Dimissioni Finocchiaro da Agsm, centrosinistra: “definitivo ritorno aziende pubbliche come Aim sotto il controllo della politica”

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Le dimissioni di Finocchiaro, Presidente di AGSM – è scritto in un comunicato congiunto di Coalizione Civica – Da Adesso in Poi – Quartieri al centro – Partito Democratico – Vinova di Vicenza – vengono dopo l’astensione sul progetto di fusione AIM-AGSM in uno degli ultimi CDA della ex municipalizzata veronese. Non è un mistero che Finocchiaro fosse un convinto sostenitore dell’ingresso con il controllo da parte di A2A nella fusione a tre e che si fosse pesantemente impegnato sul tema dell’infungibilità. Oggi, dopo mesi sprecati intorno ad una chimera e centinaia di migliaia di euro in consulenze, la questione dell’infungibilità è archiviata. Sul tavolo le offerte di altri importanti multiutility italiane mostrano proposte altrettanto competitive e di valore.

L’Amministratore unico di AIM e il Sindaco di Vicenza sulla tesi dell’infungibilità hanno speso tempo e denaro, sostenuto che A2A fosse la soluzione migliore, firmato un accordo vincolante per una trattativa in esclusiva. Poi nelle ultime settimane una retromarcia tanto dovuta quanto ridicola e soprattutto senza nessuna conseguenza. Finocchiaro si è dimesso, salvando almeno la dignità. Cosa fanno invece i nostri campioni? Consegnano AIM a Verona, di fatto perdendo il controllo di una società pubblica interamente controllata dal Comune di Vicenza, 300 mln di fatturato, centinaia di dipendenti, milioni di utili, in cambio di una quota di minoranza con un modello di governance in cui decide, di fatto, solo Verona.

In questo senso le dimissioni di Finocchiaro segnano un altro punto fermo: la fusione per incorporazione di AIM in AGSM si farà, sparirà AIM, Verona metterà le mani su Vicenza con il pieno controllo della società e tutto si fermerà lì. Sì perché a quel punto la partita è chiusa: AIM non ci sarà più, i partiti di centrodestra avranno finalmente il controllo delle due municipalizzate in maniera stabile, Verona avrà la maggioranza assoluta.

Un controllo e una politicizzazione che non faranno bene né alle aziende né ai cittadini. La politica deve dare indirizzi e obiettivi, la gestione la devono fare i manager, forti e indipendenti quanto più possibile al contrario di quanto sta accadendo con un management in totale sudditanza alla politica leghista.

Chi pagherà lo stuolo di consulenti che hanno lavorato sull’infungibilità? Chi si assume la responsabilità di aver fatto il “giro dell’oca” per tornare a capo con la fusione a due, Vicenza e Verona? Chi avrà il coraggio di dire che questa cessione a Verona è la perdita definitiva dell’ultimo “gioiello” vicentino? Chi avrà ancora il coraggio di sostenere che la fusione per incorporazione è un mero tecnicismo e non il simbolo di tutta questa operazione?

Noi sosteniamo da tempo altre strade. Dalla gara pubblica e trasparente, ad un’alleanza anche con Verona ma su basi paritetiche. AIM non ha la necessità di essere svenduta. E’ in salute, produce utili, fornisce utilità al territorio. Chi dice il contrario agita fantasmi che servono solo a nascondere l’incapacità di progettare futuro.

Anche chi, a Vicenza, è stato protagonista di scelte fallimentari dovrebbe fare un passo indietro.


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