Otto comuni con Vicenza, possibile città metropolitana, si candidano al PR Fesr del prossimo settennio per lo sviluppo urbano, ambientale e sociale

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Il sindaco di Vicenza Francesco Rucco ha convocato stamattina una conferenza stampa (qui i dettagli ufficiali) per farsi portavoce dell’iniziativa di candidare Vicenza ed altri otto comuni della cintura urbana, al PR Fesr 2021-2027.

Oltre al comune di Vicenza il nuovo bando vede coinvolti anche i comuni di Altavilla Vicentina, Caldogno, Costabissara, Creazzo, Longare, Quinto Vicentino, Sovizzo e Torri di Quartesolo. Tre comuni in più rispetto al precedente bando 2014-2020, che ha visto assegnati al gruppo di intesa quasi 11 milioni di euro.

Questa nuova candidatura allargata – spiega Giovanni Maria Forte, sindaco di Costabissara – sottolinea un fatto politico, ovvero il possibile allargamento della Città di Vicenza ai comuni della cinta urbana nella visione della Grande Vicenza, città metropolitana.

Questa sinergia, d’altra parte, mette in luce la forte volontà di far fronte insieme a delle problematiche comuni, soprattutto dal punto di vista sociale.

Se i fondi del PR Fesr saranno destinati anche alla rigenerazione urbana, alle infrastrutture “verdi”, alle piste ciclabili, al trasporto pubblico locale, all’edilizia e ai servizi digitali, oggi è emerso, soprattutto, l’intento sociale del “collettivo” di sindaci.

Renzo Segato, sindaco di Quinto Vicentino, afferma che “c’è bisogno di considerare la sfera sociale. Le città sono gravate da incombenze che insieme sono più facili da gestire, questa è l’importanza del lavoro di squadra. C’è stata una visione lungimirante nel coinvolgere altri comuni.

Il sindaco Rucco, che è anche presidente della provincia di Vicenza, non lo dimentichiamo soprattutto in questo caso come pure nell’altro annuncio della giornata, quello sull’accordo tra 37 comuni dell’ULSS Berica per la gestione associata dei servizi sociali, ha, poi, sostenuto di non avere ancora definito gli interventi, che saranno, infatti, presi in considerazione solamente dalla seconda fase in poi, ma ha menzionato qualche possibilità, tra cui gli alloggi popolari, il co-housing e i boschi urbani.

Essere fiduciosi che l’interesse dei sindaci si concretizzi in reali soluzioni a contrasto della povertà, sempre più dilagante a causa di due anni di emergenza sanitaria e del recente conflitto ancora in atto, che sta gravando ancora una volta sul costo della vita, potrebbe essere da oggi non solo una speranza ma un incoraggiamento dal basso a continuare su questa strada.