Chablis, lo Chardonnay della fredda Borgogna, e Visione, l’Aglianico rosé in purezza dei Feudi di San Gregorio in Irpinia al Wine Specialists Council.
Mentre degustiamo per le nostre lettrici e i nostri lettori alcune prelibatezze vinicole francesi e italiane, tra cui un superlativo Chablis d’oltralpe e un delicato Aglianico rosé di casa nostra, abbiamo pensato a quanto spesso si faccia l’associazione frettolosa di tipo cromatico tra vini bianchi e pesce, da un lato, e vini rossi e carni, dall’altro.
Ecco, noi della Wine Specialists Council, pur nella consapevolezza che si tratta di una indicazione di massima sostanzialmente corretta, vorremmo invitare le nostre amiche e i nostri amici a rompere un po’ gli schemi e ad osare, trovando personalmente i giusti abbinamenti in base ad alcune specifiche caratteristiche e sensazioni restituite dai vostri piatti. Ad esempio, focalizzate l’attenzione su questi elementi presenti nei cibi: il dolce, il grasso, l’untuosità e la succulenza. Ora, lasciate perdere l’associazione per colore e provate ad abbinare le sensazioni gustative dei vini a quelle dei cibi, tenendo conto che per un cibo dolce avdrà bene un vino dolce, per un piatto grasso occorrerà sapidità, acidità, effervescenza, mentre per cibi untuosi occorreranno tannini e alcool. Insomma, provate a sperimentare, magari con le nostre note degustative dello Chablis e dell’Aglianico e non ve ne pentirete, buon divertimento!
Chablis 2020, Sébastien Dampt, 12,5% vol.
A ben vedere, lo Chablis, questa prelibatezza che giunge direttamente dalla regione francese della Borgogna, non è che un vino prodotto da uve Chardonnay, presenti anche da noi, ma la nota distintiva, che lo rende davvero unico e apprezzabile, è proprio il fatto che provenga da un terroir decisamente freddo come quello della Borgogna settentrionale. Lo Chablis, dal nome del comune nel quale viene prodotto, prese la sua Appellation d’Origine Contrôlée, che corrisponde alla nostra DOCG, addirittura nel 1938 e da allora è uno dei bianchi più notevoli al mondo. Abbiamo selezionato uno Chablis 2020 di Sébastien Dampt, un giovane enologo che ha rilevato la cantina di famiglia con una tradizione di 150 anni alle spalle. Il vino si presenta di colore dorato, trasparente e brillante e al naso si avvertono sentori di banana, mela e agrumi tra i fruttati, camomilla, giglio e gelsomino tra i floreali, ma anche origano, salvia, pepe, canfora, il tutto per una complessità davvero notevole. Alla bocca appare secco, caldo con una percezione umami interessante per un vino dal corpo medio e una qualità assolutamente definita. Per gli abbinamenti, sicuramente un formaggio sarebbe indicato, ma con le indicazioni fornite in precedenza, vi lasciamo sperimentare!
Visione 2021, Aglianico rosé dei Feudi di San Gregorio, 12,5% vol.
Visione è un vino rosé prodotto da Aglianico in purezza che, con il dovuto rispetto, non ha nulla da invidiare allo Chablis francese, anche perché si tratta di vini differenti e ognuno, a suo modo, esalta a dovere i piatti che potrebbe accompagnare. Abbiamo già avuto modo di decantare le lodi della cantina campana dei Feudi di San Gregorio a proposito di Goleto, un’eccellenza della nostra Irpinia, ma qui siamo di fronte ad un prodotto molto più ruffiano, assolutamente beverello e ammaliante con il suo colore provenzale e la sua brillantezza. Al naso Visione presenta profumi di ribes, viola, zagara e kumquat, con il rosmarino tra le erbe e la curcuma tra le spezie, quindi un vino dalla discreta complessità olfattiva, con una qualità decisamente definita. All’assaggio è secco, caldo e rotondo, quasi salato in bocca, ma certamente esile nella sua struttura. È un vino assolutamente pronto, non ha bisogno di evolvere e noi della Wine Specialists Council lo consigliamo in abbinamento a salumi, ma anche ad una buona pizza con mozzarella campana DOP oppure un piatto di orecchiette, cozze e vongole, che non guasta mai!
E, allora, evoè!
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a cura di Michele Lucivero