Bonus Covid ai consiglieri leghisti: le reazioni di Andrian (Pd), Benvegnù (Sal), Perenzoni (M5s), Bartelle (Ves), Sbrollini (Iv), Nalin (+E)

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Gianluca Forcolin, Riccardo Barbisan, Alessando Montagnoli: ricordiamoceli bene questi consiglieri, questi portabandiera dell’onestà leghista – è scritto in una nota di Giulia Andrian, candidata del Partito Democratico al Consiglio Regionale – “Roma ladrona, la Lega non perdona” gridavano a squarciagola, ma ora che li hanno colti con le mani nel sacco si inventano scuse ridicole: parlano di strumentalizzazioni, di macchina del fango, e non si vergognano.

Ma è un segno dei tempi, di un modo di fare politica avido e sbrigativo: ciò che conta è gestire il potere approfittandone più che si può e fin che si può. E la Lega, in questo mestiere, è maestra. Ora ci fanno sapere che questi “eletti dal popolo” non verranno ricandidati. E ci mancava pure questo! Ma Zaia è stato recalcitrante fino all’ultimo, animato da una sorta di indulgenza paterna. Sono “persone affrante”, ha dichiarato.

Sarebbe stato altrettanto comprensivo se fossero stati di un altro partito? Quando voteremo in settembre teniamo bene a mente che questi consiglieri non sono le mele marce di un partito integerrimo, ma sono i frutti della Lega nostrana, della Lega del Mose e dei 49 milioni, lo specchio fedele di una classe politica che seleziona i suoi membri in base a criteri di opportunismo e di soggezione al capo, in spregio al principio della selezione dei migliori.

Il danno che costoro hanno inferto alla credibilità delle istituzioni è gravissimo, tuttavia dobbiamo ringraziarli per aver finalmente scoperchiato il vaso di Pandora ed aver definitivamente messo a nudo il re, anzi, il doge.

Il timore ora è che queste “persone affrante” ricevano, come premio di consolazione della mancata candidatura, un posto in qualche consiglio di amministrazione. Sarebbe bene che giornalisti e cittadini vigilino affinché questo non accada.


Un anno fa – dichiara Paolo Benvegnù, candidato presidente del Veneto per “Solidarietà Ambiente Lavoro” – ero insieme con inquiline e inquilini delle case popolari, e compagne e compagni che oggi sono nelle liste di SAL (Solidarietà Ambiente Lavoro), davanti agli uffici degli Ater provinciali. La nostra protesta era contro la legge regionale, voluta e difesa da Zaia e dalla sua giunta, che in molti casi raddoppiava o addirittura triplicava i canoni. Ho visto persone piangere disperate perché temevano di perdere la loro abitazione: per gli assurdi requisiti richiesti per la permanenza, o perché assolutamente non in grado di pagare i nuovi affitti.

Prima di fare retromarcia, di fronte a una mobilitazione che era cresciuta di giorno in giorno e aveva portato a Venezia 1000 persone in corteo, la propaganda di Zaia, a difesa della sua legge, era tutta centrata sulla necessità di stanare i furbetti che alloggiavano nelle case popolari: a suo dire migliaia. I numeri reali alla fine sono stati ridicoli.

In percentuale, sono molti di più i furbetti, quelli veri, che stanno nel gruppo della Lega in regione Veneto e si sono garantiti, oltre al già lauto stipendio di consigliere, anche il bonus governativo per le partite Iva e gli autonomi. Forcolin e i suoi compari si difendono alla maniera classica dei leghisti quando sono presi con le dita nella marmellata. Sono sempre all’oscuro di tutto e vittime degli errori o delle omissioni di altri. A noi resta la soddisfazione di vedere sputtanati personaggi che hanno fatto la loro fortuna politica cianciando a destra e a manca di legalità e sicurezza.
Noi abbiamo la certezza di avanzare una proposta politica nell’esclusivo interesse delle lavoratrici e dei lavoratori e dei ceti popolari, e coerentemente ambientista. Una proposta politica che non ha altri mezzi che quelli del generoso impegno di chi la sostiene, e nel suo Dna una rigorosa disciplina di impegno volto esclusivamente alla difesa del bene comune.


Lega e centro destra creano un pesante clima di onorabilità del Movimento 5 Stelle – afferma Sonia Perenzoni Candidata Consigliera alla Regione del Veneto – mai poi alcuni di loro, alla maggioranza nel Veneto, sono i primi ad avere usufruito del sostegno economico destinato aa partite iva in difficoltà.

Lauti stipendi pubblici la cui possibile ingordigia ha spinto a richiedere il sostegno economico, distraendolo da maggiori difficoltà imprenditoriali. Sebbene non sia stato commesso alcun illecito, è evidente che il M5S è sotto attacco mediatico e strumentale mentre parte della maggioranza ha deciso di ingoiare contributi senza averne apparentemente la necessità. Un atto poco etico che urla chiarezza e onorabilità, fino alla richiesta del contributo ricevuto ed alla esclusione degli interessati da liste regionali e, nei casi ritenuti meno meritevoli di compassione, la sospensione da incarichi pubblici o di partito.

Non è sufficiente dichiarare di non sapere di avere fatto richiesta poiché ad accredito avvenuto era sufficiente restituire il denaro a chi era realmente in difficoltà economica. Troppo comodo essere sorpresi a notizia mediaticamente divulgata.

Eppure la Lega scagliava pietre contro chi gli incentivi per i più bisognosi o meritevoli li concedeva. Abbondanza che non coinvolge certamente i consiglieri comunali o sindaci di piccoli comuni che percepiscono gettoni di presenza o stipendi incomparabili alle loro responsabilità.

La maggioranza politica della Regione Veneto, Lega e non solo, che accusava il mancato pagamento dei sostegni economici alle imprese ha dato comunque prova che i contributi sono arrivati, eccome se sono arrivati.


“I Veneti vogliono capire e sapere come andrà a finire questa triste vicenda dei furbetti del bonus Inps. E soprattutto vogliono guardare in faccia il governatore veneto e capire se continua ad essere solo chiacchiere e distintivo e poi alla prova dei fatti uno scaricabarile. Come lo è stato con la vicenda dei seggi esterni alle scuole, dove ha delegato la patata bollente ai sindaci dopo la nostra richiesta urgente di spostamento e di contributi alle amministrazioni per far uscire dalle scuole la consultazione elettorale – sono le parole amareggiate di Daniela Sbrollini, candidata Presidente del Veneto per Italia viva, PSI, Pri e civica per il veneto – Zaia continua a dire che vuole rimanere e lavorare per il Veneto  ma poi di fatto ogni giorno è sui giornali a smentire la sua distanza dal leader del Carroccio, le sue mire a livello nazionale. Non è un caso che qualche giorno prima di questa vicenda in casa Lega si discutesse e si spostassero persone da una lista all’altra, da quella legata al Presidente a quella del Carroccio. Come sempre Zaia non si smentisce nel suo essere contraddittorio, alzare la voce e gonfiare il petto, forte con i deboli e debole con gli amici, per poi nascondersi dietro altre persone. Ora per salvare il suo braccio destro Forcolin che ha chiesto il bonus per lavoratori in difficoltà a causa del covid sta cercando di giustificarlo perché lo avrebbe a suo dire chiesto  non per sé ma per i clienti, senza percepirlo di fatto, insomma un eccezione nell’eccezione. Se non ritira questa come le altre due candidature  siamo di fronte al solito bluff della lega che si riempie la bocca ma le parole sono come sabbia tra le mani.

La sensazione che abbiamo – conclude la Sbrollini-  è quella di un leader che fa la voce grossa nei momenti sbagliati e che non si impone a sufficienza quando invece il suo intervento è necessario e doveroso. Un leader che tentenna, rimanda e delega per non doversi assumersi poi le responsabilità del proprio operato. Oggi i Veneti  hanno un’opportunità, anche dopo questa vicenda. Quella di valutare con il voto la veridicità dei fatti legati alle parole e alle promesse . E’ importante che i veneti sappiano che c’è un’alternativa a questa finta trasparenza, a questo perbenismo e che hanno la possibilità di spezzare questa catena fatta di 25 anni di Lega e di sconfitta del centro sinistra. Sono scesa in campo proprio per dare questa alternativa al Veneto.”


Povero Assessore Forcolin, hai tutta la mia comprensione – Patrizia Bartelle
candidata presidente consiglio regionale Veneto per VENETO ECOLOGIA SOLIDARIETÀ
Dopo cinque anni trascorsi a fare il guardiano dell’ortodossia Zaian Leghista in Regione, rigettando tutte le proposte dal volto umano, che implicavano un minimo di relazione con i cittadini, respingendo in nome del rigore finanziario e del pareggio di bilancio qualsiasi proposta che aiutasse i più bisognosi, sei scivolato sulla classica buccia di banana.
Lo studio di cui fai parte ha chiesto il bonus da 600 euro… a tua insaputa!
Sorge il dubbio che in questi anni tu abbia fatto anche l’Assessore al bilancio a tua insaputa… Per dimostrarti tutta la mia umana solidarietà, mi permetto di elevare una supplica a Luca Zaia : abboni a te, e agli altri candidati leghisti in condizione di povertà, il versamento di 5000 euro che dovrete fare accettando la candidatura.
Sarebbe un esempio concreto di generosa applicazione dell’autonomia in salsa veneta, e Zaia avrebbe creato il “bonus Forcolin”.


“Abbiamo appreso oggi che il Vice Presidente della Giunta regionale Forcolin, Barbisan e Montagnoli, tre politici leghisti hanno avuto accesso o chiesto il bonus da 600 euro – afferma Anna Lisa Nalin, Portavoce +Europa Veneto – Pensiamo che sia uno sbaglio etico. Riteniamo che il Governo ha sbagliato, nella sua foga di elargire bonus, a non mettere un tetto di reddito (bastava dire che “coloro con un reddito superiore a 60k euro che chiederanno e riceveranno il bonus dovranno restituirli alla prossima dichiarazione dei redditi”).
Detto questo, il bonus è importante per il sostegno per quelle partite iva che nel nostro territorio stanno affrontando una crisi drammatica.
Conosciamo la gravità della situazione e pensiamo che la morale e l’etica debbano essere di fondamento per i politici.
Sarebbe bene che chi è chiamato in causa smentisca o si scusi, e non si ricandidi.
Se invece dovesse ricandidarsi, chiediamo ai veneti di punire nelle urne lui e la Lista che lo candiderà. Per noi viene prima il Veneto, l’etica e i contenuti.”

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