterni, come la facciata, il loggiato e i cornicioni, solo per citarne alcuni, e rafforzarono la funzione del cortile al centro dell’edificio a forma di U, con 40 vani distribuiti su tre piani.

Nei sotterranei sono ancora visibili gli ambienti che ospitavano prigioni, cantine e cisterne dell’acqua. Al piano terra, o primo piano entrando dal portone principale, ci sono quelli per il corpo di guardia, la cappella dedicata a San Giovanni Battista Evangelista, altri spazi funzionali all’attività del nobile proprietario e sale per il soggiorno, la musica e il gioco, la sala d’armi, cucine e dispense. Il piano nobile era, ovviamente, arricchito dalle camere da letto. Sono presenti anche due torri per la sorveglianza e la difesa collegate dal cammino di ronda.

Degno di nota per la sua bellezza è il loggiato posto al primo piano, adornato da cinque balconi a doppio arco parallelo sorretti da colonne toscane all’esterno e da pilastri quadrati all’interno.

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Aieta. Un particolare del loggione.

In seguito il palazzo venne venduto agli Spinelli, nobili della vicina Scalea, il cui cognome è stato associato a quello dei Martirano nel nome esteso del Palazzo Rinascimentale di Aieta. Nel 1913 è stato dichiarato monumento nazionale e nel 1980, dopo oltre un secolo di incuria, è stato acquisito per usucapione dal comune che lo ha fatto restaurare per poi, nel 2000, restituirlo alla collettività.

Uno dei Borghi più belli d’Italia – Da molti anni, Aieta fa parte dei Borghi più belli d’Italia, l’associazione nata nell’ambito dell’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani).

In linea con lo scopo di valorizzazione del patrimonio dei piccoli centri, anche Aieta è sede dell’iniziativa “La Notte Romantica nei Borghi più belli d’Italia”. Nella sera del primo sabato dopo il solstizio d’estate le sue viuzze si illuminano, grazie alla luce di molte candele, a formare uno scenario romantico perfetto per gli innamorati.

L’iniziativa attira molti visitatori a cui vengono proposti eventi che hanno come tema centrale, ovviamente, l’amore e nei quali vengono coinvolti gli abitanti del borgo sulla base di format che cambiamo di edizione in edizione.