COP26 e donne: Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Ursula Von der Leyen si mettono in gioco sul clima

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COP26 e donne

La prima settimana di lavori della COP26, appuntamento annuale dei potenti del mondo per discutere di clima, si è conclusa tra polemiche e perplessità. La “Conferenza delle Parti” (COP) organizzata dall’ONU e tenutasi a Glasgow, sta coinvolgendo i Paesi che hanno firmato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, più comunemente indicata con l’acronimo inglese UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change),anche se molti sono gli assenti ingiustificati (Cina e Russia i più citati).

In questa occasione, tre donne sono state al centro dell’attenzione: Greta Thunberg, giovane attivista svedese fondatrice del movimento “Fridays for Future”, Vanessa Nakate, prima attivista climatica ugandese e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.

La Cop26 parte oggi ed è organizzata da Italia e Regno Unito
La Cop26 è organizzata da Italia e Regno Unito e si tiene a Glasgow

Partendo dalle più giovani, le due attiviste hanno avuto l’idea di spostare per l’occasione ma manifestazione sul clima di Fridays for Future al Kelvingrove Park di Glasgow. Migliaia di giovani, le stime li “contano” in centomila circa, si sono così raccolti nei viali del parco e hanno marciato fino alla centrale George Street, dove Greta e Vanessa hanno parlato da un palco. Il tutto è stato documentato via social.

Greta Thunberg ha pronunciato parole dure, mettendo in evidenza il «fallimento della COP26» e il fatto che «dovrebbe essere ovvio che non sia possibile risolvere una crisi con gli stessi metodi che l’hanno provocata». La denuncia di Greta si è in particolare focalizzata sul fatto che questa conferenza si sia configurata come quella che ha “escluso di più” le voci dal basso.

COP26
Fridays for future a Glasgow, in occasione della COP26

Su questo punto in particolare si è espressa anche Vanessa Nakate, spiegando che l’Africa è responsabile del 3% delle emissioni, tuttavia sopporta il peso più grande della crisi climatica. «Come può esserci giustizia climatica se non ascoltano i paesi più colpiti?» ha detto l’uguandese rincarando la dose sullo scarso coinvolgimento di chi vive in prima linea i drammatici effetti del cambiamento climatico. Per l’attivista ventiseinne, infatti, la crisi climatica porterà a un’ulteriore inasprimento delle disparità tra i popoli. Greta e Vanessa hanno infine assicurato che «continueranno a lottare».

Al centro di lodi e polemiche anche la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen che alla COP26 ha trasmesso un messaggio chiaro: «bisogna agire con urgenza». Il Daily Telegraph, giornale filo-conservatore londinese, ha infatti denunciato il ricorso continuo della numero uno della Commissione europea a jet privati, persino per spostamenti di poche decine di chilometri. Anche l’arrivo alla COP26 è avvenuto con questa modalità, che per il Daily Telegraph stride non poco con l’agenda green dell’Unione Europea. La replica di Bruxelles non si è fatta attendere: «l’utilizzo dei voli per la Commissione europea avviene solo quando i vari impegni non permettono l’utilizzo di un altro mezzo di trasporto» ha dichiarato il portavoce dell’esecutivo comunitario Erica Mamer, precisando che «il jet utilizzato per Glasgow per la Cop26 era a biocarburante».

Nella storia del mondo la Terra è “madre”, è “femmina”. Saranno proprio le donne a metterla in salvo, a proteggerne la vita? Non lo sappiamo, ma ce ne sono alcune come Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Ursula Von der Leyen che, al di là di ogni personale giudizio, si stanno mettendo in gioco.