Asprinio di Aversa e Piedirosso, due DOP della Campania al Wine Specialists Journal

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Alberata aversana per Asprinio, credits AgroNotizie
Alberata aversana per Asprinio, credits AgroNotizie

È sempre con molto piacere che noi della Wine Specialists Council torniamo in Campania per degustare alcuni dei vini più complessi ed equilibrati della nostra gustosissima Italia. Abbiamo, infatti, selezionato due DOP, un Asprinio di Aversa e un Piedirosso dei Campi Flegrei, ma prima di addentrarci nella nostra degustazione, vorremmo dare qualche delucidazione in merito all’uso dell’acronimo DOP in luogo della classiche DOC e DOCG. Il 1° agosto 2009 l’Italia ratifica un regolamento della Comunità Europea con il quale si decide di distinguere i vini, ma anche gli alimenti, in tre sole categorie di prodotti in base alla qualità: DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e vini generici con indicazione del vitigno e dell’annata o senza alcuna indicazione. Nella medesima legge, però, l’Italia concede ai produttori di continuare ad usare la vecchia classificazione, in voga dal 1966 per le DOC e dal 1980 per le DOCG, che distingue, dall’alto, tra DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), DOC (Denominazione di Origine Controllata), IGT (Indicazione Geografica Tipica) e, in basso, vini generici. Ciò che bisogna sapere, tuttavia, è che la DOP europea comprende sia la DOC sia la DOCG italiane, ma, generalmente, i produttori preferiscono utilizzare la classificazione italiana se si tratta di DOCG, anche solo per rimarcare il fatto di essere ad un livello superiore nella piramide qualitativa rispetto all’indifferenziata DOP…questioni di marketing!

Priezza, Masseria Campito, Asprinio di Aversa DOP, Spumante Metodo Classico Millesimato 2019, 11,5%

Asprinio di Aversa
Asprinio di Aversa

Siamo in provincia di Caserta, ad Anversa, dove questo particolare vitigno a bacca bianca, la cui origine resta alquanto controversa, viene perlopiù allevato ad alberata, cioè appoggiando la vite ad altri alberi, spesso pioppi, ergendosi fino a 15/20 metri e assicurando uno spettacolo della natura che viene chiamato in maniera significativa “alberata aversana”. La nostra selezione di Asprinio di Aversa DOP è ricaduta su Priezza 2019, un prodotto della Masseria Campito, situata, appunto a Gricignano di Anversa (CE). Questo brillante e trasparente Priezza metodo classico del 2019 si presenta di colore giallo oro senza unghia, con bollicine ben visibili e fini. All’olfatto si percepisce il fruttato a polpa bianca e gialla, ananas, frutta esotica, pompelmo rosa insieme al floreale di giglio, glicine ed erbe aromatiche di salvia, coriandolo, rosmarino, timo. Nel minerale si avverte una nota sulfurea, mentre tra le spezie anice e pepe bianco. Infine si avvertono tostature leggere di vaniglia e radice di liquirizia con un balsamico di menta selvatica ed eucalipto. Intenso e complesso, nella qualità si mostra definito Al primo sorso si confermano le sensazioni provate all’olfatto: vino secco, caldo di alcol, rotondo nelle morbidezze, fresco quasi citrino, ma questa è la caratteristica che ne determina il nome di “Asprinio”. Sapido, ma di corpo esile, equilibrato nonostante l’acidità. Nell’abbinamento viene consigliato con prodotti tipici campani come mozzarella di bufala e pizza, ma anche con crostacei e frutti di mare.

Vigna Solfatara, Piedirosso Campi Flegrei DOP, Vitivinicola Iovino

Vigna Solfatara, Piedirosso
Vigna Solfatara, Piedirosso

A soli pochi Kilometri da Aversa, dove viene prodotto l’Asprinio, nella zona dei Campi Flegrei, zona vulcanica a ridosso delle solfatare, viene allevato un altro tipico prodotto campano, il Piedirosso, chiamato anche “Pèr’e Palumm” dai locali. Situata a Pozzuoli, l’azienda Iovino a conduzione familiare offre al momento solo quattro etichette, tra cui questo Vigna Solfatara Piedirosso in edizione limitata di sole 1253 bottiglie, che si presenta di colore rubino con unghia granata, limpido e compatto. Al naso si può apprezzare il sentore di fruttato a base di prugna, frutti di bosco e ciliegia sotto spirito, mentre tra i floreali sicuramente c’è sentore di viola e vegetale di peperone. Le spezie di pepe nero si avvertono insieme al balsamico di echinacea e a tostature di cioccolato e nocciola. All’assaggio è secco, caldo, morbido e fresco con tannini setosi, sapido, ma da affinare ancora per scaricare quell’acidità che lo rende relativamente giovane. Da abbinare a carne alla brace e a formaggi tipici della Campania.


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a cura di Michele Lucivero

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