Giorgio Conte (FdI): se Rucco non si ricandida, io sono pronto

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Giorgio Conte ex vicesindaco di Vicenza e presidente di Agsm Aim Smart Solutions (foto di Gianni Poggi)

Giorgio Conte, politico vicentino di lungo corso, negli ultimi anni ha scelto di defilarsi sulla scena cittadina sia nel suo partito (Fratelli d’Italia, di cui è oggi solo un iscritto) sia nell’amministrazione. È tornato improvvisamente al centro dell’attenzione – suo malgrado, sostiene – dopo le Politiche del 25 settembre. Il successo del partito di Giorgia Meloni in città ha dato sostanza alla ipotesi di un ribaltone, che avrebbe come protagonista FdI, componente sì della coalizione che sostiene Rucco ma tentata dalla idea di lanciare un proprio nome per il candidato sindaco del Centrodestra alle amministrative 2023. E il nome che si è fatto (e rifatto alla faccia delle smentite) è proprio quello di Giorgio Conte, tre volte in Parlamento, prima in AN e, poi, in Fratelli d’Italia.  Conte vanta anche un importante curriculum di amministratore: consigliere comunale a Vicenza dal 1995 e vicesindaco nella prima giunta Hüllweck. È presidente di Agsm Aim Smart Solutions, società del Gruppo vicentino-veronese che si occupa di innovazione dell’illuminazione pubblica, delle telecomunicazioni e della gestione dei parcheggi nelle due città.

Conte ed FdI hanno sempre negato qualsivoglia intenzione di far saltare la ricandidatura di Rucco ma i rumors nei corridoi della politica locale riferiscono concordemente che, invece, già due delle tre aree di influenza in cui sono articolati i Fratelli vicentini (Donazzan, Berlato e Caretta-Formaggio) sarebbero favorevoli alla staffetta.

Conte, ci sono novità sulla sua candidatura? “No, nessuna. Confermo di essere stato contattato ma il percorso è condizionato dalle scelte di Rucco che, come sindaco uscente, ha il diritto e il dovere di ricandidarsi. Una mia discesa in campo è subordinata ad un suo passo indietro. Se mi candidassi contro di lui, sarebbe una manovra suicida per il Centrodestra.”

Quindi, se Rucco non si ricandida… “Se i partiti della coalizione riterranno il mio profilo adeguato, posso offrire la mia disponibilità. Ma dico con ironia che è dal 1998 che il mio nome, ogni cinque anni, è riproposto tra i candidati dell’area ma, alla fine, non mi sono mai candidato.”

Il prossimo sindaco di Vicenza dovrà avere molta personalità perché nel prossimo futuro ci sono impegni pesanti per l’amministrazione: Tav, Pnrr, energia. “Le sfide sono epocali e ci sono progetti importanti che possono far fare un grande passo avanti alla città sia in termini infrastrutturali che ambientali. Di contraltare, c’è una struttura pubblica purtroppo non adeguata agli uffici, che avranno un carico di lavoro eccezionale per aggiudicarsi i finanziamenti necessari. Ci sono però altri temi, come quello della sicurezza, che non va ritenuto secondario. Da quando sono stato amministratore, ho visto la Polizia Locale in grandissima sofferenza e le iniziative prese per un adeguamento del Corpo agli standard europei per contribuire ad affrontare il tema sicurezza sono state inadeguate.”

Conte, se la sente di tracciare l’identikit del nuovo sindaco? “Un sindaco improvvisato, una persona che non ha esperienza politico-amministrativa non può certo essere adeguata. Ma il tema non si pone, Rucco ha più di vent’anni di esperienza in Consiglio comunale e lo sfidante, se fosse Possamai, ha a sua volta fatto parte di quello comunale e, ora, anche di quello regionale. Ci vorrà un sindaco che sappia circondarsi di persone e collaboratori all’altezza, in grado di far leva sulle eccellenze intellettuali e politiche della città e che associ qualche elemento nuovo, giovani che possano imparare e assorbire le esperienze degli amministratori.”

È un altro mondo, oggi, rispetto a quando lei ha fatto il vicesindaco. “Sì, assolutamente. La giunta Hüllweck ha lasciato una traccia in città. Abbiamo avuto anche noi impegni difficili come il No Dal Molin, c’è stato un dibattito anche all’interno del Centrodestra fra chi vedeva la nuova caserma come un’opportunità o un’ingerenza. Proprio all’epoca, poi, è nata una nuova coscienza sui temi delle infrastrutture e dell’ambiente. Ricordo, fra i primi, il grande risultato del nuovo teatro realizzato grazie all’impegno dell’amministrazione per arrivare in tempo utile. Abbiamo facilitato il percorso utilizzando uno dei progetti acquisiti con i bandi del Comune ma, per finanziarlo, abbiamo dovuto ricorrere alla dismissione della Centrale del latte, scelta politica di Hüllweck di privarsi di un fiore all’occhiello della città.”

Conte, Fratelli d’Italia con il suo 25% in città potrà essere il soggetto condizionante nella politica vicentina? “Me lo auguro come iscritto e militante ma l’assenza di liste civiche alle elezioni politiche favorisce i partiti e vedo difficilmente replicabile la performance del 25 settembre anche se, magari, sono troppo prudente perché ci danno ancora in crescita. Fratelli d’Italia si assumerà, però, una grande responsabilità nel rinnovo dell’amministrazione comunale. Non può esercitare un ruolo vassallo ma deve diventare una forza di trascinamento.”

Nella Lega vicentina ci sono contrasti e malumori, ci saranno riflessi sulla coalizione di maggioranza? “Faccio una premessa: al contrario che in provincia, a Vicenza la Lega non è mai stata molto forte neanche nei suoi momenti migliori. Le loro questioni locali discendono dal dibattito nazionale e non si possono separare le dinamiche nazionali da quelle locali. La Liga Veneta sta rialzando la testa e sta facendo sentire il proprio peso. Si stanno celebrando i congressi e prendo atto della rappresentatività che la Lega ha dato ai suoi parlamentari. Quelli eletti a Vicenza mi sembra siano di chiara fede salviniana.”

Nel nuovo Governo non c’è più un vicentino. “Vicenza Cenerentola. È sempre stata caratterizzata dal condizionamento del dibattito fra Padova e Verona. Ho sempre detto che la nostra città ha avuto un ruolo di cuscinetto, molto spesso è stata schiacciata dalle altre due, che hanno catalizzato l’attenzione su di loro lasciando le briciole a Vicenza. E questo accade all’interno degli stessi partiti, le classi dirigenti veronesi e padovane hanno una voce in capitolo più pesante. Ma sul campanilismo legato alla rappresentatività del territorio sono molto laico per non dire critico, è più importante l’autorevolezza che l’origine territoriale.”

Com’è possibile, presidente Conte, che Vicenza non riesca da decenni ad esprimere un leader politico nazionale? “È una caratteristica tipica veneta e vicentina. Faccio un esempio: quand’ero in Parlamento ho visto che Destra e Sinistra siciliane, quando c’era da difendere interessi locali, mostravano una grande compattezza. Questo non l’ho mai trovato in Veneto. E non è una critica ai veneti, è un aspetto di cultura regionale. Quando qui una persona mostra caratteristiche tali da poter essere davvero rappresentativo, trova più ostilità tra i suoi concittadini che fra gli osservatori esterni. Un’eccezione è Luca Zaia, anche se il suo grande consenso non è stato sufficiente a fargli assumere un ruolo ancor più rilevante, magari per arrivare all’autonomia.”

La sua presidenza di Agsm Aim Smart Solutions? “Non è la prima volta che faccio il presidente di un ente pubblico, anche fuori regione. Questa a capo di una delle sei Business Unit del Gruppo, però, è un’esperienza nuova e una sfida particolare in una fase molto delicata, quella di assestamento dopo la fusione delle due municipalizzate. C’è un percorso di amalgama di due strutture differenti, che devono registrarsi e collimare su tante cose. Quando mi hanno proposto una presidenza (grazie anche al ruolo di Rucco secondo azionista in nome di Vicenza del gruppo veronese vicentino,ndr), ho voluto fortemente che fosse questa perché mi sembrava la più innovativa, partiva da zero, tutto da inventare e costruire. È un lavoro impegnativo ma devo dire che il Cda è all’altezza e, in particolare, la consigliera delegata Barbara Biondani è preparatissima.”

Conte, se fosse il prossimo sindaco di Vicenza, quale sarebbe la sua agenda? “Anche parlare di un solo argomento, sembrerebbe la premessa a una mia candidatura e, poi, sembrerebbe presuntuoso voler suggerire o dare indicazioni. Ho le mie idee, ovviamente, ma le renderei pubbliche solo se ci fossero le condizioni per farlo. C’è un tema che mi sta a cuore e di cui voglio però parlare: lo sviluppo urbano della città in rapporto con i Comuni contermini. Ho sempre sofferto, come amministratore, la fuga dei vicentini perché questo è andato a discapito del peso politico della città nella Conferenza con gli altri sindaci. Vicenza ha la potenzialità per crescere in termini di abitanti non come uso del territorio ma come riqualificazione del tessuto urbano. È una città che può ospitare 130-140 mila abitanti con un conseguente extra gettito fiscale che agevolerebbe molto i servizi del Comune.”

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Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.