Dalla Basilicata alla Calabria: “Wine Specialists Journal”. Tra un Aglianico del Vulture e un Gaglioppo calabrese di Cirò

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Basilicata Calabria: vigneto con Monte Vulture, credits Wikipedia
Vigneto con Monte Vulture in lontananza, credits Wikipedia

Il nostro viaggio alla scoperta delle prelibatezze enologiche italiane è giunto nel profondo sud dello stivale e si snoda in questa tornata tra la Basilicata e la Calabria. La vocazione di queste due regioni per l’enologia risale alla notte dei tempi, sin dall’approdo della vite sul territorio della nostra penisola, quando la zona collinare compresa tra la Basilicata, la Calabria e il Cilento venne in maniera significativa identificata con il toponimo Enotria a partire dall’VIII secolo a. C., abitata dagli Enotri, un popolo indoeuropeo particolarmente dedito alla coltivazione della vite, soprattutto a bacca nera. Nonostante ciò, è un vero peccato che la Calabria non abbia, ad oggi, nemmeno una DOCG, sebbene le 9 DOC siano davvero interessanti, mentre la Basilicata ci delizia con un Aglianico del Vulture DOCG e ben 4 DOC.

Tempo Reale, Cirò DOC Classico Superiore Riserva, Azienda De Mare, 2014, 14 % vol.

Tempo Reale, Cirò rosso riserva DOC
Tempo Reale, Cirò rosso riserva DOC

 La Cantina De Mare è presente sul territorio calabrese ormai da diverse generazioni e si è imposta anche a livello ricettivo con un’interessante proposta enoturistica, infatti è disponibile un Wine Resort a Cirò Marina (KR) in una cornice naturale davvero spettacolare. Tempo Reale è un rosso da 100% vitigno Gaglioppo, autoctono calabrese, fa 18 mesi di affinamento in acciaio, 6 mesi in barrique francese e almeno 3 mesi in bottiglia. Di colore rubino con riflesso in unghia granato, si presenta limpido e molto compatto. All’olfatto emerge un fruttato con aromi di prugna, amarena, fragole di bosco, mentre nel floreale si avverte un sentore di rosa leggera e pot-pourri, accompagnato da erbe aromatiche come il rosmarino. Nel minerale si avverte una nota di inchiostro, mentre tra le spezie il pepe e i chiodi di garofano, ma le tostature di caffè, cioccolato fondente, sigaro, nocciola sono davvero intense. Tra i sentori balsamici riconosciamo leggerissimo profumo di caramella alle erbe officinali, accompagnato da leggere note terziarie di vernice. È un vino dai profumi intensi, complesso con una qualità definita. Al primo sorso appare secco, caldo, rotondo, quasi avvolgente nelle morbidezze e fresco nell’acidità; i tannini sono evoluti con una struttura di corpo appena sbilanciata sull’acidità, per cui riteniamo che il vino sia in evoluzione. Lo consigliamo con pasti ricchi, così come da tradizione calabrese, ma è anche un vino da meditazione.

Portale Adduca, Casa Maschito, Aglianico del Vulture DOC, 14,5% vol.

Portale Adduca, Aglianico del Vulture DOC
Portale Adduca, Aglianico del Vulture DOC

Casa Maschito è una cantina che prende il nome della località in cui è situata, in provincia di Potenza, nel mezzo della regione lucana, in un territorio collinare tra i 450 e i 600 m s.l.m. assolutamente ottimale per la coltivazione dell’Aglianico del Vulture. Tra i diversi prodotti della cantina, abbiamo degustato il Portale Adduca, prodotto con 100% Aglianico del Vulture. Dal colore rubino pieno, si presenta limpido e compatto. Al naso è fruttato con un diretto impatto di visciole, mentre il floreale di viola è abbastanza netto; tra i vegetali avvertiamo un profumo di corteccia di albero, di fieno ed erba, mentre nella famiglia delle erbe aromatiche percepiamo l’origano. Ci sono note sulfuree piene nel minerale, infine tra le spezie si avverte pepe, chiodi di garofano, china calissaia, radice di liquirizia con tostature di legno antico e caffè che rendono questo vino intenso e complesso il tutto suggellato da una nota fenolica (bretty), che spinge sulle spezie e sull’etereo rendendo tutto complesso. Assaggiandolo è secco, con alcol caldo, rotondo con tannini molto presenti, astringenti, ma sapido. È un vino di corpo, quasi strutturato, sicuramente in evoluzione perché siamo convinti che migliorerà ulteriormente nel tempo, nel suo lento affinamento. Per quanto riguarda l’abbinamento, noi lo consigliamo accanto ad un bel piatto di cacciagione di grande taglia, che nella zona è molto quotato.


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a cura di Michele Lucivero

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