È rombo dei tuoni per il Parco della Pace: tocca ora a Quartieri al centro e a Vinova

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Quartieri al centro: qualità del vivere a Vicenza, non nuovo inquinamento e cemento. Vinova dice si al Parco della Pace 

Dal Rapporto di Legambiente Veneto pubblicato oggi, scrive nella nota che pubblichiamo Quartieri al centro, Vicenza risulta la città più inquinata del Veneto per la produzione di polveri sottili. Francesco Rucco propone di bloccare il progetto del Parco della Pace e modificarlo mettendoci anche una pista di atterraggio. Altro smog, altro inquinamento acustico. Che senso ha per la nostra città e per la vita dei nostri quartieri? Abbiamo bisogno piuttosto di un grande polmone verde all’interno del quale poter fare sport, attività all’aria aperta, costruire occasioni di socialità.


Quartieri al centro vuole una Vicenza in cui la qualità della vita sia obiettivo prioritario, non una città con ancora altro smog e cemento.
Quartieri al centro intende difendere la bontà del progetto del Parco della Pace e rispedisce al mittente qualunque tentativo di bloccarne il progetto ad opera del centrodestra.

 

La lista Vinova interviene in difesa del progetto per il Parco della Pace che sarà aggiudicato tra 30 giorni.
“Le dichiarazioni comparse oggi sulla stampa – commentano i candidati che sostengono Otello Dalla Rosa – ci offrono l’occasione per ribadire il nostro “Sì” al Parco della Pace. Il centrodestra ha già avuto il tempo, oltre 10 anni fa, per dire dei no ad alcuni scempi che hanno segnato la città. Oggi invece si dice “no” ad un polmone verde, ad un’area di grande valore ambientale e naturalistico, a spazi al servizio dei cittadini.
Il Parco della Pace che vogliamo sarà il più grande parco pubblico del Veneto, bello, accogliente, a servizio di tutta la città, delle famiglie, degli sportivi, di tutti quelli che amano stare a contatto con la natura.
Sarà un’area a cui accedere in bici e a piedi, con percorsi verdi, ben servito dai mezzi pubblici.
Al suo interno son già previsti una serie di impianti sportivi, ma sarà una dotazione che con l’aiuto dei cittadini potremo anche incrementare. Ci saranno spazi d’acqua che ridoneranno all’area lo splendore d’un tempo, prima che la costruzione della base militare la snaturasse.
Non vogliamo una nuova cementificazione che non farebbe altro che danneggiare un equilibrio idraulico delicato per la nostra città. Vogliamo un grande spazio verde liberato da nuove forme di inquinamento acustico e atmosferico. Si perché aerei elettrici e silenziosi non se ne sono ancora visti in giro.
Da sempre abbiamo creduto e sosteniamo convintamente l’importanza del coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale legato in particolar modo alle grandi opere. Tanto si è fatto in questo senso per la definizione del progetto del Parco della Pace e tanto ancora si potrà fare. Partecipazione è un termine che ci guida e ci qualifica e su questa, con la prossima amministrazione, vogliamo costruire un grande evento aperto a tutti per apportare le migliorie ancora possibili al progetto. Spazi di manovra ce ne sono e sono quelli nei quali vogliamo muoverci con i vicentini e per i vicentini.
Forse dobbiamo delle scuse a Francesco Rucco. L’abbiamo accusato di essere un “falso civico”, sulla base dei suoi (non brillanti) trascorsi di uomo di partito ed amministratore. Ma la sua ultima, surreale proposta di sostituire il costruendo Parco della Pace con una pista di atterraggio (de che? direbbero a Roma) dimostra che Rucco di amministrazione non ha né esperienza, né conoscenza specifica. Del resto, i desolanti dati sulle sue presenze, o meglio, assenze, in Consiglio Comunale durante il suo mandato possono solo confermarlo. Un ex-amministratore (e candidato sindaco!) dovrebbe sapere che il progetto del Parco della Pace (che sia questo nome a dargli fastidio?) sarà a breve appaltato, e che la ditta che se lo aggiudicherà qualcosa potrebbe avere a che dire su un eventuale ripensamento nelle opportune sedi. Almeno su questo, trattandosi di questioni legali, Rucco dovrebbe avere cognizione.
Che poi la vicinanza della base USA renda impossibile far volare in prossimità anche un aeroplanino di carta, dovrebbe essergli altrettanto noto. Ma forse pretendiamo troppo!”