Forza Sandro, sei il nostro Pupillo! Il racconto delle sue condizioni di salute

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È davvero da molto tempo – scrive su Facebook il consigliere comunale Sandro Pupillo – che non scrivo un post sulle mie condizioni di salute e francamente l’ho fatto di proposito. Il bisogno di staccare un po’, il doversi nuovamente concentrare sulla malattia e, durante il periodo elettorale nel quale spesso si viene accusati di strumentalizzazione, il non voler mischiare la vita privata con quella pubblica. Questo silenzio ha generato inevitabilmente una reazione di preoccupazione mista a curiosità che ha portato moltissime persone a chiedermi in privato “come stai?”, “come procedono le cose?”, “tutto bene?”.

 


Ecco vorrei partire da qui, da quanto sia complicato rispondere alla domanda più inflazionata ed apparentemente più semplice che ci viene posta quotidianamente. Ci si può tranquillamente nascondere dietro un “bene, grazie!”, “non mi posso lamentare”, “è un periodo un po’ complesso, ma passerà”. Ed invece, scavando, quella domanda meriterebbe una replica molto molto approfondita ed articolata, perché in fin dei conti tutti noi viviamo spesso momenti molto complessi. E quando ci sono di mezzo la salute o le relazioni ancor di più. Cercherò di rispondere qui su FB, dove ho cominciato fin da subito a narrare la mia malattia che poi ho trasformato anche in un blog. Da gennaio in poi le cose non sono andate per il verso giusto ed ho dovuto affrontare più ricoveri (per un forte rush cutaneo, per una infiammazione ai polmoni e gli ultimi due a causa di leggere emorragiole cerebrali causate in buona parte da una infiltrazione di cellule malate nel liquido cefalorachidiano che si trova nel sistema nervoso centrale ed in parte dalla tossicità delle terapie fatte) che mi hanno impedito di andare a lavoro, costretto a restare chiuso in casa molto tempo, non potendo coltivare le relazioni come avrei voluto, dato che per me sono linfa vitale. Non mi lamento di ciò, è stato pur sempre un intervallo di tempo fecondo, ma mi scuso se sono stato più scostante, conciso o anche taciturno. È stato quasi obbligatorio per me. 
Ho affrontato questo periodo con grande grinta, speranza e determinazione come sempre, nonostante la morte di alcuni amici con cui ho percorso buona strada, mi abbia messo alla prova. Penso a Sonia, a Fernando, a Gimmi e abbraccio forte le loro famiglie. Ne ho conosciuti di nuovi con cui è stato piacevole condividere le stanze del meraviglioso reparto di ematologia e li ringrazio per la loro compagnia. Un grazie incommensurabile continua ad andare a volontari, operatori, infermieri e medici che hanno fatto, in ogni occasione, la differenza: presenti e determinanti per darti forza, nuovi stimoli, grinta, speranza e sostegno. Che persone straordinarie! E poi c’è stata la mia famiglia, Elisabetta in primis, per cui da oltre tre anni sto caparbiamente combattendo. La situazione è in miglioramento e, pur consapevole che sto camminando su un terreno di uova molto fragili, mantengo fiducia e voglia di combattere. La vita è talmente bella che va vissuta, rispettata e conquistata ogni giorno, proprio perché è un dono e non un diritto. Poco sopra scrivevo che in questo periodo mi sono dovuto concentrare su me stesso soprattutto per avere il giusto tempo per dialogare con la morte. Non perché voglio arrendermi, ci mancherebbe, ma perché ho ritenuto assai utile in questi anni farlo, per prenderne confidenza e per non farmi trovare impreparato. Mi auguro che le terapie che sto facendo, pur essendo assai onerose e su un fisico provato, siano determinanti per riportare in remissione la malattia e che la seconda infusione di linfociti del mio eroe, che riceverò entro metà luglio, faccia il resto.

Chiudo – scusandomi per la lunghezza del post – dicendovi che la cosa che più mi sta mettendo alla prova in questo lasso di tempo non è la malattia ma il continuare a vedere giorno dopo giorno immagini terrificanti che non hanno nulla di civile. Sui social network ormai non ci sono filtri e ci lasciamo placidamente ammaliare da chi ci propina messaggi rincuoranti e rassicuranti che si incarnano poi in morte, guerra, terrore ed intolleranza. Non abbiamo imparato nulla dal passato anche recente? Come possiamo accettare, giustificare o peggio ancora come possiamo restare imperturbabili difronte a tutto ciò che sta accadendo: restiamo umani. 
In alto i cuori, soprattutto per chi sta soffrendo!