Bonifica a San Felice, interpellanza di Colombara: “semplice rimozione di rifiuto speciale”

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Di seguito l’interpellanza comunale di Raffaele Colombara, Consigliere comunale Lista “Quartieri al Centro” del 7 novembre 2019 che premette: “A San Felice, non una bonifica, ma una semplice “rimozione di rifiuto speciale”. Perché non è stata prescritta un’analisi del terreno, nonostante ci fosse addirittura un Parere dell’Ufficio Ambiente? Ora il Comune, a termini di legge, provveda a richiedere l’analisi del terreno”.

Interpellanza

Quello che sta avvenendo al cantiere dell’ex Corte Pellizzari a San Felice non è una bonifica, ma una semplice “rimozione di rifiuto speciale”. Questo quanto risulta da una visita agli uffici comunali dell’Ambiente dove non erano presenti, fino a ieri, né Piani di Bonifica, né Piani di lavoro, né tanto meno Piani di smaltimento di rifiuti potenzialmente pericolosi o tossici.

Semplicemente, il Comune non ha ritenuto di indicare nel Permesso di costruire per il nuovo supermercato a San Felice la necessità di almeno una analisi del terreno per una sua eventuale bonifica nonostante l’insediamento fosse conosciuto come industriale.

E allora, una domanda e una sollecitazione.

La domanda.

Non è quantomeno incoerente che in un dettagliato Permesso di costruire nel quale sono citati tutta una serie di pareri interni, non sia stato citato quello prodotto dall’Ufficio Ambiente del Comune ancora nel 2012?

Il Parere (PGN 25743 del 12/04/2012) non poteva assolutamente essere frainteso nelle sue indicazioni: “si ritiene opportuno venga effettuata un’indagine ambientale dato il pregresso produttivo della zona”.

Da considerare, al riguardo, che il Comune stesso in aree vicine aventi le medesime caratteristiche abbia viceversa provveduto, a spese dei contribuenti e in questi stessi anni, alla caratterizzazione e bonifica delle aree.

La sollecitazione.

Ora il Comune non può continuare a rimanere spettatore passivo limitandosi a dichiarare attraverso l’ineffabile Assessore Lunardi che “Il privato ha collaborato con tutti gli enti preposti”; ci dica piuttosto

    • se e quali comunicazioni siano arrivate dagli interessati;
    • se si , quali i contenuti e i risultati;
    • soprattutto, quali iniziative intenda assumere ai fini della verifica dell’integrale tutela ambientale dell’area

Alla luce di quanto sta emergendo, a norma di legge, è il Comune e non altri a dover imporre, come abbiamo già richiesto in precedente interrogazione, una indagine del terreno attraverso caratterizzazione per conoscere con esattezza cosa c’è lì sotto: scavare 1 metro oppure 2, come ha dichiarato l’Assessore Lunardi non ha in sé alcun senso, se prima non si è in possesso di una caratterizzazione seria del sito che, a quanto pare, manca proprio.

Ci chiediamo come l’avvocato Lunardi non sappia una cosa del genere. Ci auguriamo per il bene della città che dedichi più tempo ad approfondire le questioni piuttosto che bacchettare i cittadini che osano preoccuparsi della loro salute e del loro ambiente; al riguardo, inoltre, auspichiamo che sviluppi una collaborazione fattiva con la Collega dell’Ambiente, che finora non ha detto nulla sulla vicenda.

Tutto ciò premesso

1) – preso atto di quanto indicato dagli uffici comunali con nota PGN 25743 del 12/04/2012 nella quale si prescriveva “si ritiene opportuno venga effettuata un’indagine ambientale dato il pregresso produttivo della zona” e

–  considerato che nel lasso di tempo tra il 2012 e il rilascio del Permesso di costruire non risulta mai intervenuta tale caratterizzazione ai fini della verifica delle esigenze di una bonifica del suolo o comunque di verifica del sottosuolo di un’area già produttiva

SI CHIEDE

all’Amministrazione

per quale motivo non sia stato ritenuto doveroso, o quanto meno opportuno, da parte dell’Amministrazione e dei competenti uffici, di imporre esplicitamente a carico del richiedente l’intervento edilizio, oltre alle numerose prescrizioni e condizioni operative, pure l’onere di procedere ad una preventiva indagine ambientale del sito; e ciò nonostante la nota circostanza per cui lo stesso Comune, in aree vicine aventi le medesime caratteristiche, abbia viceversa provveduto a spese dei contribuenti in questi stessi anni alla caratterizzazione e bonifica delle aree.

2) In ogni caso, dal momento che in sede di esecuzione dei lavori oggetto del permesso di costruire è emerso, in particolare durante le attività di scavo delle aree di cui trattasi, il rinvenimento di rifiuti potenzialmente pericolosi o tossici, come dimostrano foto e documentazioni già allegate alla precedente interrogazione del sottoscritto consigliere, non smentita, tenendo conto dell’insieme delle prescrizioni poste dal Comune ed obbligazioni assunte dal richiedente il Permesso di costruire in sede di Atto unilaterale d’obbligo e considerato che l’attività di cui trattasi viene eseguita in ambito comunale a fronte di un atto autorizzativo comunale, su aree destinate almeno in parte a divenire comunali,

SI CHIEDE

all’Amministrazione

se il Comune non abbia ritenuto proprio dovere intervenire per la verifica del rispetto, da parte del soggetto titolare del permesso di costruire ed in ogni caso esecutore degli scavi, delle previsioni di cui agli articoli 239 e seguenti del TU Ambiente – D. Lgs. 52/2006 -,

se siano intervenute, in particolare, le prescritte comunicazioni e segnalazioni al Comune, da parte dei ridetti soggetti o di altre Autorità eventualmente interessate, e se sì quali siano i contenuti ed i risultati delle attività di verifica o di bonifica condotte

quali iniziativa intenda assumere il Comune, a fronte di quanto sopra esposto ed indicato, ai fini della verifica dell’integrale tutela ambientale dell’area.

Si ringrazia per la risposta scritta e in aula, oltre che per i documenti richiesti.

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