Fanghi tossici anche in campi veneti, Zanoni e Bigon (PD): “intercettazioni che fanno male, Regione sia parte civile”

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“Le intercettazioni della Procura di Brescia lasciano davvero senza parole. Spargere fanghi tossici nei campi, consapevoli di devastare un territorio e dei rischi per la salute, come fosse la cosa più normale del mondo. Fa male leggere le ironie sui bambini che mangiano il mais cresciuto sui fanghi, così come ascoltare i racconti dei lavoratori, costretti a respirare quei veleni. Mi auguro davvero che le pene siano pesanti”. Ad affermarlo in un comunicato Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon, consiglieri regionali del Partito Democratico, a proposito dell’inchiesta della Procura lombarda sullo spargimento di 150mila tonnellate di liquami contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti spacciati per fertilizzanti, in terreni agricoli di tutto il Nord Italia, incluso il Veneto con la provincia di Verona; 15 le persone iscritte nel registro degli indagati e tre capannoni sequestrati.

“È l’ennesimo esempio di come stia crescendo il business dello smaltimento illegale dei rifiuti, anche pericolosi, fonte di ricchezza per le organizzazioni criminali. Secondo il rapporto di Legambiente il giro di affari delle ecomafie è stimato in 19,9 miliardi di euro, solo per il 2019 e il ciclo dei rifiuti è quello maggiormente interessato. E il Veneto non fa eccezione. È necessario rafforzare i controlli e inasprire le pene, ma non solo. In un eventuale processo sarebbe importante che tutte le amministrazioni dei territori coinvolti, inclusa anche la Regione Veneto, si costituissero parte civile: deve passare il principio che chi inquina paga”.