Enotour presso Cantina Roberto Capecci nelle Marche al “Wine Specialists Journal”

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Colline da Roberto Capecci
Colline da Roberto Capecci

L’esperienza presso la Cantina di Roberto Capecci ad Acquaviva Picena nella Marche non è semplicemente una degustazione di vini e prodotti locali, ma è qualcosa di molto più profondo. Da Roberto Capecci ti senti subito a casa, infatti l’ospitalità che ti riserva il produttore, insieme alla moglie e alla sua intera famiglia, è coinvolgente, appassionata, ma anche molto frugale e sincera, senza rinunciare al valore supremo della convivialità e della qualità.

Da Roberto Capecci ti può capitare, ad esempio, di condividere il cibo e i vini sulla stessa tavola con persone del tutto sconosciute, come è capitato a noi, che abbiamo discusso, rigorosamente in inglese, di scienze, cultura, arte, politica e filosofia con una coppia di finlandesi di origine russa/ucraina in perfetto spirito di armonia, ma, soprattutto, in compagnia di ottimi vini.

La cantina di Roberto Capecci si trova in un territorio caratterizzato da morbide e rigogliose colline, coccolate, da un lato, dalla brezza mite del mar Adriatico e, dall’altro, dall’aria pungente degli Appennini. È questo, in fondo, il clima ideale per la coltivazione della vite, cioè quello che può godere di blande escursioni termiche. Tuttavia, come noi enoturisti ben sappiamo, nel concetto di pedoclima non vi è solo la questione climatica e le varianti dettate dalla coltivazione di un determinato vitigno in quella specifica regione e su quel peculiare terreno, ma anche, e soprattutto, la modalità con la quale il produttore decide di fare il suo vino.

Roberto Capecci riferisce nel suo racconto di aver fatto un “piccolo dispetto” a suo padre quando ha deciso di rilevare l’azienda vitivinicola. Egli infatti ha deciso di abbandonare i metodi meccanici e chimici per produrre vini di grande qualità, ma sempre uguali a sé stessi, preferendo abbracciare, invece, una vera e propria filosofia della natura, del lavoro e della terra, quella cioè che restituisce prodotti biodinamici.

La biodinamica è una modalità di produzione che tiene conto del rispetto della natura all’interno di una visione olistica della realtà. Essa deriva dalle intuizioni del teosofo ed esoterista Rudolf Steiner, innovatore in molti campi del sapere, dalla pedagogia alla teologia, alla sociologia, alla medicina e perfino all’agricoltura. Come nella produzione biologica, anche nella biodinamica non vengono usati fitofarmaci, agenti chimici, solo che in quest’ultimo caso vi è anche un ridotto apporto tecnologico, oltre all’uso di sostanze prettamente naturali, evitando assolutamente i solfiti. Per questi motivi, nella produzione biodinamica il risultato finale risente fortemente dell’annata e del sistema adottato dal produttore, ragion per cui Roberto Capecci ci tiene ad accompagnare l’enoturista nel suo viaggio tra vini davvero unici e peculiari che, sebbene possano apparire inconsueti, sprigionano grande energia vitale.

In queste zone a sud del territorio marchigiano, tuttavia, a dispetto della maggior parte delle DOCG della regione (qui un approfondimento sulle Marche), i vitigni maggiormente coltivati sono quelli ancora legati al territorio abruzzese, infatti gran parte della produzione di Roberto Capecci è incentrata su vini prodotti da Passerina e Pecorino.

La nostra degustazione comincia nella saletta con un Luce e Luna prodotto da Passerina al 100% senza solfiti per 12% vol. di gradazione alcolica. Di colore dorato carico, questo vino al naso presenta sentori di frutta gialla, ananas e pesca, camomilla, spiccata mineralità, punte di salvia e origano, ma anche, incredibilmente, balsamici ed eterei che non ti aspetteresti in un vino che non fa affinamento. All’assaggio è secco, sapido, citrino con una persistenza lunga.

Capecci, Avere cura, Sophie, Cremisi
Capecci, Avere cura, Sophie, Cremisi

Ci si sposta nella bottaia di affinamento, dove sono presenti tonneaux, barrique, caratelli da 100 litri e uno scaffale di circa 200 esemplari di Petra Cerna (nome della gentilissima moglie di Roberto Capecci di origini ceche), uno spumante di Passerina 100% senza solfiti aggiunti prodotto con metodo ancestrale, la cui esplosione olfattiva, gustativa e sensoriale nemmeno riusciamo a descrivere a parole! Nella bottaia Roberto Capecci ci fa degustare un vino prodotto sempre da Passerina al 100% dal nome Sophie, dedicato a sua figlia. Sì, perché da Capecci anche le etichette sono molto ricercate ed hanno profondi significati filosofici, che il produttore tiene a precisare sul retro della bottiglia. Insieme al Cremisi, che però viene prodotto da Pecorino per dare più struttura e colore al vino, Sophie appartiene ad un settore di vini davvero particolari, da abbinare ad un tortino di funghi e castagne o ad un piatto a base di coniglio, giacché la struttura di questi due orange wine è tale da conferire una spiccata versatilità al prodotto. Curiosa è anche la scelta dell’etichetta Avere Cura, etichetta nascosta, dice Roberto Capecci, prodotto per festeggiare i vent’anni della produzione biodinamica della cantina. Avere Cura da disciplinare è un Rosso piceno superiore creato nel 1968, ma che con il tempo è stato modificato rispetto alle sue origini. Capecci ha voluto riportare il Rosso piceno superiore ai fasti iniziali, per cui lo produce con Sangiovese 70%, Montepulciano al 20% e Pecorino 10% con un anno di affinamento in caratelli di legno da 100 litri.

Capecci, La Candida Rosa
Capecci, La Candida Rosa

La degustazione si conclude in saletta con una gustosa selezione di salumi e formaggi locali e olio che lo stesso Roberto Capecci produce. Qui il produttore ci mette a disposizione una poetica Candida Rosa, un’evoluzione dantesca del Pecorino in legni per un anno, ma che, grazie alla sapidità legata alle tostature, riesce a condurre l’assaggiatore avveduto in quell’empireo paradisiaco in cui sono pura luce le anime di Benedetto da Norcia, Francesco d’Assisi, Agostino d’Ippona e di tutti i beati che sanno apprezzare pienamente i viaggi dello spirito. Ma Roberto Capecci non ci lascia andare via senza aver degustato con lui e i cari amici finlandesi la punta di diamante della cantina, il Cento Lune, un Cabernet Sauvignon da 14% vol. che fa 24 mesi nei legni, un vino dal colore rubino con unghia granata, compatto con residui dovuti alla scelta di lavorazione. Al naso è un vino dai sentori fruttati di ciliegia sotto spirito, fiori di campo, ma, soprattutto, imponenti sono le sensazione olfattive di cuoio, inchiostro, china, goudron; un vino dall’intensità olfattiva che viene confermata all’assaggio da una qualità gustativa eccellente, infatti si presenta secco, caldo, strutturato in equilibrio con tannini assolutamente setosi. Non ci va, ormai, di abbinarlo ad un cibo, perché il vino per Roberto Capecci è innanzitutto meditazione e noi non possiamo che essere profondamente d’accordo!

Capecci, Caratelli da 100 litri di Cremisi
Capecci, Caratelli da 100 litri di Cremisi