Covid, modifiche a piano vaccinale veneto: botta e risposta tra Lega e opposizioni

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Moderna vaccino
Moderna vaccino

“È inaccettabile questo gioco delle tre tavolette di Zaia. Un piegare i numeri che non fa chiarezza e che non corrisponde all’esperienza diretta dei veneti sul funzionamento del piano vaccinale. Dire infatti che il Veneto è secondo a livello nazionale per vaccinazioni, prendendo come arco temporale gli ultimi 15 giorni, serve solo a coprire un ritardo evidente, certificato dalle cifre vere e non rielaborate a piacimento. Il presidente legga il report di questa mattina sul sito del Governo e ci dica che fine hanno fatto 150mila dosi di vaccino: su 811mila consegnate, ne sono state somministrate poco meno 662mila, ossia l’81,6% del totale, 17esima Regione in Italia. Un accantonamento prudenziale di quasi il 19% è indubbiamente eccessivo, soprattutto se consideriamo le attuali necessità”. Ad affermarlo in un comunicato sono il capogruppo del Partito Democratico Veneto Giacomo Possamai insieme alla Vicepresidente della commissione Sanità Anna Maria Bigon, alla collega Francesca Zottis e alla Vicecapogruppo Vanessa Camani, in una nota in cui tornano a chiedere un cambio di passo per quanto riguarda le vaccinazioni. “Il presidente non può affermare che ‘il Veneto rispetta l’agenda vaccinale, con i vaccini che ci danno’ – proseguono i consiglieri PD – perché altrimenti non si spiegano i numeri. Il Veneto ha ricevuto l’8% delle dose consegnate a livello nazionale, perfettamente in linea con la percentuale di popolazione regionale rispetto a quella italiana. La Campania ne ha avute meno, nonostante abbia un milione di abitanti in più, ed ha raggiunto l’87,7% delle somministrazioni. Questa è la realtà, non quella che Zaia vuole far credere. Nessuno, come lui stesso ha detto oggi, pretende l’impossibile perfezione. Ma non è neppure accettabile che si spacci ogni azione per eccellente quando è evidente che non lo sia. È una questione di serietà e di rispetto dei cittadini”.

“Dobbiamo accelerare soprattutto per quanto riguarda gli over 80 – affermano ancora i Consiglieri – siamo molto indietro rispetto a Lazio ed Emilia Romagna per fare due esempi, pazienti fragili, caregiver, sanitari in tutte le Ulss compresi gli Oss e chi opera come libero professionista, aumentando la capillarità dei centri vaccinali ed estendendo gli orari. Specialmente per i ritardi sugli anziani non si può scaricare tutto sulle inadempienze, gravi sia chiaro, delle case farmaceutiche: fino a pochi giorni fa non era ancora certo se dovessero aspettare la lettera dell’Ulss oppure prenotarsi via web”.

“Il fatto che oggi Zaia abbia annunciato una novità, con la chiamata per classe di età con un avviso pubblico che partirà in via sperimentale nel fine settimana – concludono Possamai, Bigon, Zottis e Camani – significa che qualcosa finora non ha funzionato”.

“Per settimane abbiamo letto e sentito dire che nella gestione della pandemia, la Lombardia era un disastro mentre il Veneto stava facendo bene. Purtroppo quella era un’immagine artefatta, creata dalla narrazione di Luca Zaia con le sue conferenze stampa quotidiane. Ora invece la realtà sta presentando il conto: ai Veneti e al presidente Zaia – aggiungono in un altro comunicato Anna Lisa Nalin Membro Segreteria Nazionale +Europa
Corrado Cortese Portavoce Veneto +Europa -. La nostra Regione, ben lontana dall’essere l’eccellenza che per anni ci siamo sentiti raccontare dalla propaganda leghista, è malinconicamente in zona retrocessione nella gestione della pandemia e soprattutto della campagna vaccinale. Il coordinamento della sanità pubblica ha messo nero su bianco che in Veneto ci sono state scelte sbagliate, ritardi e confusione che hanno generato il rallentamento delle somministrazioni. La Lombardia è di appena qualche decimale messa peggio rispetto al Veneto: di fatto la situazione è la stessa e si riassume in un vero caos organizzativo. Di fronte al fallimento certificato dai fatti, Zaia reagisce lanciando le prenotazioni on line: speriamo che per una volta agli annunci seguano azioni concrete perché in questa guerra contro la pandemia la Regione ha già commesso troppi errori. Per settimane siamo stati ad inseguire la telenovela di 27 milioni di dosi proposte da fantomatici intermediari a cui il presidente Zaia aveva dato credito, mentre il piano vaccinale Veneto stava annaspando. Ora ci sono le dosi nei frigoriferi mentre la vaccinazione per gli over 80 va avanti a rilento (il Veneto è al 15 posto tra le Regioni italiane) e la platea è stata allargata in modo casuale ad altre categorie (e non si sa nemmeno bene a quali). Per volere l’Autonomia bisogna anche saper gestire e prendersi le responsabilità conseguenti. Zaia ha dimostrato di non esserne all’altezza e quindi di non meritarsi l’autonomia che ha promesso i Veneti. Quella di Zaia è una autonomia di comodo che si nutre di propaganda, ma ora serve quella dei fatti. L’ultima, amara dimostrazione è quello che è successo a Treviso, proprio in casa del Presidente, dove il cervellone per le prenotazioni è andato in tilt. Serve un cambio di rotta, immediatamente”.

Alle critiche risponde Sonia Brescacin, consigliere della lista Zaia: “Spiace vedere come, pur di fare campagna elettorale continua, le opposizioni non si facciano scrupolo di alimentare le preoccupazioni dei cittadini sulle vaccinazioni, accusando la Regione del Veneto di mancanza di organizzazione. Facile parlare, quando non si devono prendere decisioni. Il piano vaccinale è stato rimodulato più volte a causa del mancato arrivo dei vaccini. Proprio per far fronte, giorno per giorno, a questa situazione, i vertici della Regione incontrano quotidianamente i Direttori delle ULSS. Ma, evidentemente, non avendo mai dovuto fare i conti con una programmazione simile, i colleghi del Pd non si rendono conto delle difficoltà pratiche cui bisogna andar ogni giorno incontro, con le aspettative degli arrivi che vengono puntualmente disattese”.

“Non c’è modo di fare una programmazione certa senza sapere quanti, ma anche quali vaccini arriveranno – aggiunge ancora la consigliera che è anche presidente della commissione Sanità – Stiamo parlando di tre tipologie diverse, ognuna delle quali richiede modalità precise di somministrazione ma anche destinatari specifici. Il Partito democratico fa sempre riferimento alle graduatorie nazionali sulle dosi dei vaccini, ma utilizza solo quelle che possono essere utili ai suoi fini comunicativi. Peccato che anche oggi il presidente Zaia abbia indicato un’altra lettura dei dati: il Veneto tra l’8 e il 22 marzo ha somministrato 308 vaccini ogni 100mila abitanti. È secondo solo alla Regione Lazio. Basta quindi accusare la nostra amministrazione di essere agli ultimi posti”.

“Il confronto costruttivo è positivo, ma non accettiamo lezioni da nessuno – conclude Sonia Brescacin – Bisognerebbe semplicemente essere realisti e descrivere la situazione per come è davvero, senza creare confusione con dichiarazioni pretestuose”.