Covid, Cunegato: “giornalisti Report bolscevichi? In Veneto c’è poca democrazia”

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Report reazioni Cunegato tv locali
Report reazioni Cunegato tv locali

“La qualità di una democrazia dipende dalla qualità del dibattito pubblico. Questo non è un principio socialista, ma liberale. Così come è liberale il principio, che risale a Montesquieu, della divisione dei poteri. Perché una società funzioni bene i poteri devono bilanciarsi. In democrazia il potere funziona se bilanciato dal contropotere del giornalismo, che vigila, indaga, punge e ne rivela le contraddizioni, costringendolo a dare il meglio di sé.
Ebbene, in Veneto la gestione della seconda ondata è stata oggettivamente la peggiore in Italia. Lo dicono i numeri. Ci sono stati 2000 morti in più rispetto alla media in Italia. Nella prima ondata sono morte 600 persone in Veneto nelle Rsa e nella seconda 2500. Una tragedia”. Inizia così il lungo post su Facebook del consigliere comunale di Coalizione Civica di Schio ed ex candidato alle regionali con Il Veneto che vogliamo Carlo Cunegato che commenta sia l’inchiesta di Report sia le reazioni politiche del centrodestra veneto, le quali hanno avuto come megafono anche delle trasmissioni televisive di note emittenti locali.

“Report indaga e produce una inchiesta. Procaccianti intervista medici, operatori, politici, scienziati. Perché è andata così male? Forse per l’uso eccessivo dei tamponi rapidi usati impropriamente per gli screening? Forse perché siamo rimasti in zona gialla anche quando avevamo il numero di contagiati e morti più alto del paese? Perché abbiamo dichiarato 1016 posti in terapia intensiva anche se, come ha ammesso lo stesso Flor, ne avevamo 700? E la vicenda degli asintomatici? Insomma Procaccianti è un giornalista che fa il giornalista: ricerca, rivela fatti, pone delle questioni. In una democrazia normale è una ricchezza, contribuisce a rendere il dibattito più vivo e profondo. In Veneto non è normale – prosegue Cunegato -. Il direttore generale della sanità veneta si infuria, rivela che Crisanti potrebbe essere sanzionato. Ignobile. Guai a chi non si allinea. Probabili querele anche a Report. I giornalisti non devono fare i giornalisti. Il potere della destra onnipervasiva veneta, che ormai occupa tutti gli spazi da 26 anni, non accetta contropoteri. Non è la prima volta, in Veneto le critiche non sono accettate. Per questo a Dicembre i giornalisti sono scesi in piazza. Perché Matteo Mohorovichic che raccontò su Rai Tre il 14 Dicembre i morti in corridoio a Borgo Trento ha dovuto subire le dichiarazioni del commissario Cobello che in conferenza stampa disse di aver inviato in procura il servizio. Anche Ingri Feltrin, che raccontò il dramma di Montebelluna, subì la minaccia dell’Ulss di difendersi nelle “sedi opportune”. Lo stesso per Alessandra Vaccari dell’Arena. Meglio stare zitti. Flor parla di “un attacco al sistema sanitario regionale”. Sapete cosa vuol dire? Che le querele e le cause non le pagano loro, ma l’Ulss, cioè noi. Il potere si difende dal contropotere con i soldi del contribuente. Intanto ieri sera Antenna Tre sceglie di mandare in onda questi messaggi dei telespettatori: “Televisioni di stato tutte di sinistra…solo bugie di regime”, “La banda bolscevica di Report all’attacco della Lega”. Peccato che un giornalismo vero, non sia bolscevico, ma la condizione di possibilità della democrazia. Il potere veneto, che non sembra sopportarlo, alle critiche risponde con le querele temerarie – conclude Cunegato -. Senza libertà di critica e di stampa non c’è dibattito democratico. Se un’inchiesta giornalistica genera questo ciclone, nella nostra regione qualcosa non va”.