Danni maltempo, l’intervento di Zaia: “in arrivo un miliardo”. Pd: “zero euro”. Bocciata mozione Fracasso

219

(Nel video Zaia parla dei danni per il maltempo ma anche del tema autonomia)

Seduta straordinaria del Consiglio regionale, con all’Ordine del Giorno la Mozione, primo firmatario Fracasso (PD), ‘Interventi di ripristino del patrimonio forestale del Veneto gravemente danneggiato dalla tempesta Vaia dell’autunno 2018′. Al termine della discussione generale, introdotta dal Capogruppo PD in Consiglio regionale, Fracasso, dell’intervento del Governatore Zaia  e delle dichiarazioni di voto, la Mozione è stata respinta con 33 voti contrari, 15 favorevoli e 1 astenuto.

Così Stefano Fracasso, che ha illustrato la richiesta di Consiglio straordinario: “Abbiamo ritenuto necessario fare oggi il punto della situazione per mettere in campo un piano d’azione per ripristinare il patrimonio forestale, con una regia forte, un intervento coordinato che individui costi, tempi e modalità di intervento, le azioni di rimboscamento e di monitoraggio necessarie, dopo che sono ormai trascorsi quattro mesi dagli eventi che hanno danneggiato il Veneto a fine ottobre. Riconosciamo che la risposta all’emergenza è stata generosa e tempestiva, riconosciamo anche l’ottimo lavoro svolto dalla Protezione Civile, ma ahimè ricordiamo anche le tante passarelle di quei giorni e i tanti miliardi promessi… ci vuole invece una volontà politica forte di assumersi precise responsabilità che portino al ripristino del patrimonio forestale, che è un patrimonio dei veneti ma soprattutto dell’umanità, chiediamo una forte regia della Regione. Di tutto ciò, non abbiamo visto nulla, se non un agire in ordine sparso rincorrendo l’emergenza. Sottolineo che il maltempo di fine ottobre ha causato un ingente danno economico alle comunità colpite, soprattutto per il mancato introito dalla vendita del legname, stimato in circa 5,5 milioni di euro l’anno e che è destinato a trascinarsi in futuro, ed è ingente anche il danno stimato al patrimonio forestale nel suo complesso, compreso il necessario rimboscamento e il ripristino della viabilità silvo pastorale. Eppure, nel Bilancio della Regione non è stato messo un euro in più pur di fronte a questa situazione assolutamente straordinaria, preferendo aspettare l’intervento del Governo. Riteniamo necessario, dopo aver affrontato l’emergenza, mettere subito in campo un piano d’azione straordinario e organico per le foreste, come già fatto in altre regioni autonome, coordinato e lungimirante per rimettere in piedi i boschi, la cui crescita non ha certo tempi elettorali… e chiediamo, in attesa che lo Stato e la Commissione Europea rispondano, una variazione di bilancio che stanzi adeguate risorse finanziarie per ripristinare il patrimonio forestale del Veneto così profondamente ferito. Non basta certo la commovente solidarietà dei veneti”.

Manuel Brusco (M5S): “Il Consiglio straordinario di oggi dovrebbe cercare di capire quali siano le problematiche, soprattutto in capo ai Sindaci dei territori colpiti, e quali siano i mezzi a disposizione e quali tipologie di intervento sia possibile pianificare. Sottolineo che per la prima volta si è saltata la burocrazia assegnando le risorse per fare fronte all’emergenza alla Protezione Civile e quindi ai Comuni. Ma ora dobbiamo programmare azioni strutturali per ripristinare il patrimonio forestale e rispondere alle istanze dei Sindaci. Ci vogliono anche le mappe dei rischi, azioni coordinate per la vendita del legname e per come fare il rimboscamento. Bisogna fare in fretta ma c’è bisogno di mettere in campo azioni coordinate ed omogenee, anche mettendo mano al bilancio, come abbiamo già fatto per la Superstrada Pedemontana Veneta”.

Piero Ruzzante (LeU): “Come Capogruppo del Gruppo Misto, a nome anche dei colleghi Valdegamberi e Bartelle, dò la notizia che abbiamo deciso che i soldi risparmiati da noi vengano destinati alle popolazioni colpite dal maltempo. Credo che sia giusto cambiare anche i nomi utilizzati quando ci riferiamo agli eventi di fine ottobre 2018, perché non è giusto chiamare tempesta un disastro che ha avuto invece tutti i connotati di un uragano forza 4 e che ha messo in ginocchio principalmente le provincie di Belluno e Vicenza; questo anche per stimare correttamente i rimborsi e perché dobbiamo imparare ad affrontare gli uragani attrezzandoci e prendendo in giusta considerazione i cambiamenti climatici in atto. Dobbiamo con coraggio modificare il nostro Veneto, ripensando al consumo di suolo, ai trasporti, alle emissioni inquinanti. Ci rendiamo conto oggi di quanto incredibile sia stato il Consiglio straordinario che abbiamo fatto il 24 settembre 2018 a Rocca Pietore… cosa è rimasto? Abbiamo modificato i confini della Marmolada? Il Governo ha dato qualche risposta in merito? Invece, non abbiamo affrontato l’unico vero problema, quello dello spopolamento delle zone montane e la tutela di quei territori. La sola cosa che mi sento di chiedere, dopo aver ascoltato gli amministratori e la gente di montagna, è che il legname non venga svenduto a un sesto del suo reale valore, ci vuole una regia unica, l’individuazione di alcuni luoghi dove ammassare tutto il legno che va poi bagnato periodicamente. Dico no alle speculazioni, altrimenti quei territori così martoriati morirebbero un’altra volta”.

Graziano Azzalin (PD): “Oggi, San Valentino, ci vuole la consumazione di un atto d’amore nei confronti della montagna veneta, e non certo assestare un colpo mortale per i territori danneggiati. Abbiamo chiesto questo Consiglio per sapere, per avere delle risposte. In fondo, con la Mozione presentata, abbiamo chiesto due semplici cose, una pianificazione precisa e interventi finanziari da parte della Regione. Molte, infatti, sono le criticità che vedo evidenti: la frammentazione in sette aree distinte dei Servizi Forestali, che prima avevano un unico assessorato. Poi, è debolissima la filiera del legno. Non ci sono soldi per sostenere le azioni necessarie, i comuni sono stati obbligati a diventare ‘ope legis’ soggetti attuatori, il prezzo del legname è crollato, ci vuole più pragmatismo e condivisione. Occorre modificare le misure del PSSR. Non abbiamo certo bisogno di nessuna legge sull’autonomia perché le foreste sono da sempre di competenza regionale. Dobbiamo garantire alla nostra montagna risorse e servizi per scongiurare lo spopolamento”.

Andrea Zanoni (PD): “Sono passati tre mesi e mezzo da un fatto epocale, un uragano, che ha colpito la nostra regione, schiantando 8 milioni di metri cubi di boschi. Dobbiamo intervenire mettendo in campo una regia unica e autorevole, per dare assistenza ai proprietari pubblici e privati, evitando le speculazioni, anche sospendendo le autorizzazioni forestali a tagliare ulteriori alberi. E’ necessario riprendere un rapporto stretto per la cura della montagna e ripensare alle misure per mettere in sicurezza territori fragili. Ci vuole una nuova fase di pianificazione che prenda nella giusta considerazione i cambiamenti climatici, va potenziata la ricerca scientifica, con il coinvolgimento attivo delle popolazioni interessare, bisogna recuperare un bene comune come è la foresta., consolidare le opportunità lavorative, gestire nel lungo periodo le semine, anche artificiali, le azioni di rimboscamento, tutelando la biodiversità. Necessaria la prevenzione e la tutela della viabilità silvo pastorale, salvaguardare le zone umide. Molta attenzione va rivolta alla gestione faunistica, in particolare per tutelare le specie a rischio. Vanno tutelate anche le piante monumentali, bisogna sviluppare la ricerca scientifica, in collaborazione con le Università. Ci vuole un piano organico che recuperi l’intera filiera del legno, anche con l’interessamento dell’artigianato. Si dovranno recuperare alcuni orti e vivai forestali. Attenzione infine alle politiche energetiche regionali che vanno approfondite. Questa può essere una preziosa opportunità per affrontare con armi nuove i mutamenti climatici”.

Cristina Guarda (AMP): “L’evento Vaia ha causato l’abbattimento di 15 milioni di metri cubi di alberi abbattuti, ma in precedenza ci sono stati altri eventi importanti che hanno ferito profondamente i nostri territori. Eppure, a tutt’oggi non abbiamo saputo ancora pianificare una vera procedura post emergenziale, che preservi il valore del legname e tuteli il territorio, non c’è ancora una regia strutturata, invece è stato ridimensionato Veneto Agricoltura, l’unico Ente strumentale che avrebbe capacità ed esperienza per intervenire. Certo, l’80 percento dei boschi appartiene ai privati, i quali hanno buoni rapporti con l’Austria, Paese che si è già attivato… ma è chiaramente mancato un intervento coordinato della Regione, una precisa stima dei danni, adeguati stanziamenti di bilancio per l’esboscamento, precise linee guida per il ripristino del patrimonio forestale, interventi di sostegno del bosco che andrebbe considerato un bene comune, come invece è accaduto nella Provincia Autonoma di Trento e Bolzano e in Friuli, che hanno saputo stanziare fondi adeguati. Il legno non può aspettare cure che devono essere immediate per non vedere svilito un importante patrimonio economico”.

Patrizia Bartelle (IIC): “Sono contento della presenza del Governatore Zaia che è Commissario degli interventi. Ingenti sono stati i danni inferti al territorio, alle infrastrutture, alle abitazioni, alle aziende e alle attività produttive. Chiedo a Zaia risposte immediate perché c’è una intera comunità ferita che attende dati certi per potersi rialzare”.

E’ intervenuto in aula il Governatore Luca Zaia: “Premetto che oggi parlerò in veste di Commissario. Ho ascoltato tutti gli interventi che si sono succeduti in aula, da cui traggo un forte amore per il Veneto, da parte di tutti i consiglieri, al di là delle legittime scelte politiche differenti per intervenire. La tempesta è stata classificata un uragano, quindi abbiamo subito un evento eccezionale, caratterizzato da un vento fortissimo. Possiamo quindi ben dire di non aver mai visto una cosa del genere…  Abbiamo saputo rispondere bene all’emergenza, grazie alla Protezione Civile, all’Esercito, ai Vigili del Fuoco, e grazie in particolare a tutti i volontari che hanno prestato gratuitamente moltissime ore lavorative e alla solidarietà che ci è giunta anche da altre regioni. Ad un certo punto abbiamo dovuto arrestare questo generoso fiume di solidarietà, per potere restare operativi. Tengo a ricordare le tre vittime che il maltempo ha mietuto. Sottolineo i gravi danni arrecati alla viabilità e alle infrastrutture. Da subito, come previsto dalla legge, abbiamo individuato i soggetti attuatori che lavorano gratuitamente, anche in seno alle amministrazioni comunali che accettano di essere presidio per il territorio di riferimento. Abbiamo attivato da subito geologi e ARPAV per la tutela del territorio, con i Sindaci che sono stati i veri eroi. Ringrazio tutti i media che ci hanno aiutato a comunicare bene il disastro che ci ha messo in ginocchio, anche attraverso immagini veicolate a livello nazionale. Abbiamo prontamente attivato numerosi cantieri, anche speciali, attivando gare per il monitoraggio dei grandi eventi franosi. Abbiamo altresì fatto fronte al dissesto idrogeologico, con numerosi interventi. Sottolineo che è stato fatto un grande lavoro, che tutti gli interventi necessari sono stati attuati o sono in cantiere o in fase di progettazione. La tecnologia ci ha aiutato, ad esempio avevamo in mano il momento esatto in cui si sarebbe verificata una piena. Quanto alle foreste, dico che abbiamo dei boschi che non sono tutti demaniali e che limitano il potere del Commissario, con una forte proprietà privata parte della quale risiede ora all’estero. A differenza di quanto ha previsto la Provincia Autonoma di Trento, noi non lasceremo mai soli i Comuni e comunque abbiamo avuto una superficie di territorio danneggiato di gran lunga superiore. Abbiamo  oggi un piano chiaro per porre in essere interventi sui territori colpiti, abbiamo stretto accordi di collaborazione con l’Università di Padova per il rimboscamento ridisegnandone il profilo e porre fine alla monocoltura incentivando la piantumazione di larici. Abbiamo coinvolto tutte le aziende interessate della filiera, nazionali e internazionali, per innanzitutto spostare tutti gli alberi abbattuti, mutuando le buone pratiche. 134 milioni di euro vale la pulizia dei boschi, iniziando dalla parte subito aggredibile, spingendoci verso i centri abitati e rimettendo in funzione la viabilità silvo pastorale per garantire i necessari collegamenti. Voglio tuttavia evidenziare come abbiamo montagne bellissime ma anche diverse zone impervie, veramente difficili da raggiungere. Non abbiamo certo svenduto il legname, venduto all’80 percento del loro valore. Ottimo è stato il lavoro svolto da Veneto Strade. Quanto al rischio valanghivo, abbiamo identificato 86 nuovi rischi al ridosso dei centri abitati, proprio dove il legname resta lì, con 20 comuni coinvolti. Questa è la cosa più preoccupante e difficile. Nel Settore Forestale abbiamo operato alcuni interventi di somma urgenza, che hanno salvato Luxottica e i centri dell’Agordino. Fortemente danneggiati anche i sistemi di rete, come acquedotti, opere fognarie, impianti luce, acqua, gas, nonché le coste. Questa disgrazia vale esattamente 1 miliardo e 734 milioni. Con le risorse stanziate dal Governo, a noi dovrebbero arrivare sicuramente 1 miliardo e 50 milioni, da utilizzare per dare ristoro ai cittadini danneggiati e per ovviare al rischio valanghivo, per sistemare e migliorare i Serrai di Sottoguda. Chiudo ricordando come abbiamo raccolto circa quasi 4 milioni di donazioni e ha funzionato bene l’SMS solidale. Ringrazio quindi il grande cuore dei veneti. Ringrazio anche tutti coloro che lavorano, si danno da fare e rischiano in proprio, siamo una bella squadra, e le Istituzioni dello Stato con cui stiamo collaborando. I veneti meritano di vedere la montagna veneta bella almeno come prima, noi ce la stiamo mettendo tutta”.