Il “clima” Covid anticipato dalla ‘Domenica del Corriere’ del 1962. E un romanzo di fantascienza aggiornato nel 1989 narra di un virus di… Wuhan

Il virus colpisce una caratteristica fondamentale della modernità, il contatto tra persone, basato su spostamenti rapidi e città metropolitane, e ci porta di peso in una nuova era: quella digitale e virtuale

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La copertina della Domenica del Corriere nel 1962

Nel 1962 la Domenica del Corriere pubblicò un’immagine di copertina che raffigurava delle persone in un’affollata via di una metropoli dentro una campana di vetro, nel tentativo di mostrare, forse provocatoriamente, come sarebbe stato il mondo nel futuro, nel 2022, anticipando così la necessità di distanziamento sociale e di prevenzione che abbiamo conosciuto quest’anno per evitare i contagi del virus Covid-19. Ma del resto c’era già stata una pandemia, nel 1918, 1919, e 1920, e l’umanità aveva già conosciuto, realmente, la necessità di tali misure, a causa del virus RNA H1N1, nota come influenza Spagnola, (ma in altri paesi chiamata anche “brasiliana” o “bolscevica”).

Il “clima” Covid è stato poi anticipato anche 1981 dallo scrittore americano Dean Koontz, che pubblicò il romanzo The Eye of Darkness, “l’occhio dell’oscurità”, in cui si parla di un virus creato in laboratorio come arma batteriologica da usare nelle guerre tra Stati. In quegli stessi anni c’era la guerra fredda tra USA e URSS e venne riconosciuto per la prima volta il virus dell’HIV dopo la registrazione di casi sospetti di polmonite. La suggestione dell’arma batteriologica quindi può essere comprensibile contestualizzando il romanzo, tanto che nel 1978, tre anni prima, Stephen King aveva già scritto e pubblicato The Stand, in italiano noto come “L’ombra dello scorpione”, che parla proprio di un virus creato in laboratorio come arma batteriologica che decima la popolazione mondiale. Quello che colpisce di più del romanzo di Koontz è tuttavia che il virus si chiami Wuhan-400. Un nome e un numero che ricordano Covid-19 e soprattutto la stessa città dove effettivamente è esploso il primo focolaio di Sars-Cov-2. L’autore cambiò il nome nel 1989 dopo il crollo dell’URSS pensando che i nuovi nemici degli USA sarebbero stati i cinesi. Inizialmente infatti il virus era russo e si chiamava Gorki 400. In realtà furono gli arabi e il terrorismo islamico, il nemico individuato dai vari Reagan, Bush senior, Clinton e Bush junior per tenere alta la propaganda della più grande democrazia del mondo che sconfigge i cattivi, mentre la ‘nuova guerra fredda’, ovviamente non ufficiale, è ‘scoppiata’ con la Cina in anni più recenti, soprattutto durante la presidenza Trump.

Lo scrittore statunitense Dean Koontz

Al di là delle coincidenze e del fatto che non ci sono prove che il Covid sia stato creato in laboratorio come arma batteriologica, è forse più interessante spostare la riflessione sulle ripercussioni sociali di questo virus. Nell’epoca moderna della terza rivoluzione industriale le persone si spostano molto di più e più rapidamente di prima, grazie a treni, aerei e macchine. Le città divorano le campagne e nascono le metropoli. Il contatto umano è di conseguenza molto più diffuso di prima, ma il Covid, costringendoci al distanziamento sociale, va a colpire proprio questa caratteristica della modernità.

Mascherine usate durante l’influenza spagnola

Se ai tempi della Spagnola il mondo andò avanti per la sua strada, spingendo sempre più l’acceleratore su quella modernità che ci ha portati a poter viaggiare da Venezia a Mosca, o a New York, o a Pechino, in un giorno (nel caso di Mosca si può anche tranquillamente andare e tornare in giornata), a creare quartieri dormitorio per gli operai delle fabbriche, a costruire palazzi di 30 piani abitati da persone che a malapena si conoscono, ad accelerare i nostri movimenti riempendo come sardine autobus e treni, questa volta il virus capita nel corso di una rivoluzione digitale già in atto. Ora non serve più affollare mezzi per andare al lavoro: c’è lo smart working, né volare dall’altra parte del globo: ci sono le videoconferenze, né andare al ristorante o fare la spesa: c’è il servizio a domicilio, ovviamente abbandonando il pagamento in contanti.

Anche per i contatti umani e il sesso si possono trovare alternative, come nel film Demolition Man con Stallone: possiamo ordinare visori di realtà virtuale e vivere, comodamente da casa, qualsiasi tipo di esperienza, perché là fuori è troppo pericoloso. Inoltre possiamo anche tornare a popolare campagne, montagne, lagune, litorali, in quei pochi posti ancora incontaminati. L’importante è che ci sia un’antenna per garantirci la connessione di internet e telefono. Il Covid-19 ha accelerato trasformazioni già in atto e ci ha portati di peso in una nuova era: quella digitale e virtuale.


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