Gonzato “privato” del cellulare da giovani incensurati e non scappati perché “no buono fotografare”

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A Gonzato africani incensurati dicono
A Gonzato africani incensurati dicono "No buono fotografare"

Messaggi di solidarietà per il giornalista di cronaca nera de Il Giornale di Vicenza, il veronese Valentino Gonzato, continuano ad arrivare. E proseguono anche le indagini della Questura di Vicenza sui fatti accaduti al parco Fornaci, dalle quali finora è emerso che i tre ventenni di origine gambiana non avevano con sé droga e non hanno precedenti penali a loro carico.

Sono degli habitué del bivacco nel parco e una volta notata la persona che li stava riprendendo con il telefonino, senza sapere che fosse un giornalista, gli sono andati in modo minaccioso incontro pronunciando più volte le parole “questo no buono” e invocando loro stessi l’intervento della polizia come documenta il video dello stesso collega.

Ma soprattutto una volta sottratto il cellulare al malcapitato cronista, i tre africani sono rimasti lì senza scappare come fanno rapinatori o ladri e lo hanno, poi, restituito al proprietario.

La versione sarebbe confermata dalla denuncia negli uffici di viale Mazzini rilasciata dallo stesso Gonzato, il collega che in questi mesi di “giri” in Questura abbiamo potuto apprezzare per professionalità, cortesia e talvolta ironica simpatia.

Anche nella vicenda dei “profughi e Sky” finita sulle testate nazionali il suo articolo era corretto con solo un cenno alla curiosa richiesta di una parte di profughi, “sparata” però in modo discutibile nei titoli dal suo quotidiano tanto da finire sotto la lente dell’Osservatorio giornalistico sulla Carta Roma.

Eppure una sia pur violenta e deprecabile sottrazione di telefonino da parte di chi non gradiva, però, di venire fotografato magari per essere “messo in pagina”, anche grazie alle reazioni arrivate da parte di politici e categorie economiche, ha suscitato un clamore dello stesso livello, se non maggiore, di quello dei giornalisti sotto minaccia continua da parte di delinquenti e mafiosi, o vessati da querele temerarie che molto spesso raggiungono il risultato desiderato, cioè di silenziare i lavoratori dell’informazione dissanguandoli economicamente.

Siamo sicuri che il buon Gonzato, già ripresosi il giorno dopo e pronto per nuovi servizi e per documentare fatti di cronaca non sempre piacevoli, sarà d’accordo con noi.