
Dopo l’annuncio dello stato di agitazione proclamato dalle sigle sindacali degli edili Feneal-Uil, Fillea-Cgil e Filca-Cisl per presunti ritardi nei pagamenti al cantiere del Policlinico Universitario di Caserta, arriva la smentita ufficiale da parte di Condotte 1880 S.p.A., società costruttrice dell’opera.

A firmare la nota, diffusa dall’ANSA il 28 maggio, è Michele Menichelli, responsabile delle Risorse Umane dell’azienda, oggi controllata da Tiberiade Holding della famiglia Mainetti. Il manager chiarisce che “il pagamento dei salari del personale operaio avviene, come previsto dal contratto collettivo, il 15 del mese successivo al periodo di competenza. Una modalità che è sempre stata rispettata e che non ha mai registrato ritardi”.
A far scattare l’agitazione sindacale era stata una comunicazione interna, in cui si segnalavano disagi legati al mancato versamento di acconti sugli stipendi e al ritardo nella corresponsione dei ticket mensa. Su questi aspetti Menichelli precisa che “le recenti difficoltà hanno riguardato esclusivamente il ritardo nell’erogazione degli acconti su base convenzionale, i quali non sostituiscono né anticipano le mensilità contrattuali”.
Dall’incontro tenutosi con le rappresentanze sindacali è emerso l’impegno dell’azienda a saldare tutte le spettanze entro il 15 giugno, confermando la volontà di mantenere aperto il dialogo con le organizzazioni dei lavoratori. “Il profilo produttivo, operativo ed economico del cantiere del Policlinico non è mai stato messo in discussione – aggiunge Menichelli – né da parte aziendale né da parte dei soggetti committenti o istituzionali”.
Un cantiere strategico per la sanità del Mezzogiorno, quello del Policlinico casertano, la cui realizzazione è iniziata oltre vent’anni fa e che oggi rappresenta una delle più grandi infrastrutture sanitarie in costruzione nel Sud Italia. Condotte 1880, in uscita da un periodo segnato da difficoltà finanziarie e amministrative ma collegato alla situazione precedente l’acquisizione da parte di Tiberiade Holding, ribadisce dunque il proprio impegno “alla tutela dei lavoratori e alla prosecuzione dell’opera con responsabilità e trasparenza, nel pieno rispetto dei contratti collettivi”.
Spesso bastano poche ore di ritardo in busta paga a far detonare tensioni magari sedimentate. Ma stavolta, almeno stando alla versione della storica società con una proprietà rinnovata e proiettata ad assicurare la continuità aziendale, la miccia non ha preso fuoco dopo le assicurazioni che i lavoratori, a giugno ne avranno conferma nel portafoglio.