Fanghi e Pfas, un incontro a Schio con Medici per l’Ambiente di Vicenza: “Rischio da progetto Viacqua per incenerimento”

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inceneritore Schio Fanghi di depurazione
inceneritore Schio

È in programma lunedì 12 giugno 2023, alle 20 e 30 presso il Faber Box di Schio, un incontro di approfondimento sul tema “Incenerimento fanghi a Schio: rischio PFAS”, organizzato da ISDE, Medici per l’Ambiente di Vicenza.

Relatori del convegno saranno Gianni Tamino, biologo già docente dell’Università di Padova e componente del comitato scientifico di ISDE, e Vincenzo Cordiano, medico ematologo e presidente ISDE Veneto.

“A Padova, Venezia e a Schio – fanno sapere gli organizzatori spiegando il motivo dell’incontro – si profila la possibilità che i fanghi di depurazione delle acque reflue, il cui spargimento nei campi è sempre più problematico a causa della presenza di contaminanti persistenti come i PFAS, vengano smaltiti negli impianti di incenerimento RSU.

La notizia di un progetto messo a punto da Viacqua, la società pubblica che gestisce il ciclo integrato dell’acqua nel Vicentino, di incenerimento dei fanghi di depurazione nell’impianto di Schio, ha allarmato la popolazione che da oltre quarant’anni convive con l’inceneritore”.

Già a marzo scorso, Isde aveva riferito di aver appreso del progetto Viacqua per l’incenerimento di fanghi. Lo scorso anno la società (alla quale ViPiù ha chiesto una posizione in merito che vi renderemo nelle prossime ore, ndr), nell’ambito di un accordo con Alto Vicentino Ambiente, gestore del termovalorizzatore di Schio, ha pensato allo sviluppo di uno studio di fattibilità tecnica per l’incenerimento di fanghi di depurazione civile essiccati, considerando la presenza affianco al depuratore civile di Schio del termovalorizzatore scledense.

Obbiettivo dello studio era capire se l’essiccazione dei fanghi, fatta per ridurne il quantitativo come da normativa ambientale, potesse sposarsi in qualche modo con il loro incenerimento. L’intento sarebbe di contribuire a creare energia elettrica per teleriscaldamento da usare, a sua volta, per alimentare i macchinari usati per l’essiccazione, al posto del carburante. Il tutto – sostiene Viacqua – in una logica di circolarità e risparmio.

In merito però, riportiamo i dubbi dei medici vicentini di Isde: quali i rischi di un simile progetto in una Regione già così duramente colpita dall’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche? Quale il senso di una simile scelta, anche alla luce dei cambiamenti climatici causati dalle emissioni di gas climalteranti? si chiedono gli organizzatori dell’incontro di lunedì prossimo rivolto alla cittadinanza.