Formazione professionale militarizzata: protocollo Roma Capitale-Leonardo SpA

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Elicottero Leonardo, credit pressenza
Elicottero Leonardo, credit pressenza

Per comprendere la direzione che il settore dell’Istruzione statale potrebbe prendere in Italia con l’Autonomia Differenziata, che lascia più spazio ai protocolli regionali in base al principio di sussidiarietà sancito dall’art. 118 della Costituzione, basterebbe guardare a ciò che accade a Roma nell’ambito della Formazione professionale, materia di competenza concorrente con le regioni.

La Città Metropolitana di Roma Capitale, infatti, che gestisce in convenzione per la Regione Lazio sei Centri di Formazione, ha stipulato con Leonardo SpA un accordo per avviare un percorso triennale di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) con lo scopo, secondo Roberto Cingolani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo SpA ed ex  Ministro della transizione ecologica nel governo Draghi, e il sindaco di Roma Gualtieri di «combattere la dispersione scolastica».

In realtà, tale protocollo obbedisce perfettamente a quella logica che l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole sta denunciando ormai da mesi, cioè l’avvio di una diffusa e martellante narrazione militaristica nei settori dell’Istruzione e della Formazione professionale con lo scopo di avere manodopera da impiegare immediatamente nella produzione di armi, un obiettivo camuffato dalla becera propaganda legata alla prospettiva di trovare facile impiego lavorativo alla conclusione del percorso triennale.

L’accordo prevede la possibilità di dare ai ragazzi e alle ragazze in uscita dalla scuola secondaria di I grado (non “media di I grado” come riporta erroneamente il comunicato di Leonardo) una formazione professionale finanziata principalmente da Leonardo SpA nei settori strategici, dicono, per il nostro paese: cybersecurity e le tecnologie innovative.

Ciò che ci preoccupa maggiormente è la martellante retorica, che avviene sin dentro la scuola, con la quale viene celata oggigiorno la necessità di ricorrere al riarmo, alla “Cultura della difesa” e alla “Cultura della sicurezza”, per la quale il Ministro Crosetto ha istituito un’apposita Commissione, giacché, afferma Crosetto, «Occorre divulgare che gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore risultano fecondi non solo per la Difesa sotto il duplice profilo dell’operatività dello strumento militare e dello sviluppo industriale, ma anche per il sistema Paese in termini di incremento dei livelli occupazionali, di sviluppo complessivo del sistema industriale, di leadership tecnologica, di incremento della crescita e dunque delle entrate».

È chiara, dunque, l’urgenza con la quale lo Stato italiano, che possiede il 30,2% di Leonardo SpA attraverso il Ministero dell’economia e della finanza e un altro 50,8% tramite altri investitori istituzionali (dati Consob), debba far convogliare le migliori energie e tutte le risorse del nostro Paese per implementare la produzione.

Ma di cosa si occupa Leonardo SpA?

Ebbene, non deve sfuggire che questa magnifica e trainante impresa italiana, che, tra l’altro, ha avuto proprio Guido Crosetto dal 2014 come Senior advisor, produce elicotteri e aerei da guerra, sofisticati prodotti per la sicurezza digitale ed è anche impegnata in una join venture con il consorzio MBDA per gli armamenti nucleari.

È chiaro che l’artificio retorico e mediatico su cui gioca Leonardo SpA consiste nel presentare la prospettiva di lavoro certo e immediato attraverso uno dei settori più attraenti per i giovani, vale a dire l’informatica, il mondo cyber, l’intelligenza artificiale, il mondo di internet. Tale interesse è stato dimostrato, anche molto empiricamente, dalla scelta delle tracce per l’esame di maturità, che ha visto quella riguardante l’esaltazione dell’innovazione tecnologica di Piero Angela affermarsi su tutte le altre.

Tuttavia, noi, docenti della scuola pubblica italiana, insegnanti fedeli alla Costituzione, abbiamo il dovere di mettere in guardia i nostri ragazzi e le nostre ragazze sul fatto che dietro la retorica dell’occupazione e del lavoro facile in un settore che entusiasma vi è un’azienda che produce strumenti di morte, vi è una “Cultura della difesa” che ogni volta che si è storicamente manifestata ha portato inevitabilmente alla guerra. È un indiscutibile assunto storico, ma anche meramente logico, che se ricorro agli armamenti in un contesto caratterizzato da barriere e confini presidiati da ideologie nazionalistiche, come quelle che rovinosamente viviamo, il mio vicino non rimarrà di certo a guardare il mio dispiegamento, ma ricorrerà a sua volta al riarmo, fino a quando non ci sarà il clamoroso, o costruito ad hoc, casus belli: lo schema obbedisce ad una logica così semplice che solo gli stolti non la capirebbero.

Eppure, pare che oggi gli stolti siano molti, tutti quelli che non comprendono che i ragazzi e le ragazze avrebbero bisogno di stare ancora nelle scuole pubbliche statali per sviluppare senso critico, per crescere come soggetti dotati di senso civico, responsabilità e solidarietà e non per essere avviati alla professionalizzazione in un settore che produce denaro, ma anche morte, per chi compra in tutto il mondo i nostri aerei che sganciano bombe.

Ecco, con l’Autonomia Differenziata si vedrà aumentare a dismisura questo tipo di investimento di Leonardo SpA e di altre stretegiche imprese asservite al capitale, che penetreranno con più agilità direttamente nei protocolli regionali per demolire non solo la Formazione professionale, ma l’intero sistema di Istruzione italiano, piegato ormai alla “logica militaristica”, alla retorica della “sicurezza” e alla propaganda della “difesa”.

Su questo punto è determinante il lavoro dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, che costantemente denuncia operazioni come queste, in cui la scuola pubblica subisce una vera e propria aggressione da chi, come Leonardo SpA, produce strumenti di morte e diffonde una propaganda che adombra solo venti di guerra.


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a cura di Michele Lucivero

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