
A Vicenza non si fa pace con la storia. Non si fa pace col 25 aprile e tantomeno con i cinquant’anni dall’assassinio di Sergio Ramelli, sul quale era stata organizzata una mostra ospitata al Bar Minerva. Una mostra interessante per i contenuti e per come spiegava l’atmosfera degli anni in cui è maturato l’assassinio: poteva essere utile per capire un periodo storico difficile e contraddittorio, ma quello che poteva essere un confronto utile è diventato ben presto uno scambio di accuse tra opposte fazioni, nella solita inutile gara a chi ha sbagliato di più.
Sul tema hanno preso posizione, in un comunicato conglinto, diversi esponenti vicentini di Fratelli d’Italia, tra cui l’on. Silvio Giovine: «Qualche giorno fa – le sue parole – abbiamo ricordato i 50 anni dall’assassinio di Sergio Ramelli, ragazzo ucciso barbaramente a soli 18 anni per le sue idee, colpevole di aver scritto un tema contro il terrorismo rosso. In un Paese civile, una tragedia simile sarebbe motivo di unità e riflessione. A Vicenza, invece, assistiamo a una certa sinistra ancora ostaggio dell’ideologia e dell’ambiguità, che fatica perfino a riconoscere l’importanza della memoria condivisa.»
«È inquietante a tal proposito – ha proseguito Giovine – , la scelta rivendicata per altro con orgoglio, da tal Gallucci che ha deciso di annullare i propri concerti previsti nell’ambito del Festival Jazz al Bar Minerva per “motivi politici”, accusando e diffamando il locale per aver ospitato la mostra su Sergio Ramelli. Chi diserta in questo modo la memoria di un ragazzo assassinato non dovrebbe ricevere alcun patrocinio da parte delle istituzioni. Mi auguro che l’organizzazione del Festival, patrocinato dal comune, e l’amministrazione stessa intervengano per stigmatizzare queste ignobili affermazioni e prendano le distanze quanto prima dal soggetto in questione che dovrebbe solo vergognarsi”.
Nicolò Stefano Aldighieri, vicepresidente regionale di Gioventù Nazionale Veneto, è tornato invece sulla proposta di intitolare uno spazio o un evento alla memoria di Ramelli: «Siamo ancora in attesa che il Sindaco risponda. Dopo una settimana di silenzio, è chiaro che non si vuole prendere una posizione netta. Eppure, l’indifferenza davanti a chi è morto innocente, per aver scritto un tema a scuola di condanna al terrorismo delle Brigate Rosse, è la più grave delle colpe. Per fortuna i nostri consiglieri comunali porteranno in aula la mozione per avere una risposta pubblica e formale su questo tema. Vogliamo sapere se l’amministrazione sta dalla parte della memoria condivisa e della giustizia o se preferisce chiudere gli occhi di fronte all’odio ideologico.»
«I messaggi di minaccia sotto i manifesti commemorativi, le reazioni scomposte della sinistra e l’atteggiamento di certi “artisti” – conclude Aldighieri – dimostrano che i “compagni che sbagliano” non hanno mai smesso di sbagliare e purtroppo trovano ancora chi minimizza o tace sulle loro misfatte.»
Melissa Santin, esponente di Gioventù Nazionale Vicenza, ha così concluso: «È preoccupante che si arrivi a inneggiare al linciaggio dei militanti di destra. Anche la sinistra istituzionale ha delle responsabilità, visto che spesso nega il ricordo di Ramelli e di altri ragazzi come lui – vedi quel che è successo recentemente a Schio. Giocare con le parole e soffiare sul fuoco della tensione rischia di armare la mano di qualche imbecille. Oggi abbiamo avuto le scritte, ma bisogna fermare questi delinquenti prima che passino ai fatti.»