Bisato all’avvio delle europee con Carlo Calenda: “Fracasso fa un passo indietro, si candida Moretti e torna in campo Variati”

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Oltre al video completo del suo intervento introduttivo all’avvio a Vicenza della campagna elettorale del Partito DemocraticoSiamo Europei da parte del capolista del nord est, Carlo Calenda, trascriviamo alcuni passaggi fondamentali in cui Alessandro Bisato, segretario regionale del Pd Veneto, annuncia, tra l’altro, il passo indietro di Stefano Fracasso proprio per le europee per “far spazio” alle due candidature vicentine “trasmesse a Roma” insieme, a questo punto, ad altre 3 venete.

Ad Alessandra Moretti, già deputata del Pd, poi europarlamentare con un record di oltre 230.000 preferenze nel 2014 prima di (dover) lasciare il seggio per cercare di scalzare Luca Zaia dalla presidenza del Veneto, impresa difficilissima e rivelatasi improba, si affiancherà o, meglio, con lei lotterà per un seggio europeo Achille Variati. (le previsioni danno tra i tre e i quatto seggi al Pd, di cui, uno, dovrebbe essere appannaggio di Calenda)

Il già più volte sindaco di Vicenza oltre che consigliere regionale arrivato fino alla presidenza dell’Upi da presidente della provincia di Vicenza, dopo una iniziale e tattico-strategica gran rinuncia per la scelta del segretario regionale di “non scegliere” su un unico cavalo fra lui e la sua ex vice in Comune, ritorna in campo per giocarsi con Moretti una partita doppia utilizzando come arma di ripensamento l’appello di Calenda a impegnarsi in campagna elettorale rivolto ai “migliori amministratori” del territorio.

La prima partita, e non sappiamo se la più importante per lui, ch finora si era sempre visto sbarrare porte oltre i confini veneti, è quella di salire a Bruxelles vincendo la competizione con un’avversaria dotata anche di un forte profilo mediatico, fattore oggi importantissimo, oltre che di una riconosciuta astuzia politica, inferiore (localmente ma non a Roma) solo a quella del suo iniziale mentore.

La seconda partita di Variati, in caso di insuccesso diretto, è quella, per lui forse più strategica ancora, è quella di ottenere, comunque, un elevato numero di consensi personali che ne legittimino la sfida a Zaia o a chi si candiderà al suo posto alle prossime regionali.

Oggi, intanto, già si vedevano in campo movimenti di truppe, da quelle di Alessandra Moretti (tante anche le politiche donne che potrebbero sostenerla ma aspettiamo di capire bene quali realmente…) a quelle di Achille Variati, subito attorniato dai suoi “bracci destri” locali (quello “storico” Jacopo Bulgarini d’Elci e il più recente Maurizio Franzina) e dai possibili primi sponsor almeno regionali, come l’ex sottosegretario del Mef, il veneziano Pier Paolo Baretta, e il senatore anche lui lagunare Andrea Ferrazzi, due politici entrambi legati (più o meno positivamente) alla questione delle banche, in primis quelle venete, il primo come propugnatore della legge 205 per i ristori alle loro vittime, il secondo come genero del presidente di Codacons Veneto, Franco Conte.

In questo clima pieno di avvisaglie di una campagna elettorale in cui quella unitaria del Pd e dei suoi alleati contro gli avversari si incrocerà con una competizione interna, che potrebbe essere positiva solo se non sarà fratricida, Alessandro Bisato, dopo aver esordito allo storico bar Garibaldi che guarda a Piazza dei Signori con i classici saluti ai convenuti, suoi personali e come segretario regionale del Partito democratico, ha, quindi, detto una serie di cose interessanti. Eccone alcune.

“Dopo una fase, giocoforza, di consultazioni, di indicazioni, di confronti interni, oggi finalmente si parte si parte qui in Veneto con la campagna elettorale per le prossime europee. Abbiamo il piacere di avere con noi il capolista Carlo Calenda… Lo dico fin da subito. Da oggi parte la campagna elettorale per lui come capolista. Ma anche per tutte le donne e gli uomini che metteremo in lista come veneti perché sapete che la circoscrizione è fatta di quattro regioni: Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. È chiaro che ognuno farà la propria corsa ma noi la faremo in particolare per le persone che abbiamo saputo indicare in modo che il bene venga rappresentato in Europa…

… Io – prosegue Bisato – ho qui due delle persone che sono indicate nella rosa che abbiamo inviato a Roma e che nelle prossime ore troveranno una sintesi nel miglior modo possibile con la possibilità che ci sia un riferimento chiaro: quello che è stato il sindaco di Vicenza e anche presidente delle Province italiane e la persona che era stata indicata a fare la candidata presidente della Regione del Veneto nel 2015 e già capolista per le europee di cinque anni fa, cioé Alessandra Moretti.

Ma, permettetemi, ringrazio di cuore … con un doveroso applauso di ringraziamento Stefano Fracasso che ha deciso di fare un passo indietro..

…non siete venuti – continua Alessandro Bisato – ad ascoltare me ma ad ascoltare Carlo Calenda e in quel simbolo sta tutta la battaglia che abbiamo davanti. Nel prossimo mese e mezzo è il nostro simbolo di appartenenza, il Partito Democratico nell’ambito del Partito socialista europeo con quella scritta “siamo europei” con tutte le stelline che ci fanno riconoscere come argine primo rispetto a chi invece vorrebbe buttarci, come dire, nel mare magnum dei nazionalismi, del far finta che contiamo di più se ci stringiamo in noi stessi se contiamo nel nostro piccolo.

Invece noi il nostro riferimento è pensare che in un’Europa allargata possiamo contare di più e non quindi pensare che il distruggere l’Europa sia l’esempio che vedete nei telegiornali ogni sera e che si chiama Londra e si chiama Brexit. Quelle sono le cose per cui uno in maniera propagandistica dice che bisogna cambiare tutto. E poi quando ti accorgi che nel buttare a mare quello che avevi fatto in 50-60 anni ti ritrovi con un pugno di mosche in mano che ti punzecchia e anche che ti fa male… probabilmente da quella uscita se ne ritroverà un Pil del meno 8% stimato se la Gran Bretagna dovesse uscire dall’euro…

…E allora veniamo a al momento catartico mi verrebbe da dire. Passiamo la parola a Carlo Calenda che sicuramente è l’esempio di come si può interpretare il Veneto più profondo, quello che lavora dalla mattina alla sera, quello che intraprende e che fa intrapresa per distribuire il reddito, che non vive di sussidi, che vive di lavoro, di impresa, di industria 4.0, di super ammortamento per fare nuova intrapresa, un nuovo sviluppo, un nuovo Veneto che non è sicuramente rappresentato da chi ha deciso di togliere addirittura dal simbolo il Nord che – conclude Alessandro Bisato – significa Lega Ladrona”.