All’articolo di Nicola Borzi, pubblicato l’11 gennaio, aggiungiamo oggi un’informazione che fa riflettere su un possibile e non marginale conflitto di interessi: la moglie del Ctu del tribunale di Vicenza, l’avvocato Bruno Inzitari, che ha redatto una perizia che, sostiene il collega su Il Fatto Quotidiano, potrebbe avvantaggiare i vecchi amministratori, è , responsabile della divisione intermediari (lo sono le banche) di Consob.
Si legge, infatti, sul sito della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa che la dottoressa Togna è “da ottobre 2011 responsabile della Divisione Intermediari nell’ambito della quale sono coordinatele attività di vigilanza sugli intermediari e sui promotori finanziari nonché sull’operato dell’Organismo per la tenuta dell’Albo unico dei promotori finanziari e dell’Organismo dei Consulenti Finanziari e le attività di verifica sulla trasparenza dell’informazione fornita al pubblico da soggetti vigilati nella documentazione di offerta/quotazione di titoli non rappresentativi di capitale… In precedenza responsabile della Divisione Ispettorato, dell’Ufficio Vigilanza ed Albo Intermediari e Agenti di Cambio e dell’Ufficio Vigilanza Società di Revisione.“.
Tutto normale?
O anche la relazione familiare tra Bruno Inzitari, che Banca d’Italia nominò anche Commissario di Carife e di Banca Barche e Tiziana Togna, dirigente Consob, rientra sempre nella “norma” della storia delle vicende nebbiose della banca di Gianni Zonin crollata su 118.000 soci.
Per la massima parte risparmiatori furono tutti danneggiati dalla gestione di Banca Popolare di Vicenza da parte dei suoi vertici ma anche dalle negligenze sui controlli da parte di Banca d’Italia e, proprio, di Consob, come evidenziato dalla Commissione d’inchiesta nazionale sulle banche e dalla Commissione regionale d’inchiesta sulle banche venete nella sua prima e seconda edizione.