Casa di appuntamenti travestita da centro benessere anti stress: il sequestro della Finanza a Padova interrompe lo stress fiscale

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La Guardia di Finanza di Padova ha sequestrato un centro benessere risultato essere una redditizia casa di appuntamenti, con un arresto per sfruttamento della prostituzione. Un’indagine partita dalle segnalazioni dei cittadini e culminata in un blitz che svela un curioso “benessere” di tutt’altra natura.

Un centro benessere che di rilassante aveva ben poco e che, anzi, sembrava generare uno “stress” considerevole al fisco. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Padova, che ha messo fine all’attività di un finto salone di massaggi trasformato in una redditizia casa di appuntamenti, con tanto di cabine, stanze private, lavanderia, cucina e tutto ciò che serve per una gestione… integrata.

L’operazione, condotta dopo mesi di indagini coordinate dalla Procura, ha portato all’arresto in flagranza di una donna straniera accusata di sfruttamento della prostituzione e al sequestro preventivo dell’immobile. A far scattare le verifiche è stato l’insolito via vai di clienti, notato dai residenti: un traffico tale da insospettire persino chi di attività commerciali ne vede molte.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, tre donne lavoravano all’interno del centro, due delle quali sfruttate dalla responsabile, che gestiva i prezzi, le preferenze dei clienti e persino gli “abbinamenti” più appropriati, pubblicizzando i servizi tramite annunci online. A volte, spiegano le Fiamme Gialle, la stessa titolare partecipava attivamente alle prestazioni, garantendo un servizio a 360 gradi.

Il giro d’affari fondava la sua “wellness economy”: fino a 1.500 euro al giorno, per una media mensile compresa tra i 35 e i 40 mila euro. Somme che ora finiranno sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate, perché naturalmente non risultavano proprio nei canoni del benessere fiscale. Contestualmente, è emerso anche l’impiego irregolare delle tre lavoratrici, segno che il “pacchetto” proposto non prevedeva alcuna forma di tutela normativa.

L’immobile — circa 150 metri quadri formalmente ad uso commerciale — era stato trasformato abusivamente in un vero appartamento, con tutte le funzioni necessarie alla gestione continuativa della casa di appuntamenti. Un dettaglio che ora coinvolge anche il Comune per le verifiche urbanistiche.

La Guardia di Finanza ribadisce che l’indagine è ancora nella fase preliminare e che gli indagati devono considerarsi non colpevoli fino a eventuale sentenza definitiva. Ma la vicenda resta emblematica: in tempi di creatività imprenditoriale, qualcuno aveva pensato di elevare il concetto di “centro benessere” a un livello decisamente… alternativo.