Grafica Veneta, un anno dopo 

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marta viotto

Era un anno fa quando scoppiò lo scandalo dei lavoratori pakistani, sfruttati in una società di servizi che operava in appalto presso Grafica Veneta.

Una drammatica storia di caporalato, violenze e soprusi che coinvolgevano un’azienda leader a livello mondiale nella stampa di libri. Ci sono stati mesi molto duri di proteste, lunghe trattative istituzionali, indagini della magistratura e anche tensioni tra diverse sigle sindacali.
Che ne è stato, un anno dopo di questi lavoratori? Come sono cambiate le cose in Grafica Veneta? Cosa abbiamo imparato tutti da questa brutta storia? 

Ci sono stati i patteggiamenti dei responsabili di Grafica Veneta, sono arrivate le condanne per i responsabili della BM Services e ci sono stati risarcimenti per le vittime.
Ma la cosa più importante è che alla fine, anche se con percorsi più lunghi rispetto a quelli previsti all’inizio, si è raggiunto l’obbiettivo che la Slc Cgil aveva posto fin dalle prime ore come indispensabile: l’assunzione diretta presso l’azienda di questi lavoratori.  

Infatti, all’indomani dello scoppiare dello scandalo, il sindacato presente in azienda, Slc Cgil, aveva attivato una serrata trattativa con la proprietà per ottenere l’assunzione diretta di tutti i lavoratori coinvolti.
Poi ci fu un tavolo in Prefettura e l’avvio del percorso della giustizia. Grazie all’impegno costante in azienda della Slc, della Cgil di Padova e della Fiom che rappresentava i dipendenti della Bm Services siamo arrivati nel febbraio di quest’anno all’assunzione per 13 di questi lavoratori coinvolti in questa drammatica vicenda.
Ma c’è di più, come richiesto dalla nostra organizzazione sindacale l’azienda ha deciso di chiudere ogni appalto esterno per il settore di finissaggio, dove al tempo lavoravano appunto i lavoratori pakistani: si è internalizzato tutto il reparto con l’assunzione diretta complessivamente di circa 50 persone.
Infine, per venire incontro alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori di Grafica Veneta, data la diminuzione del potere d’acquisto dei salari dettata dalla crisi che sta vivendo tutto il mondo, si è raggiunto un accordo per elargire un bonus aggiuntivo in buoni spesa di 260 euro.
In azienda sono raddoppiati gli iscritti al sindacato Slc Cgil. 

Tutto risolto? Non ancora. Rimane da affrontare per alcuni dei nuovi dipendenti di Grafica Veneta, il problema dell’alloggio, vista la difficoltà di trovare abitazioni in affitto a un prezzo ragionevole in zona, forse anche per la diffidenza cresciuta a seguito di questa brutta vicenda. Il sindacato sta cercando di sensibilizzare l’Amministrazione comunale di Trebaseleghe affinché si trovi una soluzione. 

Cosa ci ha insegnato questa vicenda? Che il caporalato e lo sfruttamento non si trovano solo in agricoltura e nella logistica, ma che – attraverso il sistema dei subappalti – rischia di penetrare anche in settori produttivi manifatturieri di qualità. Per questo bisogna intervenire, pretendendo sempre la massima trasparenza e il rispetto del contratto collettivo applicato nell’azienda. Inoltre, il sindacato ha deciso di investire nei propri rappresentanti sindacali per formarli e sostenerli con gli strumenti della mediazione linguistico culturale, per evitare che nei luoghi di lavoro possano crearsi situazioni di emarginazione, paura e diffidenza che impediscano in futuro, come è successo un anno fa in Grafica Veneta, a lavoratori sotto ricatto di rivolgersi con fiducia alla organizzazione sindacale presente in azienda.  

A oggi BM Services, azienda che lavorava in appalto nel settore editoriale dal Trentino alla Lombardia, è fallita. Ci auguriamo che l’attività, che non crediamo di esagerare se definiamo criminale, non prosegua sotto altre forme o grazie a prestanomi. Su questo è necessario un occhio attento delle forze dell’ordine competenti. 

Giacomo Zanella (responsabile industria Slc Cgil Padova)
Nicola Atalmi (segretario generale Slc Cgil Veneto) 

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Fonte: Grafica Veneta, un anno dopo  , CGIL Veneto

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